Recensione: Ros Rus [EP]

Di Vittorio Sabelli - 15 Gennaio 2014 - 0:07
Ros Rus [EP]
Band: Hårda Skit
Etichetta:
Genere: Black 
Anno: 2014
Nazione:
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72

 

Scenario (quasi) insolito quello del black metal in Finlandia, a differenza delle vicine Svezia e Norvegia, come la storia insegna. Nonostante ciò anche nella terra dei mille laghi si sono fatte largo band più o meno valide che si sono sapute ritagliare un posto d’interesse nel mondo del ‘metallo nero’. La curiosità per questo secondo EP degli Hårda Skit ci porta a scoprire di più sul duo composto dal polistrumentista R. e dal batterista T.. Entrambi membri della band death metal Coffincraft, hanno deciso di investire investire in questo side-project, per quanto il termine risulti poco appropriato. Non solo perché il duo dà dimostrazione di buona maturità artistica, ma perché la direzione intrapresa con “Ras Rus” è di gran lunga più convincente di quella degli stessi Coffincraft. La band si presenta con due brani della durata affine, 11 minuti ciascuno, una sorta di partita con I e II tempo.

I: “Skjærsilden”: un arpeggio oscuro ci mette in condizione di immergerci nel ‘classico’ 6/8 che tira dritto a mille, prima di sfociare in una sezione death metal, dove il drumming di  T. è ossessivo, tanto quanto il riff della chitarra di R., che infetta tutto ciò che trova con la sua voce abrasiva. Il tempo di entrare in sintonia con una sezione che si passa alla successiva, senza fronzoli e senza pietà, tempi lenti e up-tempo si susseguono in maniera naturale fin quando la chitarra sola prende in mano la situazione per deviare in un’atmosfera magica, nella quale solo alcuni stacchi danno la sensazione di smuoversi. Il resto è sospeso nel vuoto, fino a che un ritmo marziale scandito dal rullante non rimette in moto la macchina, prima con una variazione del tema, successivamente con una nuova sezione tirata ma pur sempre melodica che va a concludere con un arpeggio intrigante, ben supportato dal drumming di T., che non risulta mai invadente, anzi, addirittura al servizio di quello che è l’andamento della musica,essenziale in ogni momento. Senza troppi virtuosismi i due si amalgamano per proporci un discorso elaborato al punto giusto, che chiude il primo tempo con un solo di chitarra dal sapore minimalista e melodico, giusta ricompensa prima dell’intervallo.

II: “Skjærsilden”: si ricomincia con qualche effetto interrotto da un semplice 4/4 della batteria, sul quale la chitarra si inserisce prima di dar vita a un nuovo mondo con la voce ancora su alti picchi che declama in maniera ossessiva, fino a giungere a un punto di non ritorno, tra riff atonali e scorribande velenose, che sembrano perdere il controllo. Anche in questo caso la chitarra ripete lo stesso rituale del primo tempo, questa volta però la voce lo sovrasta e la batteria si dimena a più non posso per ostacolarlo, e il risultato è sempre un ascolto interessante, che va a dissolversi in un arpeggio non più oscuro, ma che lascia speranze per il futuro, tanto che il finale lascerà spazio ancora alla melodia, una melodia che sa di ricordi, ricordi lontani, che si dissolvono nel silenzio.

Il viaggio in compagnia degli Hårda Skit è finito, neanche un attimo di tregua o di noia in questi ventitré minuti che compongono l’EP Ros Rus, ottimo esempio di black metal moderno che riesce a colpire senza troppe stravaganze. La voce potrebbe non soddisfare le esigenze così come la produzione fin troppo accurata, ma va bene così. Aspettando il loro full-length dedichiamo un ulteriore ascolto a questa piccola gemma del duo finlandese.  

Vittorio “versus” Sabelli

 

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