Recensione: The Rise Of Resistance
Nemmeno il tempo di formarsi (primavera 2011), quasi, che i finlandesi Walking Dead Suicide – dopo il demo d’ordinanza (“I – Within The Ruins Of My Sanity”, 2011) – stipulano il contratto discografico con l’Inverse Records per dare alle stampe il loro primo full-length: “The Rise Of Resistance”. Una partenza al fulmicotone, insomma, che mostra una volta di più l’innata predisposizione al metal, e al death in particolare, da parte delle band scandinave.
L’album, registrato nell’aprile di quest’anno nei D-Studio di Klaukkala, è la cartina al tornasole di un ensemble ancora acerbo ma ricco d’idee e di personalità. Un carattere che fonda sul death metal atmosferico la sua parte più intima e ricca di peculiarità, dove per tale genere s’intende manifesta la presenza di elementi extra-metal come il dark rock e l’ambient, unitamente – invece – alla matrice di base che prende spunto sia dal death metal classico, per l’appunto, sia dal black. Senza dimenticarsi del doom, dello sludge e del gothic con, in ultimo, un’occhiata al prog. Un guazzabuglio di stili che non è certo facile gestire con unitarietà d’intenti, e che richiede pertanto molta lucidità in merito a ciò che si vuole ottenere dai propri strumenti per evitare il rischio di disperdersi come una molecola nel vuoto quasi assoluto del Cosmo intergalattico. In questo tentativo di mantenere coeso il proprio sound i Walking Dead Suicide ci riescono abbastanza bene, tenuto conto della loro così verde età. Un’età che evidentemente non ha potuto far sì che l’indubbia creatività posseduta dal combo di Helsinki potesse trovare piena soddisfazione in uno stile personale purtroppo ancora sfumato nei suoi contorni, sintomatico di un temperamento forte ma troppo giovane perché sostenga appieno il peso di una filosofia musicale del genere. Benché il groove dell’ensemble nordeuropeo sia dotato di sostanza e, comunque, riesca a farsi luce nella mente di chi ascolta, il sound di “The Rise Of Resistance” pare assumere sembianze diverse secondo il momento in cui si assimili. Una volta sembra di avere a che fare con un disco di black, un’altra con uno di doom e così via; senza che si riesca comprendere sino in fondo cosa vogliano davvero suonare, MV e compagni. Una circostanza, questa, che trova causalmente analogia nel disegno di copertina, il cui grigio soggetto muta in rapporto alla prospettiva d’osservazione.
Presi uno a uno, di contro, i membri dei Walking Dead Suicide danno una sensazione di consistenza maggiore. MV ha un bel growling, ferale e rabbioso, a volte soffuso, che ben s’intona al vestito cupo e malinconico del disco. VH offre una prestazione eccellente, con il suo basso metallico e rombante, sostenendo il suono del complesso evitando di fare da comparsa e basta; MH svolge sufficientemente i suoi compiti di chitarrista unico, mostrando una più che discreta predisposizione per la melodia dei soli. PJ si rivela un batterista a volte irruento a volte raffinato, pestando sempre e comunque con molta energia. È giocando insieme che i quattro, per dirla con un termine calcistico, formano una squadra un po’ sfilacciata e inconsistente.
Le sette canzoni del CD confermano che ai Nostri l’ispirazione non manca. Seppur non ci siano certo dei capolavori, in “The Rise Of Resistance”, alcuni episodi rivelano la potenzialità, ancora inespressa, dell’act proveniente dalla Finlandia. Uno per tutti, “In My Funeral”. Nonostante l’ovvietà di un incipit ambient raffigurante un temporale, si può apprezzare la piacevole voce in clean di MV ma, soprattutto, il leitmotiv assai orecchiabile, perfettamente inserito in un contesto molto melodico in cui prevale la parte gothic della band che qui esplode in tutta la sua potenza. Il resto del lavoro scorre, al contrario, con difficoltà, intrappolato in un limbo ove non si riesce a trovare la corretta e definitiva direzione. Ci sono spunti interessanti qua e là, come nelle parti iniziali di “Broken” e “Resistance” o nei furibondi scatenamenti ritmici di “World After” ma, oltre a ciò, poco più.
Forse era meglio aspettare ancora un po’, prima di mettere in condizioni i Walking Dead Suicide di realizzare e immettere sul mercato il loro “The Rise Of Resistance”. Una maturazione che avrebbe evitato loro di partire con quello che è, a tutti gli effetti, un mezzo passo falso.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. Sekhmet (The Powerful One) 5:47
2. Broken 4:15
3. Resistance 6:23
4. Final Season 6:49
5. Sea Of The Drowned 4:04
6. World After 10:59
7. In My Funeral 5:00
Durata 43 min.
Formazione:
MV – Voce
MH – Chitarra
VH – Basso
PJ – Batteria