Recensione: Somewhere Far Beyond

Di Alessandro Calvi - 28 Gennaio 2002 - 0:00
Somewhere Far Beyond
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Anno: 1992
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85

Ennesimo gran bel disco, con gran bella musica, sfornato dal gruppo tedesco dei Blind Guardian. Inutile dilungarci tanto in considerazioni varie su Somewhere Far Beyond , meglio passare subito a commentare le canzoni perchè c’è tanto da dire.

Ad aprire le danze è Time What is Time , canzone in tipico stile Guardian, potente e precisa. Come altre canzoni del gruppo si apre con un arpeggio di chitarra acustica per poi esplodere con violenti riff di chitarra elettrica. Da notare in particolare in questa canzone è il riferimento a Blade Runner , il film culto di Ridley Scott tratto dal romanzo di Philip K. Dick Do Androids Sleep of Electric Sheeps?“. Infatti protagonista del testo di questa canzone è proprio un replicante incapace di decidere del proprio futuro che urla al mondo la disperazione di essere considerato una macchina pur condividendo i sentimenti degli esseri umani.
A seguire è Journey Through the Dark , la musica si mantiene sempre sugli alti standard a cui ci hanno abituato i Blind Guardian, senza tradire gli stilemi a loro classici. Per una volta a essere raccontata sembra essere quasi la loro storia. Loro simbolo infatti non è tanto il guardian cieco di cui portano il nome, quanto il bardo medioevale che ramingo si muove per il mondo cantando storie al suono di uno strano strumento intarsiato con figure di draghi.
Al terzo posto si presenta Black Chamber , una bella canzone composta solo da voce e pianoforte ma veramente troppo breve durando pochi secondi meno di un minuto.

Le note della terza canzone non si sono ancora dissolte nell’aria che l’inizio orchestrale di Theatre of Pain fa il suo ingresso con grande eleganza. Su questa canzone non saprei cosa dire, l’unico modo per farvi un’idea sarebbe quella di ascoltarla perchè merita veramente. Di questa canzone esiste anche una versione orchestrale solo strumentale che compone l’ultima traccia bonus del disco e ripresa anche sul disco Forgotten Tales e vi posso assicurare che la versione orchestrale è quasi più bella di quella cantata.
Come molte canzoni dei Guardian, e presto avremo modo di parlarne ancora, The Quest for Tanelorn ci presenta la visione del gruppo su un libro fantasy. In questo caso si tratta del ciclo di Elric di Melnibone di Michael Moorcock . Si tratta di una delle canzoni che preferisco di tutto il disco, impreziosita anche dalla collaborazione, come già era avvenuto altre volte precedentemente, con l’onnipresente Kai Hansen.
Ashes to Ashes, un’altra canzone di quelle che hanno fatto la differenza e hanno definito lo stile dei Blind Guardian rendendoli quelli che sono oggi, da ascoltare.
E ora un piccolo capolavoro: The Bard’s Song – In the Forest. Chitarra acustica che accompagna la sola voce di Kursch, in un paio di momenti l’inserimento di un coro, nulla più. Il giro di chitarra è molto semplice, il cantato lo è quasi di più. Ma io vi sfido a non mettervi a cantare il ritornello dopo aver ascoltato la canzone anche solo due volte. In brevissimo tempo questa canzone è diventata un momento clou di ogni concerto dei Guardian al punto che Kursch in concerto non canta neanche, lasciando campo libero per tutta l’esecuzione ai cori del pubblico. Ideale anche da cantare tra amici al pub in compagnia di un bel boccale di birra da un litro.

Attaccata alla precedente ma con uno sviluppo completamente diverso, e totalmente dedita alla potenza, ribadendo quanto i Blind Guardian amino J.R.R.Tolkien è The Bard’s Song – The Hobbit, in cui i tedeschi ci deliziano con una versione musicale del libro Lo Hobbit. Così accompagnamo Bilbo e i nani nel lungo viaggio verso la caverna di Smog alla ricerca del tesoro, la conquista dell’anello a spese di Gollum, l’attraversamento di Bosco Atro e infine la guerra del re sotto la montagna Thorin e della sua follia per l’oro.
The Piper’s Calling è solo un intermezzo di cornamusa, ma aggiunge un certo strano gusto, come dire che i Guardian sono anche questo, ma allora sono un gruppo bello strano!

E concludiamo con la titletrack Somewhere Far Beyond , una lunga ouverture che ci porta a spasso un po’ lungo tutto il disco appena ascoltato per poi mettervi una degna parola fine.
In conclusione questo è un gran bel disco, i Blind Guardian sono un gran gruppo e se dite di ascoltare power ed epic non potete non avere tutti i loro dischi.

Tracklist:

01 Time What is Time
02 Journey Through the Dark
03 Black Chamber
04 Theatre of Pain
05 The Quest for Tanelorn
06 Ashes to Ashes
07 The Bard’s Song – In the Forest
08 The Bard’s Song – The Hobbit
09 The Piper’s Calling
10 Somewhere Far Beyond
11 Spread your Wings *
12 Trial by Fire *
13 Theatre of Pain (classic version)*

* CD Bonus Tracks

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