Recensione: Shot Down

L’incessante opera di recupero archeologico messa in atto dall’etichetta portoghese Lost Realm Records ha portato l’anno passato alla luce l’unico lavoro licenziato dagli americani Traitor nella loro storia – singolo Feel the Steel del 1984 a parte – ossia Shot Down, uscito sotto forma di Ep nel 1985 e sinora mai ristampato.
Nome inflazionatissimo in ambito metallico, Traitor, esistono almeno una decina di band con questo moniker. I Californani oggetto della recensione prendono piede nel 1980 dalle parti di Orange County e durano otto anni soltanto. Il 1988 sancisce infatti la loro fine e sarà per sempre.
Pochissime, sino a questo momento, le notizie ufficiali reperibili che li riguardano. Come uso e costume della Lost Realm Records ad accompagnare la ristampa su cd – per la cronaca è stata realizzata anche in vinile – vi è però un succoso libretto di dodici pagine con la storia della band, tutti i testi e tante foto a corollario. Informazioni preziose che permettono di ripercorrere il percorso effettuato da Truman James (basso), John Gonzales (Batteria) e Brian James (chitarra), questo lo zoccolo duro dei Traitor, ai quali si aggiunsero Tim Karr alla voce e Carlos Gastelum alla seconda ascia.
Prima di giungere all’incisione dell’Ep i Traitor suonarono parecchio all’interno del loro stato, la California. Oltre ai vari club di Orange County, come il Woodstock, il Radio City e lo Jezebel’s calcarono anche i palchi prestigiosi della Los Angeles tutto fuoco e fiamme del periodo, quindi Gazzarri’s, Roxy, Whisky a Go-Go. Una volta uscito il disco si esibirono ancora parecchio ma le dinamiche all’interno del complesso mutarono e fu impossibile evitare lo scioglimento. Durante gli anni ’90, sulla spinta di Truman e Brian si tentò una reunion che però non avvenne per l’indisponibilità del batterista John Gonzales. La prematura successiva dipartita di Brian James per una grave infezione respiratoria – al quale è dedicata a chiare lettere questa realizzazione – pose la definitiva parola fine ai Traitor.
Shot Down consta di cinque soli brani, la ristampa li ricomprende due volte: la prima in modalità originale e la seconda in una ‘alternative mix version’ inedita. Tutto quanto rimasterizzato appositamente per l’uscita Lost Realm Records.
Dentro “The Way It Used To Feel”, “Have You Ever”, “Feel The Steel”, “Traitor” e “Shot Down” si respirano a pieni polmoni sia afflati di derivazione Nwobhm che il classico suono e ‘tiro’ dello US heavy metal robusto di quel periodo, contribuendo a far crescere il rimpianto per una band come i Traitor, che avrebbe sicuramente meritato maggior fortuna e continuità nel corso degli anni.
Stefano “Steven Rich” Ricetti