Recensione: Schizophrenia

Di Arberati bros - 20 Marzo 2003 - 0:00
Schizophrenia
Band: Sepultura
Etichetta:
Genere:
Anno: 1987
Nazione:
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80

Che tenerezza vedere nel booklet le foto dei diciottenni Sepultura, completamente sbarbati e pieni di brufoli!
Al tempo (nel 1987) l’underground Brasiliano era pieno di bands di stampo estremo, tra le quali spiccavano proprio gli adolescenti Sepultura, che prima di Schizophrenia avevano già pubblicato l’e.p. “Bestial devastation” e il “casareccio” full lenght “Morbid visions”, sotto l’etichetta indipendente della “Cogumelo”.
I fratelli Max e Igor Cavalera (chitarra/voce e batteria) riescono a fondare un gruppetto niente male influenzato da Slayer, Venom e Possessed, insieme a Paulo j.r.(basso) e Jairo T.(chitarra), poi subito rimpiazzato da Andreas Kisser. I primissimi lavori sono mal registrati, ma mostrano chiaramente l’attitudine brutale e satanica del gruppo: un concentrato di thrash, death e black, caratteristico di tanti altri gruppi estremi dell’epoca.
Questo “Schizophrenia” e’ sicuramente due passi avanti rispetto ai precedenti lavori, tanto che, nonostante gli incredibili errori di pronuncia nei testi e le idee talvolta poco mature, puo’ essere definito il loro primo vero lavoro completo, per l’alto livello nella produzione e nella composizione dei brani. Nella nuova edizione fu suonata una nuova versione di “Troops of doom”, gia’ presente su “Morbid visions”, un pezzo che nelle performance live non e’ mai mancato (addirittura viene suonato ancora col nuovo gruppo di Max, i “Soulfly”).
All’intro segue la celebre “From the past comes the storm” (versione ultimata di “The past reborns the storm”)prima incisione con Andreas alle sei corde, un pezzo molto tirato e tipicamente speedy. La promettente voce di Max si destreggia bene. Segue “To the wall”, e la band inizia a toccare tematiche piu’ reali su cui continuera a sbizzarrirsi in seguito. Molto violenta anche la seguente “Escape to the void”, uno dei migliori pezzi dell’album. Il disco contiene anche due strumentali, “Inquisition symphony” e “The abyss”, dove melodia e aggressivita’ vanno pienamente a braccetto…da segnalare come in molte parti le due canzoni richiamino alla mente i Metallica di “Orion” e “Call of ktulu” … tutto questo a dimostrare come il vecchio thrash della bay area dei succitati Slayer e Metallica ma anche dei pazzi Anthrax abbia chiaramente influenzato la band.
Molto belle anche “Septic-schizo” e la brutale “Rest in pain”, che termina con una simpatica melodia da circo.
Chi conosce i Sepultura solo per canzoni più recenti, o perchè erano l’ex gruppo del frontman dei Soulfly…allora andatevi a reperire questo album storico, ma non aspettatevi di trovarci dentro parti rappate, oppure ospiti di lusso, oppure i soiliti testi intrisi di”motherfucker” o “piece of shit” oppure tra i ringraziamenti tutto il necrologio famigliare dei membri della band ; troverete in compenso un violento e primordiale Thrash metal in tutta la sua onestà, che ha aiutato una band del terzo mondo a piazzarsi di merito tra i caposaldi della musica estrema.

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