Recensione: Steeleheart

Di Simone Maver - 7 Novembre 2008 - 0:00
Steeleheart
Band: Steelheart
Etichetta:
Genere:
Anno: 1990
Nazione:
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90

Strano il destino delle band che debuttarono nei primi anni ’90, suonando un genere musicale che si rifaceva imprescindibilmente ai canoni hard’n’heavy ereditati dai grandiosi anni ’80 appena trascorsi.
Strano perché la quasi totalità di queste band venne entro pochissimo tempo, snobbata dalla maggior parte del pubblico che pose le sue attenzioni sulla moda grunge, e successivamente su nuovi generi musicali “sperimentali”, a loro veduta “innovativi”, che si affacciarono, poco tempo dopo, sul mercato mondiale.

Contemporaneamente però queste eroiche bands riuscirono con grande merito a sfornare veri e propri capolavori, che col passare del tempo si rivelarono essere perle di assoluto valore, alcune di queste, elevate ai giorni nostri a vero e proprio livello di “cult”, addirittura in grado di competere per bellezza artistica, con i “biblici” album della “golden era” ottantiana usciti solo pochi anni prima.
Gruppi come Baton Rouge, Company Of Wolves, Bangalore Choir, From The Fire, Steel Dawn, Babylon A.D., sfornarono spettacolari ellepì hard’n’heavy, per poi subito cadere nell’oblio di una carriera corta e tormentata, che sarebbe finita, entro breve tempo, nel dimenticatoio.
Stesso destino toccò agli ultimi giganti dell’AOR: Giant, Bad English, The Storm, Alias, Atlantic, Beggars & Thieves, tennero in alto l’onore dell’Adult Oriented Rock per alcuni anni, ma anche loro dovettero piegarsi al volere di un crudel fato, che non ripagò assolutamente in modo degno la fatica e il lavoro di questi eroi coraggiosi.
Si, eroi coraggiosi, perché bisogna avere coraggio e gli attributi per continuare una storia importante come quella degli anni ’80, mentre il mondo intero ti volta le spalle. E riuscire, per molti versi, a creare con orgoglio ed onore opere che splendano di luce propria nel cupo orizzonte di una grandiosa e storica tradizione che si avvia inesorabilmente verso il declino.

Gli Steelheart furono in prima linea. Forti della incredibile ugola di Michael Matijevic, potente, acuta, dolce e di grande capacità d’estensione, del talento chitarristico virtuoso ed espressivo di Chris Risola e dell’abilità compositiva dello stesso Matijevic e del bassista Jim Ward, il quintetto del Connecticut stabilì un proprio personalissimo sound, forte di reminescenze dei grandi che negli eighties li avevano preceduti.

Gli Steelheart trassero grossi insegnamenti dal lavoro di band baluardi quali Whitesnake, Dokken, Def Leppard, Great White, Motley Crue e addirittura Led Zeppelin per quanto concerne il lato più “bluesy”, il tutto rielaborato e rivisitato secondo uno stile che usciva da qualunque classificazione integralista di “hard rock cromato” o “class metal”, riuscendo perfino ad aggiungere nuove sfumature del tutto personali che non andavano però, ad intaccare assolutamente i canoni ottantiani di base.

Fulgido simbolo di un gruppo unico, fu il disco d’esordio datato 1990, album dalla classe infinita e di sorprendente qualità, ricco di sfumature giocate tra ballate malinconiche, cavalcate class metal, attacchi blues e pezzi praticamente heavy.

È l’opener “Love Ain’t Easy”, dall’intro in crescendo, a dare fuoco alle polveri. L’inizio aggressivo, cattura grazie all’acuto di Matijevic, e prosegue con una cavalcata, unita ad un ritornello capace di fare subito presa nella mente e nel cuore dell’ascoltatore. Prosegue “Can’t Stop Me Loving You”, canzone dal ritmo cadenzato che non può non ricordare addirittura quello che sarà il migliore Axel Rudi Pell.
D’ottima fattura, anche qui, il refrain, con un Matijevic esaltatissimo sull’acuto. Subito dopo, ancora il frontman croato introduce “Like Never Before”, altra song dal ricco sapore class metal. A seguire, ecco poi “I’ll Never Let You Go”, la prima ballad del platter. Una canzone malinconica e sognante, in cui il sound orecchiabile e coinvolgente da tipica power ballad hard’n’heavy anni’80, è arricchito da intrecci di chitarra meravigliosamente melodici e costruiti, nonché dalla solita prestazione estasiante e da applausi di Matijevic, davvero ispirato e coinvolto.
La successiva “Everybody Loves Eileen”, è poi un brano tipicamente hard rock americano, roccioso e potente, capace di far presa al volo grazie al ritornello molto “catchy”.
”Sheila” è la song più “bluesy” dell’intero disco, ottimamente concepita ed arrangiata. Il singer canta stavolta in un tono più basso e “rauco”; un assurdo ed ipotetico mix tra George Thorogood e il David Coverdale dei giorni nostri.
Segue quindi “Gimme Gimme”, bel brano tirato e d’impatto molto piacevole. “Rock’N’Roll (I Just Wanna)” è uno dei momenti più lanciati e potenti del disco, nonché quello più “heavy” e trascinante. Nel ritornello il frontman e le seconde voci, si intersecano in modo superbo, andando a creare un’atmosfera d’effetto immediato.
Arrivati verso le battute finali, ecco “She’s Gone”, sicuramente la “hit” dell’album. Una ballad lenta e coinvolgente in cui dolcezza e malinconia, si fondono in un vortice di “pathos mieloso” per il quale gli “chic rockers” non possono che andare matti.
Chiude “Down’N’Dirty”, una canzone dalla forte aria “hair metal” di vecchio stampo, secca, martellante e senza mezzi termini.

L’omonimo degli Steelheart è un grande album di hard rock cromato/class metal made in USA in grado di competere con i predecessori ottantiani. La sua importanza storica e artistica si rivelò notevole e fu supportata da un buon successo commerciale, tanto che nel solo Giappone furono vendute 33.000 copie durante il primo giorno d’uscita.

Dopo questo album purtroppo la carriera degli Steelheart iniziò una immeritata ed inarrestabile discesa (nonostante il successivo e buonissimo “Tangled In Reins”), sia per colpa di quella parte del pubblico che si lasciò abbindolare dalla moda grunge, sia per il brutto incidente accorso a Matijevic durante un concerto nel giorno di Halloween del 1992, che lo mise praticamente fuori gioco.

Se siete amanti di questo genere musicale, oppure solo curiosi, e volete fare vostro un pezzo di gloria dei migliori anni ’90, con questo album andrete decisamente sul sicuro.

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Tracklist:

1. Love Ain’t Easy
2. Can’t Stop Me Lovin’ You
3. Like Never Before
4. I’ll Never Let You Go
5. Everybody Loves Eileen
6. Sheila
7. Gimme Gimme
8. Rock ‘N Roll (I Just Wanna)
9. She’s Gone
10. Down ‘N’ Dirty

Line Up:

Michael Matijevic – Voce
Chris Risola – Chitarra
Frank Di Costanzo – Chitarra
James Ward – Basso
John Fowler – Batteria

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