Recensione: Send To Dominate

Di Daniele D'Adamo - 21 Novembre 2012 - 0:00
Send To Dominate
Band: Berkowitz
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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77

11.09.2001 ÷ 11.09.2012.

Undici anni dopo ‘l’undici settembre’ esce “Send To Dominate”, secondo full-length dell’one-man band Berkowitz. Il progetto, nato a Berlino nel 2008 per mano di Robert “Unas” Zimmermann (voce, batteria, testi, songwriting e artwork) – coadiuvato dal session man N.K. alla chitarra – , si propone, infatti, di rappresentare una sorta di baluardo contro tutti i tipi di violenza e oppressione verso gli innocenti. Nonostante il moniker coincida con il cognome di almeno due personaggi storici (Liane, uccisa dai nazisti nel 1943, e il serial killer David), Unas dichiara che la sua creatura, in realtà, non si riferisce a nessuno di essi; manifestando con ciò la volontà di concentrarsi, senza schierarsi, sulla frustrazione derivante dalle guerre, dalle miserie e dalle ingiustizie.

Venendo all’aspetto prettamente musicale, i Berkowitz rientrano in quella schiera di ensemble, non poi molti in verità, capaci di dar luogo a un ibrido fra black e death talmente caratteristico da far pensare addirittura a un genere a sé stante. Ciò suona è un po’ una provocazione nei confronti dell’ortodossia sia del primo sia del secondo dei tipi musicali sopra citati, ma rende bene l’idea di cosa sia “Send To Dominate”. Anaal Nathrakh, Rage Nucléaire ed Endstille possono essere dei punti di riferimento importanti, per comprendere la proposta artistica di Unas. Una struttura di base esagerata nella sua furia scardinatrice, fatta di riff farneticanti e bombardamenti di blast-beats, è il primo tassello di un mosaico in cui la rappresentazione del metal assume le caratteristiche più estreme. Le rabbiose ed parossistiche accelerazioni del ritmo, inoltre, conducono nei territori ove il grindcore detta la propria legge, allontanando così la mescolanza black/death dagli oscuri capostipiti del metallo nero per avvicinarla ai freddi condottieri della morte. Quel secco tocco hardcore, insomma, che incrudisce e disumanizza un coacervo musicale di per sé già violentissimo, fornendo l’elemento risolutivo per accostare definitivamente i Berkowitz al death metal. Anche se, trattandosi di arte e non di teoremi matematici, ciascuno potrà interpretare in modo suo la questione; non vendendo meno, e su questo non ci sono dubbi, sul fatto che Unas e N.K. siano due alfieri di una brutale aggressione sonora, senza pietà per niente e nessuno.            

Pietà la quale, a parte che per i deboli, non si percepisce certo nell’opener, l’annichilente “Endurance”, sferzata dai laceranti soli di N.K. e sconquassata dalle bordate della doppia cassa di Unas. Scatti e rallentamenti si susseguono, mantenendo comunque alta la tensione anche in occasione dei mid-tempo e, parimenti, durante certe incursioni melodiche che, anche se non troppo spiccate, caratterizzano il sound del combo mitteleuropeo dandogli, soprattutto, un mood spesso melanconico quando non addirittura straziante. Si veda, a tal proposito, “Dictate Destruction”, sferzata da un tornado di blast-beats che distrugge ogni cosa tranne il veemente tormento interiore di Unas. Il quale alterna lo screaming al growling, quasi a voler sottolineare la natura bifronte black/death dei Berkowitz. Buono anche il ritmo di “Zehntausenddreihundertfünfzehn”, quasi più vicino al thrash perlomeno nel riffing, anche se – come da parametro invariabile – il fulminante lavoro della batteria spinge il tutto in direzione delle desertiche lande dell’allucinazione. Sensazione, questa, aumentata con decisione dai tristi ricami della lead guitar. Con “Paveway To The Gods”, quindi, appaiono alcuni segnali *-core che avvicinano il duo al grind, mantenendo comunque inalterato l’umore pessimista del songwriting. Da segnalare pure il lirismo che permea “Second Class Human Being”, brano travolgente come gli altri ma, a tratti, addirittura commovente. Con che, si può omettere la descrizione delle tre song a seguire, poiché proseguono sulla medesima strada di quella appena percorsa.    

“Send To Dominate”, ricco di passione e capace di toccare le corde dell’anima, è un album che non stravolge la vita giacché tratta di temi e musiche più o meno già incontrate, nel metal oltranzista. Unas, cui non manca il talento artistico, ha saputo però creare un’opera riconoscibile senza troppa fatica. Sintomo di personalità e di visionarietà. I Berkowitz, cioè, non sono solo e soltanto una micidiale macchina bellica, ma hanno anche un cuore. Grande così.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Endurance 3:38        
2. Dictate Destruction 4:49         
3. Zehntausenddreihundertfünfzehn 5:14        
4. Paveway To The Gods 3:43         
5. Second Class Human Being 4:46         
6. Från Helvetet 5:17         
7. To The Aggressor The Valve 5:50         
8. Defects 8:16  
    
Durata 41 min.

Formazione:
Robert “Unas” Zimmermann – Voce/Batteria

Musicisti addizionali:
N.K. – Chitarra
 

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