Recensione: The Serpentine Ritual

Di Alberto Franco - 13 Febbraio 2013 - 0:00
The Serpentine Ritual
Band: Kill Ritual
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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72

Dopo lo scioglimento degli Imagika, band dedita ad un thrash con forti venature melodiche attiva dal 1993, Steven Rice e Wayne De Vecchi, rispettivamente chitarrista e batterista della suddetta band, non sono certo rimasti con le mani in mano. Dopo aver reclutato un trio di musicisti validi e d’esperienza e hanno fondato i Kill Ritual e pubblicato in breve tempo “The Serpentine Ritual”, debutto che sembrerebbe essere l’ideale continuazione della musica proposta dagli Imagika.

Al basso troviamo Danyael Williams, primo bassista degli storici Dark Angel, ad affiancare Steven Rice c’è la chitarra di Roberto Proietti, precedentemente in forza negli italiani Eldritch e, infine, dietro al microfono è stato scelto Josh Gibson, unico membro della band privo di precedenti esperienze in studio. Ad incrementare le aspettative, già di per sè piuttosto alte, ci pensa Andy LaRoque, noto per il suo ruolo di chitarrista con King Diamond e proprietario del Sonic Train Studio dove l’album è stato mixato.

Da un quintetto di musicisti così navigati, è lecito attendersi un lavoro di qualità, personale e privo di ingenuità, perdonabili a ragazzi alle prime armi. Diciamo subito che le aspettative sono state, almeno in buona parte accolte. Il livello qualitativo di “The Serpentine Ritual”, infatti, si attesta su ottimi livelli, e l’esecuzione dei brani è impeccabile. La proposta della band è ben lontana da quello che è il canonico thrash di matrice americana. Di questo troviamo sicuramente la padronanza tecnica degli strumenti, ma all’energia e alla velocità caratteristiche dei vari Testament, Forbidden e Heathen vengono preferite soluzioni più melodiche, tanto che si avvertono a tratti leggerissime inflessioni power.

Si capisce infatti fin dalle prime note dell’album che le trame chitarristiche sono lontane dall’irruenza tipica del thrash, ma si basano piuttosto su una melodia di fondo rilevabile in ogni singola traccia. La titletrack, che funge da opener, è esemplificativa della struttura seguita da molte delle canzoni che compongono il disco: a strofe più veloci viene alternato un ritornello maggiormente cadenzato; nella seconda parte del brano c’è spazio per un interludio che apre la strada a lunghi assoli. Proprio la sezione solista è il fattore più rilevante dell’album, tanto nei riff quanto nei soli veri e propri, le chitarre si concedono spesso lunghe scorribande sul manico della tastiera a sottolineare una volta di più l’intenzione di mettere in evidenza la melodia. Non mancano comunque le tracce che strizzano l’occhio agli ascoltatori più intransigenti. “Old School Thrasher”, per esempio, dal ritornello quasi anthemico, spicca per la sua irruente velocità, senza comunque perdere di vista quello che è il sound della band. “Cold Hard Floor” e “Torn Down” si muovono su strofe d’impronta quasi hard rock, che danno ad entrambi i brani un’atmosfera meno cupa di quella che caratterizza “The Serpentine Ritual”. Il brano dove meglio risaltano le capacità di ogni singolo musicista è “Ambush”. Un guitarwork vario ed ispirato è supportato da una sezione ritmica solidissima; la voce di Josh Gibson si muove su tonalità più basse di quanto non sia solito fare, dando prova di una buona elasticità. “Coat of Blood” si distingue dalle altre tracce per un intro acustica ed un assolo eseguito proprio da Andy LaRoque.

In contrapposizione a brani efficaci, ne troviamo altri privi del giusto mordente come “Law of the Land” e “Day the World Dies” che non sono certo eseguiti male, ma non riescono a catturare l’attenzione di chi ascolta, scorrendo senza lasciare in segno.

“The Serpentine Ritual” ci presenta una band preparata e solida, senza dubbio in grado di esprimere un thrash melodico di qualità. Pur non essendo privo di difetti, è un album che potrà senza dubbio apprezzare chi segue band che inseriscono nel loro thrash alcune componenti heavy, vedasi Death Angel e Forbidden più recenti.

Alberto “80’s Thrasher” Franco

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Tracce:

01. The Serpentine Ritual
02. Torn Down
03. Time To Kill
04. Ambush
05. Old School Thrasher
06. Coat Of Blood
07. Cold Hard Floor
08. Law Of The Land
09. The Day The World Dies
10. Prisoner Of The Flesh
11. My Neighborhood (Bonus Track)

Durata 57 min. ca.

Formazione:

Steven Rice – Chitarra
Josh Gibson – Voce
Wayne DeVecchi – Batteria
Roberto Proietti  – Chitarra
Danyael Williams – Basso

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