Recensione: Scorned

Di Daniele D'Adamo - 8 Settembre 2012 - 0:00
Scorned
Band: Masachist
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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79

Il supergruppo polacco Masachist, che aveva deluso le attese con il precedente (debut-) album “Death March Fury”, dopo tre anni dal medesimo torna in campo con un CD nuovo di zecca: “Scorned”.

Supergruppo, poiché un tale concentrato di talenti in ambito di metal estremo non si vede tutti i giorni: Wojciech “Pig” Wąsowicz (Anal Stench, ex-Decapitated) alla voce, Mariusz “Thrufel” Domaradzki (ex-Yattering, ex-Azarath) alla prima chitarra, Arkadiusz “Aro” Jablonski (Shadows Land, Torquemada) alla seconda chitarra, Filip “Heinrich” Hałucha (Vesania, ex-Decapitated, ex-UnSun, ex-Rootwater) al basso e Dariusz “Daray” Brzozowski (Hunter, Vesania, Black River, ex-Neolithic, ex-Crystal Abyss, ex-Pyorrhoea, ex-Vader) alla batteria, rappresentano – difatti – un patrimonio non comune in fatto di tecnica e di valenza artistica nel campo del death metal. Non sempre, però, dei fuoriclasse messi assieme formano una squadra e “Death March Fury” ne è sembrato la dimostrazione. Così, a seguito di un triennio di silenzio, tocca a “Scorned” convincere i più scettici che non sempre è così.

La svolta stilistica c’è stata e, ora, il sound della band si è allineato alle più avanzate proposte che, coraggiosamente, tentano un nuovo passo evolutivo per il death ortodosso. Mantenendo cioè ben saldi gli stilemi di base scritti a suo tempo dai Death, i Nostri operano su di essi una progressione volta ad arricchirli sia di elementi ultra-tecnici, tipici del brutal, sia di campionamenti ambient che richiamano atmosfere cyber. Avvicinandosi, in tal modo, al visionario flavour posseduto da uno degli ensemble più sottovalutati dell’intero panorama del metal estremo: i connazionali Crionics. Non a caso, a parere di chi scrive, poiché Daray ne ha fatto parte in sede live e, inoltre, esiste più di un’intersezione trasversale fra gli stessi, i Masachist e i gruppi sopra citati.  

Comunque sia Pig e soci vivono di vita propria e, nonostante similitudini e influenze varie, sono finalmente riusciti a creare uno stile ricco di carattere e personalità. Duro, tosto, consistente e fermo nei suoi propositi. Propositi che sono sempre quelli di mettere a ferro e fuoco le praterie mitteleuropee così come fece Attila sedici secoli fa, evitando tuttavia di appesantire esageratamente una struttura elaborata di partenza. Come più su accennato, il brutal è un cugino assai prossimo ai Masachist, ma essi se ne tengono abbastanza lontani; a sufficienza per non cadere nella facile trappola della super-tecnica e dell’iper-velocità fini a se stesse. Anzi, premurandosi di rimpolpare la ricetta con abbondanti integrazioni di gelide armonie ‘color blu’ che rimandano la mente a disturbanti, desolanti sensazioni di non-esistenza, senza lambire – anche in questo caso – l’asettica meccanicità del cyber death metal.     

La linfa vitale che, così bene, alimenta il sound elaborato da Thrufel e compagni, trova terreno fertile anche nel songwriting, ricco di dettagli accattivanti per quanto un simile aggettivo si possa riferire a un genere musicale così possente, arcigno e certamente non orecchiabile. “Drilling The Nerves” apre le danze con il suo poderoso mid-tempo e i suoi terribili riff dall’accordatura ribassata. I Fear Factory sembrano lì vicino ma è solo una fallace sensazione. Le dissonanze sono ai limiti della sostenibilità fisica e Pig, che non accenna mai – nemmeno lontanamente – a qualche accenno di clean vocals, scarica sul microfono tutta la sua rabbia con il suo ‘bellissimo’ growling; capace cioè di accoccolarsi agilmente sul titanico muro di suono eretto dai maestri d’ascia Aro e Thrufel. Se poi si vuole provare la trance dell’hyper-speed, “Manifesto (100% D.M.K.M.)” è il giusto brano, devastato dai fulminanti blast-beats di Daray. Ancora, si possono citare “Liberation”, irresistibilmente trascinante in virtù di un riff portante da ribaltare un carro armato, e la sua nemesi sonora: “Liberation part II”, breve quanto agghiacciante intermezzo ambient dall’allucinazione assoluta. Il quale, non a caso, fa da ponte per “Inner Void”, complicata suite finale che trascina tutto e tutti, come un gigantesco vortice, nei più bui e profondi gironi infernali.     

“Scorned” è la raffigurazione di cinque musicisti in gran forma, capaci di produrre musica estrema ai massimi livelli sia dell’esecuzione, sia della composizione. Se si prende come metro di paragone “Death March Fury” i Masachist presentano ulteriori, ampi margini di miglioramento. Pensando in questo modo, “Scorned” si può vedere come un’opera dal buon valore globale, cui manca solo qualcosa (una maggiore uniformità qualitativa fra i brani?) per assurgere ai livelli dei migliori interpreti death del terzo millennio.   

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Drilling The Nerves 5:48       
2. The Process Of Elimination 3:06       
3. Straight And Narrow Path 4:54       
4. Manifesto (100% D.M.K.M.) 4:21       
5. Higher Authority 3:49       
6. Opposing Normality 4:01       
7. Liberation 3:59       
8. Liberation part II 1:21     
9. Inner Void 7:36                         
    
Durata 38 min.

Formazione:
Wojciech “Pig” Wąsowicz – Voce
Mariusz “Thrufel” Domaradzki – Chitarra
Arkadiusz “Aro” Jablonski – Chitarra
Filip “Heinrich” Hałucha – Basso
Dariusz “Daray” Brzozowski – Batteria
 

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