Recensione: Rose Of Jericho

Di Stefano Ricetti - 22 Luglio 2011 - 0:00
Rose Of Jericho
Band: Morgana
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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73

A volte ritornano. La più accreditata regina dell’heavy metal italiano degli anni Ottanta, Roberta Delaude in arte Morgana, a sorpresa si ripresenta sul mercato con un disco nuovo di zecca, intitolato Rose Of Jericho. Accanto a lei richiama non un manipolo di musicisti affini a quanto fatto in passato ma nientepopodimeno che 3/4 dei Sadist di Tommy Talamanca e Trevor, ossia gente avvezza a ben altro tipo di approccio musicale, sia in termini di potenza espressa che di genere.

Il fascino di Rose Of Jericho risiede soprattutto nella dicotomia fra artisti che in linea teorica avrebbero poco da spartire fra di loro. Ma, si sa, quando il sapore di una sfida apparentemente impossibile stuzzica le corde giuste, è sempre l’intelligenza a prevalere, quella che permette in un sol colpo di abbattere barriere, steccati immaginari, quintali di paraocchi e sterili classificazioni da mailorder. La musica è una sola e, al solito, si divide in buona e cattiva. Punto. 

Alive… è un brano a mo’ di intro che serve a scaldare le corde della chitarra di Tommy Talamanca e la voce della stessa Morgana. Love Me The Way I Am è il primo pezzo a tutto tondo della Nostra, che si destreggia fra passaggi musicali che vivono fermamente nel tempo nel quale sono stati concepiti. L’aggressività diretta del passato fa parte, appunto del passato e qui trova una nuova collocazione modificandosi e assumendo sfaccettature più tenui, legate all’hard rock. Golden Hours, supportata da un robusto riffing da nuovo millennio mette in mostra una singer penetrante quanto basta, che sforzando il giusto, riesce a risvegliare pulsioni agée.

Il legame con la Morgana classica, quella idealizzata da molti adolescenti brufolosi e carichi di ormoni da liberare avviene tramite la reprise attualizzata di Lady Winter, una delle incisioni più famose della sua storia. Scelta azzeccata, a dimostrare che Roberta se volesse osare di più ne sarebbe ancora capace, con buona pace di tutti i nostalgici.

610 è un classico che DOVEVA assolutamente essere presente all’interno di Rose Of Jericho. Grande interpretazione per un grande brano dove l’atmosfera permea la struttura dalla prima all’ultima nota. Il primo e l’unico pezzo dell’album che poteva essere stato scritto tranquillamente anche a metà anni Ottanta. 610: l’highlight dalle tinte viola più intense che si pone irsuto fra le spine, quello che un po’ tutti gli ultras di vecchia data della Roberta Nazionale si aspettavano da codesto come-back.                            
Bang Bang, si proprio quella scritta da Sonny Bono che decretò il successo di Cher nel 1966 e poi ripresa da svariati artisti italiani, qui appare in una coraggiosa versione metallizzata che alla fine ha un suo perché proprio per il fatto di trovare una grintosa Morgana dietro al microfono.

I Will Not Turn Back alterna “pestoni” a parti più melodiche con una buona riuscita finale, How Do You Feel vive di un costrutto classico che però non cade nella facile trappola della ballatona strappa-perizoma riuscendo a colpire appieno solamente dopo alcuni ascolti.

…And Kickin’ è la continuazione della traccia posta in apertura disco e la parola fine di Rose Of Jericho viene ufficialmente pronunciata dalla versione acustica di Lady Winter, consegnando ai posteri una quarantina di minuti scarsi di Morgana-music targata 2011.  

Rose Of Jericho sorprende, vivendo appieno il tempo nel quale vede la luce, rifuggendo, al netto, l’opera di revival che poteva anche fare capolino in un ritorno di cotanta portata mediatica, consegnando ai posteri un affresco di hard rock illuminato con lo sguardo rivolto al presente ma anche al futuro. Un forte motivo di interesse riguarda i testi, figli di un processo personale doloroso ove l’emotività straborda costituendo l’unico probabile viatico per comunicare al mondo frammenti di intimità. Certo, qualche brano finito in più di certo non avrebbe stonato nell’economia generale dell’opera, speriamo solamente che questo buon ritorno preluda ad un periodo artistico più intenso rispetto alla precedente carriera.

Roberta detta Morgana non deve dimostrare nulla a nessuno e men che meno deve fare gli occhi dolci a destra e manca per tentare di piacere a tutti. Questo è quanto, oggi come nel 1988. Prendere o lasciare.  

Stefano “Steven Rich” Ricetti
 

 

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Tracklist:
1. Alive….
2. Love Me The Way I Am
3. Golden Hours
4. Lady Winter
5. 610
6. Bang Bang (Sonny Bono cover)
7. I Will Not Turn Back
8. How Do You Feel
9. …And Kickin’
10. Lady Winter (acoustic)
 

Line-up:
Morgana (Voce)
Andy Marchini (Basso)
Tommy Talamanca (Chitarra, Tastiera)
Alessio Spallarossa (Batteria)

Ospiti Quartetto Eufonica:
Federica Pellizzetti (Violino)
Gabriele Boschi (Violino)
Francesco Candia (Viola)
Giacomo Biagi (Violoncello)

 

 

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