Recensione: Sleepwalking in a Nightmare

Di Emanuele Calderone - 21 Febbraio 2011 - 0:00
Sleepwalking in a Nightmare
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Anno: 2010
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53

Recensire oggi un disco come “Sleepwalking in a Nightmare” dei Dark the Suns è piuttosto complesso. Questa affermazione deriva in primis dal genere che la band finlandese suona, e in seconda istanza dal livello di originalità delle composizioni qui presenti.

Prima di parlare del album in questione è però bene tracciare un profilo storico del gruppo. I Dark the Suns nascono nel 2005 e in appena sei anni incidono qualcosa come dieci uscite tra singoli, demo e full-length.
I ragazzi scelgono di intraprendere un discorso musicale figlio della tradizione gothic metal nord europea , attingendo a piene mani da band simbolo come Tristania, Theatre of Tragedy, ma anche dagli ultimi Cradle of Filth e più in generale tutte le altre grandi formazioni appartenenti a tale movimento.

Strutturalmente questo “Sleepwalking in a Nightmare” è un lavoro estremamente semplice, lineare e del tutto privo di finezze strumentali e compositive. I brani scorrono via senza intoppi, seguendo uno svolgimento ben preciso. La sensazione che si ha all’ascolto però, è che le canzoni qui presenti seppur orecchiabili, abbiano veramente poco da dire. La quantità di cliché presente nelle composizioni dei nostri lascia davvero sbalorditi: le linee melodiche, anche laddove risultino piacevoli, non denotano mai un approccio personale alla musica, suonando il più delle volte sentite e risentite, abusate. Le dieci tracce ivi contenute lasciano quasi tutte ben poca traccia di sé, finendo per non risultare longeve ed interessanti.
La colpa di ciò è, come si diceva in precedenza, di un songwriting piatto, scarsamente originale nonché particolarmente ripetitivo e noioso.
Passino i continui duetti voce maschile in growl e voce femminile eterea, passi l’adozione di strutture al limite dell’elementare, si chiuda anche un occhio su melodie a dir poco ruffiane, ma il sommarsi di tutti gli elementi negativi alla fine mina pesantemente quanto di buono è presente all’interno del platter.
Volendo trovare qualcosa di gradevole -o quanto meno di sufficientemente apprezzabile- nella tracklist,  bisogna aspettare la nona “Lake of Thousand Tears”, capace quanto meno di catturare per qualche istante l’attenzione dell’ascoltatore.
Altro punto a sfavore dei nostri è da ricercare nelle liriche: ancora una volta, il combo ricade nella spirale di banalità, proponendo dei testi tanto insipidi da essere quasi irritanti. Ancora una volta gli standard del genere vengono seguiti in maniera pedissequa senza che i Dark the Suns se ne distanzino minimamente.

Qualche melodia accattivante, una buona prova generale degli strumentisti e un’ottima registrazione è dunque quanto ci rimane tra le mani. Ma vale davvero la pena spendere del denaro per così poco? Secondo chi scrive la risposta è no, decisamente no. I cinque musicisti per ora non sembrano aver trovato la giusta strada per fare breccia nei cuori dei metallers. Alla luce dei fatti non ci resta, a malincuore, che bocciarli, almeno per questa volta, sperando che la prossima uscita si attesti su livelli qualitativi migliori.

Emanuele Calderone

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Tracklist:
01- Insomnia
02- Devoid of the Sun
03- Wounded by Broken Dreams
04- World Stood Still
05- Don’t Fear the Sleep
06- Last Farewell
07- Walking with an Angel
08- Into the Blind World
09- Lake of a Thousand Tears
10- Requiem for a Dream

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