Recensione: Solum Initio Sumus

Di Emilio Sonno - 18 Febbraio 2003 - 0:00
Solum Initio Sumus
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Anno: 2001
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76

Se finora siete stati tra coloro che hanno sempre abbinato Rimini con il trinomio “mare-discoteca-sesso”, beh, con questi Phoenix Flight allargherete sicuramente i vostri orizzonti mentali e musicali.
E’ infatti proprio dall’italica babilonia estiva per eccellenza che arriva questo formidabile trio di musicisti con un demo cd che immortala tutto il loro talento lasciando intravedere ampi scorci della loro storia passata; una storia tutto sommato non così recente, almeno per alcuni di loro, che vede come anno di formazione il 1999.
Allora le fenici erano cinque e si cimentavano con un power melodico dalle venature molto epiche e le cose sembravano andare per il verso giusto; poi però, come tutti i gruppi, andarono incontro a divergenze d’opinione e seguirono momenti poco felici.
Ma la fenice è un animale immortale, si sa, e come essa rinasce dalle sue ceneri, così, attraverso inevitabili cambiamenti di line up, anche i PF tornarono a nuova vita nel 2001 grazie alla passione e all’impegno di Stefano Vallongo, Valentina Sousa ed Emanuele Candido, rispettivamente bassista, cantante e chitarrista. E noi ci fermiamo qui con la storia perché questo concept arriva proprio poco prima degli eventi di cui sopra.
Qualcosa stava già cambiando nel sound prima ancora che nella realtà e come afferma lo stesso Stefano: “Il gruppo intraprese una strada che si allontanava progressivamente da piattismi e monotonie del power metal che già tempo era giunto, anche tra i gruppi più famosi del genere, a banali ripetizioni e monotone epopee di doppia cassa costantemente accompagnate da fredde liriche urlate e ritornelli ripetuti fino alla noia”.
Difatti la nuova strada lungo la quale inizia a prendere forma SIS si addentra in nuovi ambiti senza tuttavia riuscire ad allontanarsi del tutto dal bistrattato power, divenuto inevitabilmente parte di loro. Così dalle canzoni emergono perfette alchimie di parti gotiche sulla falsariga dei Lacuna Coil con parti sinfoniche di rhapsodiana memoria, passando attraverso sonorità familiari a certi Nightwish e Therion.
Nil Igitur Mors Est è una breve intro molto pregevole che fa da starter a Phoenix Flight dove subito affiorano le reminescenze power sedate con ampie dosi di tastieroni dal carattere liturgico, e mentre la sezione ritmica fa il suo buon lavoro, Valentina riesce ad incantare l’ascoltatore con la sua voce dolce e passionale che pure non disdegna incredibili acuti da standing ovation. Sembra tratta da una colonna sonora Fleeting Intro, una track che trae spunto dal folk apocalittico dell’eccentrico Mortiis e anticipa Fleeting Liberty, una delle song più belle dell’intero lotto in tutte le sue differenti sfumature: parte con una chitarra stile Katatonia di Dance of December Souls ma subito dopo la canzone prende tutt’altra piega, a metà tra Gathering e Pale Frost, stupenda nelle sue aperture sinfoniche sulle quali troneggiano riff turilliani che liberano il lato più barocco di Emanuele. Quanto appena detto vale anche per Alone Towards the End, vero e proprio masterpiece, dove in aggiunta alle sempre presenti atmosfere sinfoniche, e ai riff anthemici, le sovraincisioni vocali di Valentina le permettono performance vicine a quelle della bella Tarija e frequnti gorgheggi alla Monika Edvardsen (Atrox, Tactile Gemma).
Il tutto viene sapientemente imbastito da Stefano che si fa notare per un basswork molto tecnico ed elaborato, e sembra quasi voler duettare con il guitarist il quale proprio sul finire ci da prova della sua scioltezza con le sei corde sfornando un fantastico solo corto ma molto speedy.
Last but not least: Lugar Encantado, una ballad acustica romantica e struggente, tanto malinconica quanto bella, questa traccia si pone in apparente contrasto con la solarità dell’intero lavoro. Il cantato in spagnolo, poi, dona grande passionalità alla voce della giovane singer italo-panamense sposandosi alla perfezione con il caldo e avvolgente suono della chitarra acustica che rievoca lontane suggestioni latine… e su una lenta scia di note che sembrano “rubate” a Dulce Pontes il demo giunge al suo termine.
Quello che colpisce di questo gruppo sono le sorprendenti qualità e professionalità assieme ad una cura maniacale dei particolari, tanto che risulta difficile credere sia stato registrato e mixato tutto in soli otto giorni; ciò non si limita soltanto alle canzoni ma comprende anche un artwork semplice ma degno di nota proprio perchè benfatto. Sarebbe davvero un ottimo acquisto, peccato si tratti solo di un demo! ma probabilmente non c’è da preoccuparsi perchè la stoffa c’è e il momento giusto sono sicuro arriverà presto soprattutto considerando che… Solum Initio Sunt!

Emilio “ARMiF3R” Sonno

Tracklist:
01. Nil Igitur Mors Est
02. Phoenix Flight (I)
03. Fleeting Intro
04. Fleeting Liberty (II)
05. Alone Towards the End (III)
06. Lugar Encantado

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