Recensione: Solstice At Stonehenge 1984 [2 Cd + Dvd]

Di Stefano Ricetti - 27 Marzo 2021 - 0:30
Solstice At Stonehenge 1984 [2 Cd + Dvd]
Band: Hawkwind
Etichetta: Black Widow records
Genere: Hard Rock 
Anno: 2021
Nazione:
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80

Ci sono momenti, nella vita, destinati a rimanere irripetibili. Spingendo un po’ in là il concetto, ogni momento, per definizione e natura, è irripetibile, ma va anche sottolineato che vi sono situazioni e situazioni, con pesi specifici diversi. Solstice At Stonehenge 1984 fu un happening a entrata gratuita che non avrebbe poi più avuto un seguito e quindi, la recentissima uscita omonima griffata Black Widow Records va a cristallizzare uno di quei concerti che a loro modo hanno fatto la storia con la “S” maiuscola della musica dura. Il classico esempio che si presta a dire e pensare: “Ah, se solo avessi potuto presenziare anch’io a quell’evento…”.

A inquadrare e bloccare il tempo, così da far godere anche l’occhio e non solo l’apparato uditivo, ha provveduto la label genovese, con l’usuale confezione da urlo e veste grafica di alta qualità. I due Cd audio e il Dvd sono avviluppati all’interno di un poderoso digipak a quattro ante che porta in dote un succoso libretto di ventiquattro pagine ricchissimo di foto, storie, disegni, cronache dell’evento, ritagli di articoli di giornali dell’epoca, ricordi di chi c’era e pure qualche scatto che ritrae Pino Pintabona della Black Widow Records a Stonehenge. Ulteriore chicca la rigida velina sovrapponibile alla copertina, che permette di poterla ammirare con o senza i druidi intenti nella cerimonia del solstizio d’estate, il 21 giugno.

Originariamente Solstice At Stonehenge 1984 non era previsto a livello di uscita audio. Chi si prese la briga di filmare gli Hawkwind, Jetisoundz, realizzò un prodotto dignitoso, nulla di paragonabile a quanto viene licenziato oggi, ovviamente, ma con l’idea di catturare il video di quella notte irripetibile e indimenticabile. Illo tempore uscì la Vhs e anni dopo il Dvd, ma con il concerto non per intero. In quelle versioni mancavano “Masters Of The Universe” e “Spirit Of The Age” che in questa sono presenti, così da avere la prestazione di Dave Brock e compagni completa in ogni sua parte.

Il concerto si svolse in due tranche: la prima, quella “classica” in cartellone la sera in qualità di headliner della rassegna e la seconda all’alba del giorno dopo, così da celebrare il solstizio, con quest’ultima orfana del chitarrista Huw Lloyd-Langton, misteriosamente “missing in action”. Gli Hawkwind non si fecero mancare nulla, al loro seguito ingaggiarono ballerine, performer varie, un mimo e alcuni mangiafuoco. Altra peculiarità di Stonehenge ’84 fu il fatto che quell’edizione, la dodicesima, fu l’ultima in assoluto. Se si fosse proseguito l’anno seguente, la rassegna sarebbe divenuta “istituzionale” e quindi perenne, non più bloccabile, così come altri raduni blasonati. Le istituzioni britanniche, per salvaguardare le pietre di Stonehenge dai “capelloni”, pensarono così di chiudere baracca e burattini in quell’occasione, così da togliersi l’impiccio e vietare qualsiasi altra kermesse in loco nel futuro.

A livello di immagini, all’interno del Dvd, si viene immersi in un’atmosfera d’altri tempi, con l’istrionico e sciamanico Nik Turner, in costume e mascherato a dettare i tempi della performance degli altri cinque compari: l’inossidabile Dave Brock (chitarra, voce), Harvey Bainbridge (tastiere), Huw Lloyd-Langton (chitarra), Danny Thompson (batteria) e un Alan Davey al basso al suo primo concerto in assoluto con gli Hawkwind. Nessuna urgenza, nessun obbligo, uno show che travalica le regole alle quali si è ormai abituati per volere del business e delle tempistiche. Gli eroi dello space rock tirano i pezzi alle lunghe, se lo ritengono necessario, improvvisano assoli, lasciano che la musica scorra via leggera e libera, senza alcuna restrizione, avviluppata in un’estasi onirica. Un piacevole e benefico tuffo nel passato, quando ancora la fretta non si era impossessata delle nostre esistenze. Un evento magico, in una cornice fottutamente naif, irripetibile.

Musicalmente la resa dei due Cd è dignitosa, la Black Widow Records ha rimasterizzato l’audio e si possono apprezzare autentici momenti di hard rock mistico quali “Motorway City”, “Angel Of Death”, “Masters Of The Universe”,Night Of The Hawk”, “Brainstorm” e “Born To Go” da una delle, per chi scrive, formazioni killer degli Hawkwind durante gli eighties. Un’opera che sapranno apprezzare coloro i quali non guardano l’orologio o lo smartphone ogni minuto, oppure semplicemente chi riuscirà a non farlo, convintamente, per un’ora e tre quarti.

Venghino, siorri, venghino, la leggenda del rock passa (anche ) attraverso uno strepitoso free festival del 1984 annidato fra le pietre di Stonehenge…

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti   

       

 

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