Recensione: Sham of Perfection

Di Leonardo Arci - 15 Dicembre 2006 - 0:00
Sham of Perfection
Band: Tystnaden
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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80

Sham of Perfection è il debutto sulla lunga distanza di questo interessante gruppo di Udine, autore in precedenza di due validi demo (Tystnaden – 2000 e Fragments – 2003) che riesce con questo lavoro a firmare un contratto con un’etichetta di un certo nome, la Limb Music, capace di garantire il giusto supporto che la proposta dei nostri merita senza ombra di dubbio, potendo vantare doti esecutive e creatività non comuni. Queste si evidenziano grazie alla produzione professionale ed impeccabile realizzata nei New Sin Studios ad opera di Luigi Stefanini.

I Tystnaden aderiscono a quel genere tanto in voga negli ultimi anni, il gothic metal, che vede nei finlandesi Nightwish e negli italiani Lacuna Coil i maestri incontrastati del genere. Tuttavia questi 6 ragazzi udinesi non si lasciano condizionare da facili riverenze verso i gruppi testé menzionati, riuscendo a personalizzare un genere probabilmente saturo indirizzando il proprio sound verso lidi più propriamente heavy, sconfinando dunque verso un più articolato melodic death e avvicinandosi più a band come Dark Tranquillity e, meno frequentemente, Sentenced.
I clichè del genere sono ampiamente rispettati: accanto alla voce versatile e potente della bella Laura De Luca (da tenere in considerazione per il prossimo sondaggio Miss Truemetal!), vero asso nella manica della band essendo anche autrice di tutti i testi, annoveriamo la presenza del cantato maschile in growl, affidato al tastierista Lorenzo Frascaroli, mai invadente e alquanto pulito e melodico. L’anima gothic è altresì assicurata dall’inserimento di parti strumentali poco accostabili al metal tradizionale, come ad esempio l’uso del violoncello affidato all’ospite Massimo Favento, e più in generale dalle atmosfere rarefatte e malinconiche che pervadono l’intero lavoro. L’anima death del suono dei Tystnaden è invece rappresentata da partiture chitarristiche decisamente corpose ed articolate e da un validissimo lavoro alla batteria che accenna stop and go di impatto.

Il disco si apre con la splendida First Embrace che presenta un chorus incentrato su melodie molto orecchiabili ed immediate pur mantenendo una base heavy piuttosto rigorosa e potente. Anche la successiva Münchausen Sindrome si muove lungo la direttrice tracciata dalla canzone precedente, la prestazione vocale di Laura si erge a protagonista raggiungendo picchi di espressività di valore assoluto e tutta la band riesce ad accompagnarla senza mai limitarsi a ruolo di comprimaria (ascoltate il vibrante giro di basso a metà traccia). Tystnaden è tratta dal precedente demo ed è una composizione dolcissima che vive sulla voce di Laura, qui accompagnata anche dal violoncello; si tratta di una semi-ballad piuttosto varia e mai banale che dimostra come i nostri siano capaci di un songwriting di grande valore. Più orientata verso soluzioni death è la successiva Metaphora che presenta un impeto veemente e accattivante ma che lascia spazio ad un intermezzo vocale di Laura molto evocativo. The Foolish Plan è anch’essa estrapolata dal precedente demo, viene introdotta da un’intro di piano che lascia presto campo al riffing grezzo delle chitarre e al growling imperioso di Lorenzo; la composizione comunque è molto varia ed alterna momenti molto melodici a fraseggi più aggressivi. In Hamlet si registra un’accentuazione della vena death del gruppo, testimoniata dal cantato di Lorenzo che raggiunge livelli di violenza fin qui inediti. Anche in questo caso, però, la canzone è cangiante e presenta anime diverse che ben convivono senza appesantire il suono della proposta. The Joke presenta un arrangiamento iniziale quasi pop dovuto all’uso di sintetizzatori, che però non prendono mai il sopravvento sugli altri strumenti limitandosi solo ad arricchire la canzone. Anche qui la voce di Laura si eleva sugli scudi, la trovo molto migliorata e più espressiva rispetto ai precedenti demo. Rewards è probabilmente la canzone maggiormente inquadrabile negli schemi del death metal melodico, le ritmiche sono sempre serrate e più quadrate e le divagazioni strumentali che animano la vena gotica del gruppo sono ridotte all’osso. The Vanishing dimostra come la voce di Laura sia talmente versatile da risultare molto gradevole anche quando i ritmi si alzano e occorre posizionarsi su registri più aggressivi ed immediati. Pride vs. Intellect è un’altra canzone piuttosto varia che chiude questo lavoro nel migliore dei modi: le melodie vocali definite dalla singer sono sempre molto accattivanti, le tastiere mai appaiono manieristiche e l’anima metal è garantita dal sempre egregio alle chitarre.

Siamo giunti alla conclusione e il giudizio finale non può che essere più che positivo. I Tystnaden hanno confermato con questo CD di avere intrapreso un processo di maturazione personale e convinto, dimostrando personalità e qualità indiscutibili, non limitandosi a percorrere strade già battute e vivendo di rendita ma mettendosi in gioco e proponendo un prodotto più che apprezzabile anche da parte di chi, come il sottoscritto, predilige sonorità più convenzionali. Promossi!

Leonardo Arci

Tracklist:
First Embrice
Münchausen Sindrome
Tystnaden
Metaphora
The Foolish Plan
Hamlet
The Joke
Rewards
The Vanishing
Pride vs. Intellect

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