Recensione: The Never Ending Way Of ORwarriOR

Di Angelo D'Acunto - 24 Gennaio 2010 - 0:00
The Never Ending Way Of ORwarriOR
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
86

Non ci sarebbe nemmeno il bisogno di presentarli, gli Orphaned Land. La band israeliana, dopo l’esordio avvenuto nel 1994 con Sahara, seguito due anni dopo da El Norra Alila, un posto nell’olimpo degli Dei del metal se l’è guadagnato di diritto con il terzo full-length, Mabool. Ma non solo, il gruppo guidato da Kobi Farhi rappresenta al giorno d’oggi il vero e proprio fiore all’occhiello di una scena musicale (quella israeliana) poco votata alle sonorità più metal, ma che comunque, grazie al successo dei nostri, sta cominciando a far uscire fuori dal vivaio altri nomi promettenti come Amaseffer ed Ephrat, giusto per citarne due. Resta comunque il fatto che, dopo ben sei anni di silenzio, Kobi e soci hanno rischiato seriamente di finire nel dimenticatoio, come tante delle band-meteora sparite letteralmente nel nulla proprio quando si trovavano all’apice del loro successo.

E invece eccoli di nuovo qui con The Never Ending Way Of ORwarriOR, opera di un certo spessore sotto molteplici punti di vista: a cominciare dalle ben seicento ore trascorse nello studio di registrazione, dove la band ha curato in maniera maniacale ogni minimo dettaglio, con tanto di orchestra (quella di Nazareth) a supporto, coadiuvata a dovere dalle tastiere di Steven Wilson (autore anche del mixing finale). Per quanto riguarda le tematiche trattate, anche qui ci troviamo di fronte ad un concept tanto impegnativo, quanto affascinante ed evocativo, incentrato sulla figura del Guerriero di Luce. Il tutto suddiviso in tre parti, quindici tracce e per un totale di quasi un’ora e venti minuti di musica. Forse un po’ troppo per qualcuno, tenendo comunque conto che, nonostante la difficoltà d’assimilazione al primo impatto, la ricchezza di sfumature che caratterizza il disco comincia già ad emergere lentamente con i successivi ascolti. Non cambia più di tanto la formula adottata, per un sound che rimane comunque a cavallo fra death, folk e prog, forse con quest’ultima anima decisamente più accentuata rispetto al passato.

Tocca alle melodie evocative di Sapari dare il via alle danze, con le sue linee vocali nettamente folk-oriented e, a volte, anche ossessive, adagiate su di una base ritmica piuttosto solida e diretta. La successiva From Broken Vessels si regge invece su partiture decisamente più articolate, impreziosite dagli inserti di tastiera ad opera di Steven Wilson. Evocative sono le atmosfere ricreate all’interno dell’acustica Bereft In The Abyss, le quali continuano ad avere un ruolo di prim’ordine nella parte iniziale di Treading Through Darkness, lasciando poi spazio a numerosi cambi di tempo e di umori che si alternano successivamente anche in The Pilgrimage To Or Shalem. Come già si era visto nell’opener, l’anima più folk degli Orphaned Land riemerge improvvisamente con Olat Ha’tamid, brano di breve durata, caratterizzato soprattutto dall’uso degli strumenti tipici della tradizione musicale israeliana.
La seconda parte del disco si apre con l’imponente The Warrior, dove a mettersi in primo piano è in primis l’orchestra di Nazareth, alla quale tocca il compito di guidare l’andamento dei restanti strumenti, mentre la successiva His Leaf Shall Not Wither lascia spazio ad atmosfere decisamente più rilassate ricreate dai suoni di chitarra acustica, inserti d’archi e il piano di Wilson che fa capolino di tanto in tanto, quasi timidamente, per non rischiare di spezzare l’atmosfera magica ricreatasi all’interno del brano. Discorso opposto per Disciples Of The Sacred Oath II, dove le ritmiche tornano a farsi nuovamente aggressive e dirette, per poi lasciare spazio a numerosi cambi di tempo, con una parte centrale nella quale emerge, ancora una volta, il lato più folk della band. La successiva New Jerusalem è caratterizzata da cambi di tempo piuttosto frequenti, con parti ora più acustiche ed evocative, ora più elettriche e dirompenti, il tutto ad accompagnare il continuo alternarsi delle linee vocali di Kobi e Shlomit Levi. Di breve durata (poco più di due minuti) è Vayehi Or, brano più lineare e melodico, condito anche da un’aura a tratti più oscura ed inquietante che aleggerà minacciosa anche durante lo scorrere dell’introspettiva M I ?.
L’ultimo capitolo di The Never Ending Way Of ORwarriOR è forse quello più diretto e facile da assimilare nell’immediato, nonché quello di più breve durata. Barakah parte subito con una certa aggressività fatta di partiture quasi più death-oriented, per poi lasciare spazio alle linee melodiche guidate dalla voce di Kobi e rafforzate dal massiccio uso dei cori. Aggressività che torna a farla da padrona anche con Codeword: Uprising, in questo caso le ritmiche rimangono quasi sempre rocciose, mentre le parti vocali si alternano continuamente fra growl e cantato pulito. Il finale con In Thy Never Ending Way è invece votato interamente alla melodia, con partiture alternate fra chitarre acustiche ed elettriche che sorreggono in ottimo modo l’intreccio di voce maschile e femminile, per poi lasciare spazio agli eleganti rintocchi di pianoforte suonati ancora una volta da Steven Wilson e che chiudono in ottimo modo quest’ultima parte del disco.

C’erano forse dei dubbi? Non tanti in effetti, vista soprattutto l’indiscutibile classe degli Orphaned Land. The Never Ending Way Of ORwarriOR è un disco che, a primo impatto, potrà forse sembrare un po’ più pesante del previsto, ma che comunque offre all’ascoltatore una serie di tracce che si attestano su di un livello qualitativo molto alto. Un album che cresce con gli ascolti quindi, e che ci mette di fronte, ancora una volta, a quelle che sono tutte le abilità compositive di una delle band più interessanti ed originali del panorama musicale odierno.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

Discutine sul forum nel topic relativo

Tracklist:

Part I: Godfrey’s Cordial – An ORphan’s Life

01 Sapari
02 From Broken Vessels
03 Bereft In The Abyss
04 The Path Part 1: Treading Through Darkness
05 The Path Part 2: The Pilgrimage To Or Shalem
06 Olat Ha’tamid

Part II: Lips Acquire Stains – The WarriOR Awakens

07 The Warrior
08 His Leaf Shall Not Wither
09 Disciples Of The Sacred Oath II
10 New Jerusalem
11 Vayehi Or
12 M I ?

Part III: Barakah – Enlightening The Cimmerian

13 Barakah
14 Codeword: Uprising
15 In Thy Never Ending Way (Epilogue)

Line Up:

Kobi Farhi: vocals
Yossi Sa”aron (Sassi): lead guitars, acoustic guitars, saz, bouzouki, oud
Matti Svatizky: rhythm guitars, acoustic guitars
Uri Zelcha: bass, fretless bass

Guest Members:

Steven Wilson: keyboards
Shlomit Levi: female vocals
Avi Diamond: drums

Ultimi album di Orphaned Land

Genere:
Anno: 2013
88
Genere:
Anno: 2004
80