Recensione: The Borderland Rituals

Di Giuseppe Abazia - 9 Marzo 2009 - 0:00
The Borderland Rituals
Band: Umbra Nihil
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
65

Gli Umbra Nihil sono un gruppo abbastanza sconosciuto, ma autore di uno degli album più eclettici e peculiari di tutto il panorama doom: Gnoia. Primo full-length, dopo il buon demo Enough, Or Too Much!, Gnoia poteva ricadere nel filone death-doom, ma nessun album death-doom aveva mai suonato in modo simile, prima: canzoni dalla struttura imprevedibile, soluzioni sonore inedite, assoli di chitarra di rara ispirazione, inaspettati frangenti dall’atmosfera più malinconica, growl profondissimo… Gnoia era una scheggia impazzita, un unicum nella storia del death-doom di come non se ne sono più ripetuti. Già, perchè gli stessi Umbra Nihil hanno deciso di cambiare completamente rotta, e conservare poco e nulla dell’eclettismo ostentato nel precedente album. Il cambiamento è stato talmente radicale che il genere non è neanche più death-doom, ma doom tradizionale con influenze stoner; The Borderland Rituals ci presenta un gruppo totalmente trasformato, il cui monicker resta praticamente l’unico legame col passato.

Lentezza meno ossessiva, produzione più asciutta e grezza, completo abbandono del growl in favore della voce pulita, psichedelia polverosa e atmosfere settantianne sono le caratteristiche di The Borderland Rituals. La descrizione suona familiare? In effetti, gli Umbra Nihil possono essere ora paragonati tranquillamente a band come Reverend Bizarre, Pentagram, Sleep, Cathedral, ultimi Electric Wizard. Gli intenti sono chiari fin dai primi minuti: ritmi cadenzati, chitarre rocciose, basso in primo piano, voce filtrata; quando poi, verso metà della prima canzone, l’incedere muta e parte l’assolo che ci introduce alla seconda parte, ben più veloce e rockeggiante, il quadro è completo. Gli Umbra Nihil si sono reinventati doomsters nel senso più classico del termine.
L’album è composto da sole cinque tracce, ma il minutaggio complessivo ammonta a ben cinquanta minuti. Le canzoni sono dunque molto lunghe (a parte la terza), ma d’altra parte la classe non è acqua, e la maestria degli Umbra Nihil nel costruire composizioni articolate ed interessanti non è andata affatto persa: sono molti i cambi di tempo a movimentare la struttura delle canzoni (pur restando sempre nei limiti della lentezza tipica del doom), e non mancano altre sorprese qui e lì a rendere interessante il fluire dell’album, fra cui è assolutamente da menzionare l’uso (purtroppo molto limitato) della fisarmonica. Il lavoro chitarristico è estremamente curato, e riesce a sintetizzare ottimamente le influenze provenienti dalla scuola settantiana con la cupezza propria del doom; la batteria, invece, necessitava di suoni più potenti.

Valutare The Borderland Rituals è difficile: preso a sè stante, come album doom tradizionale/stoner, è sicuramente valido, ed è decisamente consigliato a tutti gli appassionati del genere. Ma… dove sono finiti gli Umbra Nihil? Del vecchio stile non è rimasto praticamente nulla, e dispiace vedere tanto potenziale messo da parte in favore di un approccio già ampiamente collaudato da un’infinità di altri gruppi. Un tempo, come gli Umbra Nihil non c’era nessun altro. Adesso possono senz’altro fregiarsi di essere bravi in ciò che fanno, ma… sono semplicemente una band fra tante.

Giuseppe Abazia


Discutine sul forum dedicato al Gothic/Doom!

Tracklist:

1 – Welcome to the Borderland (09:24) (mp3)
2 – Open the Gate (09:06)
3 – Leaving the Body (03:02)
4 – Sea of Sleep (07:12)
5 – The Sign of Death (14:17) (mp3)

Ultimi album di Umbra Nihil

Band: Umbra Nihil
Genere:
Anno: 2005
76