Recensione: The Spirit of Radio

Di Alessandro Zaccarini - 26 Settembre 2006 - 0:00
The Spirit of Radio
Band: Markonee
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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75

Tempo di primogenitura anche per i bolognesi Markonee, band che sin dal proprio monicker si mostra devota in tutto e per tutto a celebrare il genio del concittadino Gugliemo Marconi, padre della radio.

Dopo diversi anni di gavetta sotto la guida del mastermind Stefano ‘Pera’ Peresson (artefice di quasi tutte le musiche e i testi di questo album) i tempi sono maturi per il primo lavoro targato Markonee: il disco si chiama ‘The Spirit of Radio’ ed è un concept interamente dedicato alla vita dello scienziato bolognese. L’album viaggia stilisticamente tra settanta e inizio ottanta, (mantenendo pur sempre una predilezione per i primi) e mette in mostra quella classe che è sempre più difficile trovare nei debutti delle nuove leve. Cosa intendo dicendo ciò? Intendo un lavoro dove le melodie e gli arrangiamenti sono studiati e suonati con cognizione di causa e un gusto sopra la media di una scena che, per la verità, non sempre si muove a livelli discreti.

I Markonee hanno partorito un disco che richiama antiche glorie del genere senza scadere mai nel plagio, limitandosi ad attingere quando e come necessario dai tratti stilistici dei grandi del passato: dai Def Leppard ai primi Queen (il coro di Officer & Gentleman è quasi un tributo a Fat Bottomed Girls), dai Grand Funk Railroad ai primissimi Judas Priest fino ai Rolling Stones, rimodellando gli estratti teorici a immagine e somiglianza della propria dimensione musicale. Per oltre settantacinque minuti di album si avvicendano ritornelli orecchiabili, brani easy-listenin’ e altri più ricercati, in un alternarsi di espedienti musicali che prevedono un uso ben fatto di chitarre acustiche e piano. A rendere ancora più efficaci composizioni stilisticamente rivolte al passato concorre una produzione volutamente settantiana, che lascia ai pezzi quella sensazione di glorioso bianco-e-nero proprio dei modi old-school.

Tra un pezzo e l’altro possiamo godere di frammenti sonori d’epoca più o meno recente: bollettini di guerra, messaggi alle nazioni, prove di trasmissione… per un viaggio attraverso una delle invenzioni più importanti del secolo appena concluso.

Un booklet davvero ben fatto, sempre a tema e ottimamente curato, chiude un pacchetto che mi sento di consigliare vivamente a chi ama l’hard rock fatto con stile e più di un pizzico di sentimento retrò. Ascoltare brani come Colors o Officer & Gentleman per credere.

Tracklist:
01. Algoritmo
02. Colors
03. Black’n’Grey
04. Every Beat of my Heart
05. Loved Land
06. I Don’t Remember Well
07. Discovery
08. Radio Time-Warp
09. Would Lie to You
10. Moving to America
11. Modern Time Clockwork
12. I Know that You Know that He Knows
13. Love on the Run
14. Officer & Gentleman
15. Burning
16. I Would Die for You
17. Near the End:
– Fanfare for the Uncommon Man
– Full of Words Full of Sounds
– My Inerhitance
– Choirs of Angels
– Final Destination

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini

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