Recensione: Scent of Human Desire

Di Alessandro Calvi - 21 Giugno 2003 - 0:00
Scent of Human Desire
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Anno: 2003
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78

Ecco finalmente il nuovo album degli italiani Secret  Sphere che con questo Scent of Human Desire sono arrivati a quota tre. Da  sempre il terzo album è cosiderato un po’ una sorta di giro di boa,  spesso può segnare per sempre un gruppo facendogli fare il salto definitivo  verso l’olimpo delle metalbands, oppure segnarla come una delle tante che  non hanno saputo mantenere le aspettative.
Il discorso su questo disco però non è così semplice, non si può dire che questo sia il disco della consacrazione per questa band, ne d’altro canto che questo sia un disco così mediocre e al di sotto delle aspettative da gettare una pessima luce sui Secret Sphere per gli anni a venire.

Si tratta sicuramente di un bel disco, ottimamente suonato e prodotto, ascoltandolo bene si possono anche notare i miglioramenti fatti dalla band nel tempo trascorso da A Time Never Come, in particolare per quanto riguarda il cantante. Il vocalist è sicuramente migliorato tantissimo nella tecnica e nell’estensione vocale, di contro però si potrebbe dire che questi suoi miglioramenti gli hanno fatto perdere un po’ dal punto di vista dell’originalità. Prima con la minore esperienza aveva un modo di cantare più particolare e forse più personale che ora in parte si è perso, so che questo potrebbe sembrare un discorso un po’ strano però questa è stata l’impressione che ho avuto io.

Passando a parlare dal punto di vista musicale, le canzoni sono tutte molto belle, per ognuna di esse si potrebbe quasi identificare uno stile diverso o una diversa influenza, dall’hard-rock al jazz, al prog al power più classico.
Mi sento però di portare una critica al numero di canzoni proposte. L’album consta di 11 brani di cui solo uno è praticamente da considerare un intro, cioè la decima traccia che dura poco meno di 2 minuti. Si parla quindi di 10 canzoni, dove sta allora il problema vi starete chiedendo voi? Molto semplicemente che forse io avrei preferito che le canzoni fossero magari anche solo un paio in meno ma che fossero più complicate.
Mi spiego meglio perchè mi rendo conto che una simile affermazione potrebbe dare adito a fraintendimenti. Non sto dicendo che le canzoni di questo Scent of Human Desire sono fatte di 4 accordi in croce, anzi, si sente subito che le canzoni sono frutto di un grosso lavoro di composizione e di arrangiamento. Quello che sto dicendo è che dal punto di vista della struttura dei brani, queste canzoni sono forse più semplici di quelle del loro secondo disco.
Mentre su A Time Never Come le canzoni mi davano l’impressione di passare continuamente quasi da un genere all’altro, con passaggi ariosi e orchestrali che si alternavano con momenti di chitarre distorte quasi thrash, questo non avviene in questo nuovo disco. In questo nuovo album i Secret Sphere sembrano aver preso ognuno degli elementi che nel disco precedente erano mescolati tra loro e averli scomposti realizzando una canzone su ognuno di essi. Ogni canzone ha un suo stile particolare che nell’insieme rende questo disco pieno di idee e di influenze, ma si è perso secondo me la caratteristica del disco precedente di avere delle canzoni che avevano al proprio interno tanti stili e passaggi diversi.

Traendo alcune conclusioni nel finale di questa recensione mi sento di affermare che questo è veramente un bell’album. Potrebbe non sembrare dopo aver letto quello che ho scritto, ma si tratta di alcune osservazioni dettate anche dalle mie aspettative. Dopo il precedente A Time Never Come personalmente avrei gradito che i Secret sphere continuassero su una certa strada che sembrava trasparire da alcune canzoni di quel disco. La scelta da parte della band è invece stata diversa da quello che mi sarei aspettato e hanno sfornato questo Scent of Human Desire che ce li presenta sicuramente cresciuti dal punto di vista tecnico e con un ottimo bagaglio di idee e di ispirazioni che spaziano tra generi diversissimi tra loro.
Un disco da ascoltare e da affiancare ai precedenti lavori della band per capire come il metal italiano finchè sarà supportato da band come questa potrà sempre guardare al futuro con fiducia.

Tracklist:
01 Rain
02 Still Here
03 1000 Eyes’ Show
04 More than Simple Emotions
05 Surrounding
06 Desire
07 Virgin Street 69
08 Runaway Train
09 Scent of a Woman
10 Life Part 1 –  Walking Through the Dawn
11 Life Part 2 – Daylight

Alex “Engash-Krul” Calvi

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