Recensione: The Day of Pain

Di Matteo Lavazza - 17 Aprile 2005 - 0:00
The Day of Pain
Band: Natrium
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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65

Nuovo demo per i Natrium, una band che ha già un discreto nome nel panorama underground italiano, grazie soprattutto alle date live ed ai molti concorsi a cui il gruppo ha partecipato.
L’apertura è affidata a “Prison of Fear”, che dopo una breve intro scarica sull’ascoltatore un riff Thrash davvero massiccio. Tutta la canzone è un alternarsi di passaggi tipicamente Thrash alternati, in modo davvero brillante, ad altre parti più Death e tecniche, il tutto arrangiato in maniera molto fluida e scorrevole.
La seguente “Brain Sight” è più lenta ed articolata, ma anche meno convincente a mio parere, infatti le atmosfere cupe non rendono come dovrebbero a mio parere, anche se l’accelerazione a metà canzone fa sì che il pezzo si risollevi almeno in parte, pur senza mai esaltare più di tanto, nonostante la varietà di riff che la band si sforza di proporre.
Con “Last Prophecies” si torna su territori più classicamente Death/Thrash, con riff molto elaborati e velocità medie che, nonostante il buon lavoro della band, non riescono a dare quella sensazione di potenza che un brano di questo tipo richiede.
“Sellers of Happiness” viene aperta da chitarre arpeggiate prima di esplodere in maniera davvero potente, con un ottimo uso di voci, che conferiscono al brano, musicalmente molto Thrash old style, un tocco particolare e sicuramente avvincente, così come molto ben riusciti sono i cambi di tempo nella parte centrale del pezzo.
Si prosegue con “Burning in my Stake”, altra canzone giocata soprattutto su ritmiche violente e veloci, anche se non sempre potenti e cattive come ci si potrebbe aspettare, con i soliti cambi di tempo nella parte centrale, comunque sempre molto vari e ben studiati.
“Inner Devastation” è un’altra buona composizione Death/Thrash, segnata come sempre da un ottimo lavoro in fase ritmica, con anche discreti inserti solisti, che riesce a colpire nel segno, grazie soprattutto alla furiose accelerazioni che la caratterizzano.
La successiva “Scythe” segna, almeno nel riff iniziale, qualche variazione sul tema principale, grazie ad un giro di chitarra più melodico del solito, che anche quando la canzone parte violenta riesce a donare un tocco di originalità che giova davvero molto al brano, sicuramente il più personale di tutto il lotto, e probabilmente anche il più potente.
La conclusiva “The Day of Pain” è solamente una sorta di outro che non aggiunge nulla a quanto sentito finora.
I suoni purtroppo sono uno dei punti dolenti di questo demo, molto ovattati e poco potenti vanno pesantemente ad influire sulla resa delle canzoni, che, se registrate in maniera migliore, potrebbero rendere parecchio di più.
Tecnicamente il gruppo non è niente male, pur con qualche lacuna che spunta qua e la, soprattutto nelle parti di batteria, secondo me non sempre è stata trovata la soluzione migliore per la dinamica dei pezzi, e per certe linee vocali, per cui vale lo stesso discorso fatto per le parti di batteria.
Per chiudere posso dire che i Natrium con questo demo hanno dimostrato di avere delle ottime basi compositive che, se sviluppate a dovere, potrebbero portare a risultati sorprendenti, adesso non resta che aspettare e vedere cosa riserverà loro il futuro.

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