Recensione: The Nightmare Within

Di Gaetano Loffredo - 25 Febbraio 2008 - 0:00
The Nightmare Within
Band: Sencirow
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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74

Alla conquista del mondo, o almeno, queste sono le prime parole/aspettative riportate sulla brochure promozionale a corredo del nuovo disco dei Sencirow: The Nightmare Within.
Pensate un po’, il gruppo di Siegen (Germania) è uno dei fiori all’occhiello di Mr. Nico McBrain (Iron Maiden) che, dopo averli scoperti durante uno show viennese della Vergine di Ferro (mandavano in diffusione il disco nella pausa pre-concerto), cominciò a seguire i loro passi con un discreto interesse.

Nati nel 1996 in una piccola stanzetta adibita a sala prove, i Sencirow, come il novantanove percento dei gruppi esordienti, hanno autoprodotto il primo demo “Dreamspace” al quale è succeduto, poco dopo, il secondo “Crown Of Creation”. Risultato: opening act nei concerti di Doro e Grave Digger.
La ciliegina sulla torta si chiama contratto, e la AFM Records li premia offrendo loro la possibilità di farsi conoscere ad ampio raggio con il debutto “Perception Of Fear” fino a cederne i diritti all’insistente Pure Steel Records, etichetta che si è occupata della pratica corrente “The Nighmare Within”.

E’ con grande interesse che mi avvicino a questi Sencirow, formazione incline ad un power-heavy metal inflessibile, massiccio, profondamente legato alla tradizione germanica (influenzato anche dallo US Power) e sviluppato affinché la ritmica si imponga, in ogni circostanza, sulla melodia.
Non stiamo parlando di un folto campionario di soluzioni compositive, questo l’avrete già intuito, ma di una costruzione convenzionale del brano esaltata da un cantante gagliardo, Daniel Seifert, e  da una produzione assolutamente coriacea.

Gli undici brani sono turbolenti, diretti, un po’ ripetitivi forse, ma c’è chi la chiama coerenza stilistica e noi vogliamo credere alla schiettezza dei Sencirow.
La fruibilità della proposta è facilitata da ritornelli intuitivi e dagli assoli stuzzicanti di un ottimo Thorsten Ernst: è la chitarra elettrica lo strumento che accentra tutte le attenzioni, allineando i suoni corposi a un arrangiamento esemplare.
C’è ancora da lavorare sul processo evolutivo dei singoli brani, è innegabile, ma non farete fatica ad accettare le bordate metalliche di Demon Inside o di World Collapse, pezzi presi a campione all’interno di una lista che non prevede riempitivi, quanto basta per considerarne l’acquisto.

Un disco che farà la felicità di parecchi defender e un gruppo che si è meritato il rispetto sul campo di battaglia. Continueremo a seguirli sperando che alla conquista del mondo ci arrivino sul serio, dubito fortemente (Nico McBrain permettendo), ma me lo auguro.

Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
01.The phenomenon of frugality
02.Demon inside
03.Palace of bones
04.Curse of lying
05.The beggar’s estate
06.World collapse
07.Feeding the rage
08.Deliver me from pain
09.Bullet to the head
10.Gods’ creation failed
11.The nightmare within

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