Recensione: Sabba

Di Stefano Ricetti - 12 Gennaio 2023 - 10:04

Registrato insieme con vari ospiti il 14 novembre del 1975, Sabba è l’ideale seguito di Tardo Pede in Magiam Versus. Fiamma Dallo Spirito era la cantante solista presente su quell’album di Jacula e Federico Bergamini ne aveva scritto gran parte della musica. Perso e dimenticato fra le nebbie del passato Sabba risorge quasi cinquant’anni dopo grazie a un’intuizione dell’etichetta Black Widow Records di Genova, che si conferma ancora una volta protagonista nell’esercizio di riscoperta archeologica di musica che sarebbe altrimenti rimasta confinata nell’oblio.

Se Tardo Pede in Magiam Versus (qui la sua recensione afferente la 35th Anniversary Edition) degli Jacula divenne sin dal giorno della sua uscita nel 1972 oggetto di culto avvolto dal mistero, quest’opera successiva, frutto dello scritto, probabilmente seguirà la stessa sorte anche perché Sabba possiede sin d’ora tutte le caratteristiche tecniche necessarie per durare nel tempo. Oltre alla versione digipak in Cd è stata realizzata anche la musicassetta e varie edizioni speciali colorate e limitate in vinile, che si sommano a quella classica dalla pigmentazione nera. Altro particolare da sottolineare: l’album è stato realizzato pari pari traslando le bobine originali dell’epoca, senza addomesticamenti di sorta, al netto di quelli necessari (ma non invasivi) per poter effettuare al meglio il lavoro, ovviamente.

La versione digipak si presenta a due ante apribili, con l’interno delle stesse tappezzate di spezzoni di quotidiani dell’epoca (fa tenerezza incorrere nel sostantivo complesso e nel florilegio di doppie virgolette, proprio come era usa fare la stampa di un tempo che però, detto per inciso, inanellava molti ma molti meno refusi di quella di oggidì presente in edicola), accompagnata da un booklet di venti pagine con tutti i testi e varie foto della band e di reperti d’epoca sempre legati alla lavorazione dell’album. Copertina e disegni interni a opera di Welt.

E’ però necessario fare un poco di ordine per poter inquadrare adeguatamente Sabba, partendo da Tardo Pede in Magiam Versus. Nonostante da alcune fonti la voce femminile sul disco del 1972 venisse accreditata a Doris Norton (piuttosto che omessa proprio del tutto, la paternità della cosa), in realtà la “Fiamma Dallo Spirito” su quell’album era Vittoria Lo Turco, allieva del maestro Federico Bergamini, proprio colei la quale divenne la stessa “Fiamma” su Sabba. Riguardo Bergamini, egli si occupò di un po’ tutta la parte operativa e burocratica necessaria per poter far uscire Tardo Pede in Magiam Versus, ricoprendo il ruolo di una sorta di manager, oltre che di compositore di tre dei pezzi del disco, mentre il mastermind Antonio Bartoccetti ne curò per la totalità i testi, scrivendo il resto dei brani. Delle tastiere e delle parti di organo si occupò Charles Tiring, altro personaggio controverso, dalla nazionalità incerta.

Quanto sopra per poter stabilire il necessario e comprovato fil rouge atto a collocare idealmente le due uscite, che altrimenti parrebbero giustamente e totalmente separate.

Così come in Tardo Pedem in Magiam Versus anche all’interno di Sabba mancano urla assassine, chitarre lancinanti e sezione ritmica schiacciasassi e, a farla da padrona, o ancora meglio da dominatrice assoluta, vi è quell’atmosfera sospesa, magnetica, sacrale, recitativa ma anche inaspettatamente gioviale e leggera che l’accoppiata Fiamma-Vittoria Lo Turco/Bergamini (accompagnato dalla propria orchestra) è stata in grado di generare. Per inciso: Sabba fu tutta farina del loro sacco, Bartoccetti e Tiring nulla ebbero a che spartire, in quell’occasione. E’ però lecito pensare che lo stesso Sabba avrebbe potuto costituire l’impianto per il secondo disco di Jacula, dal momento che poi, nel 1978, Antonio Bartoccetti ne utilizzò tre pezzi sul suo Ralefun, a firma Antonius Rex.

In conclusione Sabba è opera di difficile classificazione, destinata ai cultori della magia e delle contraddizioni emanate dal Prog Rock italico d’antan, quello oscuro, venato di Folk, occulto e rifuggente le luci della ribalta, ma anche a coloro i quali non si accontentano della riproposta dei soliti cliché, triti e ritriti, anche se ben fatti e in generale a tutti gli appassionati spinti dalla curiosità, dal gusto per la ricerca e la sperimentazione.

Dannazione, Mistero, Magia sono i principali contenuti di questo concept album dove l’essere umano è smarrito nel baratro della dannazione cercando disperatamente la salvezza

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

 

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