Recensione: The Dark Element

Di Marco Tripodi - 14 Novembre 2017 - 8:00
The Dark Element
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2017
Nazione:
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73

Forse è il momento buono che la carriera dell’elfo di Katrineholm, Anette Olzon, decolli definitivamente. Potrebbe essere il project The Dark Element, assieme a Jani Liimatainen dei Sonata Arctica, l’occasione giusta. Forse gli astri boreali dei cieli scandinavi stavolta si allineeranno nel modo corretto e la brava e graziosa Anette riuscirà a togliersi delle meritate soddisfazioni. Partita dagli Alyson Avenue (due album tra il 2000 ed il 2004), travasata nella corazzata Nightwish per un quinquennio, viene poi scaricata senza tante cortesie dal leader maximo Holopainen, come un Blaze Bayley “qualsiasi”. Pubblica quindi un disco solista nel 2014, “Shine” (per altro anche discreto), collabora a destra ed a manca (Swallow The Sun, Bloodbound, Power Quest, Secret Sphere), ed oggi approda alla nuova band che fin dalla copertina porta ben in evidenza il suo nome con quello di Liimatainen, a chiarire che non solo le rockstar della situazione qui sono loro, ma che probabilmente il gruppo è più da intendersi come un progetto contingente che un’operazione di lungo respiro. Chissà, chi vivrà vedrà.

Per il momento ciò a cui dobbiamo prestare attenzione sono le 11 tracce contenute in questo debutto, dall’artwork fascinoso e dalla prestigiosa firma di casa Frontiers a far da cornice alla pubblicazione. Siamo in ambito power/symphonic metal, con una tavolozza pittorica che svaria dal metal financo a sentori pop, sebbene adeguatamente trasfigurati da chitarre elettriche, attitudine grintosa ed una sezione ritmica potente e cristallina quanto l’ottima produzione del sound generale. Jani, reduce dal lavorìo dei suoi Cain’s Offering, non fa mistero della direzione musicale da impartire ai The Dark Element, perfettamente in linea con le band nelle quali il finnico ha militato sin qui. I nomi che leggerete per veicolare a livello di marketing questo disco sono tutti filologicamente corretti nel descrivere il tipo di sonorità che ascolterete. Ovviamente Nightwish, ovviamente Sonata Arctica, ovviamente Cain’s Offering, e più in generale Stratovarius, After Forever, Epica, etc.. Detto questo, dalla tracklist in questione non c’è da aspettarsi chissà quali orchestrazioni o coralità magniloquenti, “The Dark Element” è più che altro un coacervo di metal scattante, scintillante e frizzantino, con una generosissima presenza di tastiere, melodia a profusione ed un’attitudine indubbiamente sinfonica rivolta però più alla radio che al teatro.

La voce di Anette è un valore aggiunto, un grande valore aggiunto poiché, pur scevra da virtuosismi e funambolismi, imprime il proprio marchio al lotto di composizioni, regalando potenza, dolcezza ed interpretazioni vibranti, tutto assemblato nella giusta misura. Non troverete grandi novità nel songwriting dei The Dark Element, non si tratta di una band che sconvolgerà il pentagramma; ma la riproposizione semplice e diretta dei topoi vincenti del power/symphonic, offerti con classe, eleganza ed energia, risulta un traguardo più che accettabile da parte del magic duo Lilmatainen/Olzon più relativi comprimari (che poi altro non sono che due membri sempre dei Cain’s Offering). L’ascolto è delizioso, rinfrescante, corroborante, alcune tracce sono davvero un portento (la title track, “The Sweet Mystery“, “Last Good Day“, “The Ghost And The Reaper“). Forse avrei qualcosa da eccepire sui due momenti più romantici e riflessivi del platter (“Someone You Used To Know” e “Heaven Of Your Heart“), un po’ troppo di maniera, ma per il resto la carretta scoppietta che è una meraviglia e ad ascolto finito il metal sinfonico dei The Dark Element è masticato senza Digestivo Antonetto (non succede troppo spesso con le band del filone). Tanto per non far nomi, se siete stanchi dei mattoni monumentali (e insensati) dei Nightwish – quella band pur dotata di ottimi strumentisti e della stratosferica Floor Jansen, ma che oramai da tempo si è dimenticata di essere “solo” una band metal e pensa di essere l’Orchestra Filarmonica Nazionale Finlandese – beh ecco, nei solchi dei The Dark Element potreste trovare una valida alternativa, decisamente più agile e tollerabile per le vostre mucose intestinali.

Marco Tripodi

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