Recensione: Sofra

Di Elisa Tonini - 30 Agosto 2022 - 9:00

Nel corso dei secoli molti turchi emigrarono in Europa ed in altre zone del mondo, portandovi – più o meno – i loro influssi. Rimanendo nel nostro continente, la Germania possiede una comunità turca cospicua, di cui ne è “foriero” il gruppo Gültekin Kaan & diVan, band che unisce folk tradizionale con il rock/hard rock occidentale. Esso appartiene al musicista e cantante turco-tedesco Gültekin Kaan Kaynak e vanta ad oggi due opere, cioè “1001 Divan” (2011) ed il presente “Sofra” (2012). Quest’ultimo è praticamente composto  di canzoni incluse nel primo lavoro, da considerarsi quasi un demo per via della produzione grezza.

Prima di parlare della musica di “Sofra” colleghiamoci all’immagine dei Nostri. Attraverso poetici e metaforici testi in lingua turca, essi raccontano storie fiabesche con riferimenti odierni, inoltre viene data un’attenzione speciale all’aspetto visivo. Kaan recita quindi la parte del sultano, attorniato da uno stuolo di personaggi come pascià, emiri, gran visir, danzatrici del ventre, harem e guardie del corpo.

Questo si traduce in una base dalle svariate reminiscenze hard-rock ( dei 70’s), quindi toni abrasivi e diretti, eppure pervasi da grande ricercatezza e complessità. Tali caratteristiche emergono nella vena prog, vagamente Genesis. Il leader Gültekin scrittore, compositore ed arrangiatore di tutti i brani (tranne due) possiede una ricca cultura musicale ed un gusto sopraffino nel combinare ritmi e melodie più disparati. Fondamentale inoltre, la superba maestria esecutiva della band e degli ospiti, i quali arricchiscono il comparto folk, sia con i cori che con gli strumenti tradizionali. Quest’ultimi sono infatti necessari a creare un’atmosfera locale ma pure a dare un’effettiva struttura e profondità alle tracce. Non ultimo, anche loro sono artefici di virtuosi assoli ed influiscono ad evocare potenti suggestioni di scuola arabesk.

Su tutto vi si intreccia la voce di Kaan, dotato di un timbro perlopiù medio-alto e profondamente teatrale. Si percepisce in lui un gusto estatico – ed un filino edonista -, tradizionale eppure punk, ed all’occorrenza molto accattivante nell’hard-rock. Versatilità che esplora anche tinte misteriose.

In tema di suggestioni oscure ma comunque luminose, ammaliano certamente la struggente “Matem Dolu” – con protagonista il kanun -, “Ağlıyor İstanbul” e -soprattutto – “Hazine”. Quest’ultimo è forse il brano più prog del lotto ed anche il migliore in quanto a connubio di energia ed atmosfera. Il pezzo colpisce infatti per la sua struttura distesa, quasi doom, in cui alcuni djinn paiono scorrazzare per poi essere scacciati.

Parlando di compattezza, la title-track è il brano più duro del disco, splendidamente scandito dalle percussioni e dall’interpretazione massiccia del leader. Sorprendente inoltre il suo breve lanciarsi su territori folk arditi. Da citare la bella Harem” per le tonalità gutturali ed il maggior accento sulle percussioni, tuttavia la traccia meno tradizionale del lotto è “Ne Güzelmis”. Si tratta di un capolavoro di strumenti elettrici, con riferimento speciale ad alcuni giochi raggie-rock alla Police.

Quanto a spontanea stravaganza, “Osman” attira con bizzarri echi funky vicini ai Talking Heads e sonorità più acustiche, ma decise. Il tutto è incluso in un contesto vorticoso, trainato dalla bağlama.

Se vogliamo un istinto più epico, lo troviamo maggiormente nel singolo “Perilerin Oyunu” ed in “Üsküdar”. Il primo è un vero gioiello seducente tra bağlama, percussioni e, soprattutto, l’aspro zurna.

D’altro canto “Üsküdar” presenta un romanticismo incline a certe cose dei Blackmore’s Night. L’irresistibile epicità è ancora più valorizzata dal keman, senza nulla togliere agli altri strumenti folk. “Üsküdar” è un brano tradizionale (il cui testo è rimaneggiato da Kaan), così come lo è “Ayva Çiçek Açmış”, reso circa una semi-ballad.

Con “Sofra” Gültekin Kaan & diVan propongono un disco dalla qualità compositiva generalmente molto elevata ( un filino meno “Torpilsiz”) con alcuni brani di punta. L’esecuzione è pressoché impeccabile tralasciando forse alcune lievissime forzature nelle timbriche molto basse di Kaan. A livello di produzione questa esalta al punto giusto tutti gli elementi risultando piena ma anche graffiante.
Una band con un’identità personale definita, perfettamente integrata sia nel lato occidentale che in quello turco ed i suoi dintorni. Qualche punto di contatto può esserci – pur avendo basi e culture diverse – con i  Blackmore’s Night più tosti. Imperdibile per chi ama sonorità rock/metal combinato a sonorità esotiche. A suo modo un piccolo classico del filone.

Elisa “SoulMysteries” Tonini

Ultimi album di Gültekin Kaan & diVan

Genere: Folk - Viking 
Anno: 2012
80