Recensione: Rockers & War
Attivi dal 2000 e giunti ormai al sesto full lenght, i Debauchery sono uno di quei gruppi da cui non ci si aspetta nulla di nuovo. Forieri di un death granitico e molto groovy con più di un richiamo ai Six Feet Under, i tedeschi non hanno mai mostrato di voler cambiare di una virgola la loro proposta, già di per sè tutt’altro che originale.
Ad un anno di distanza da “Continue to Kill”, che proponeva il loro solito death divertente ma noioso sulla distanza, ecco che arriva questo “Rockers and War“, e tutto ci si poteva aspettare tranne questo.
L’album è sorprendente, vario, fresco e fantasioso, tutto quello non si sarebbe mai atteso dai macellai tedeschi.
La prima cosa che salta all’occhio è la netta divisione in due del disco: dalla prima alla sesta traccia abbiamo la sezione denominata “War”, dedicata al death, e dalla settima fino all’ultima canzone la parte chiamata “Rockers”, dedicata all’anima hard rock del gruppo.
E’ la prima metà dell’album quella che sorprende: benchè lo stile sia sempre il loro, col tipico riff scarno ed il caratteristico growl di Thomas, ci sono inserti melodici ed addirittura sinfonici con un’importante contaminazione black.
Procedendo ad un veloce track by track, l’apertura è affidata all’impatto frontale di “There is Only War” in cui si sentono le prime influenze sinfoniche che però non intaccano il groove del brano, garantendo una sana dose di headbanging all’ascoltatore; segue l’attacco slayeriano di “Primordial Annihilator” che incalza l’ascoltatore con un susseguirsi continuo di cantato in growl ed in scream; “Honour and Courage” si apre sinfonicamente regalandoci un pezzo epico e melodico dove le accelerazioni in stile black la fanno da padrone; “Savage Mortician” catturerà l’ascoltatore col suo ritornello estremamente catchy mentre “Killing Ground” lo stenderà col suo alternarsi di parti melodiche ad altre graniticamente death; chiude “Wolves of The North”, a parere dello scrivente il pezzo migliore dell’intero disco, con un attacco acustico in stile folk orientale seguito da una partenza black sinfonica con tempi velocissimi che si manterranno per l’intera canzone.
“Rockers” invece ci mostra l’anima hard rock dei Debauchery,che avevamo già ampiamente sentito nei dischi precedenti: niente di nuovo in questa parte quindi, che però riesce nell’intento di divertire con i suoi pezzi in chiaro stile AC/DC, allegri e scanzonati, con un caratteristico approccio vocale molto simile a quello di Brian Johnson, oltre al solito growl; non sarà nulla di originale, ma pezzi come “3 Riff Hit”, “Demon Lady” e “New Rock” strapperanno più di un sorriso offrendo un ascolto rilassato e svagato.
Tecnicamente i musicisti fanno un lavoro onesto senza offrire una tecnica mostruosa, per altro non richiesta dal genere: particolare merito va riconosciuto al batterista Oliver “Oli” Zellmann che compie un lavoro di grande precisione, notevole soprattutto nei frangenti più sparati della prima metà del disco, in cui i blast-beat sono più che frequenti.
In conclusione, questo è un disco che mi sento di consigliare a tutti: sia ai vecchi fan del gruppo, che troveranno qua il loro solito stile rinvigorito da tanta nuova carne al fuoco, che a coloro che non li conoscono ma vogliono ascoltare qualcosa di divertente ed in grado di far muovere a più non posso il collo. I Debauchery sono tornati, e questa volta farete molta fatica a togliere il disco dal lettore cd, siete avvertiti.
Roberto “Strangel” Cavicchi
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Tracklist:
1. There Is Only War
2. Primordial Annihilator
3. Honour & Courage
4. Savage Mortician
5. Killing Ground
6. Wolves Of The North
7. 3 Riff Hit
8. New Rock
9. Hammer Of The Blood God
10. Demon Lady
11. Rocker
