Recensione: The Synthetic Bliss

Di Alessandro Calvi - 5 Marzo 2010 - 0:00
The Synthetic Bliss
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Anno: 2010
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65

A poco più di un anno da “Soul Expression” i Motus Tenebrae danno alle stampe, sul finire del 2009, il loro terzo studio album, questo “The Synthetic Bliss”. Un disco che sembra la perfetta prosecuzione del precedente portandone avanti l’evoluzione sonora e stilistica.

A spiccare subito in maniera netta, nell’ascolto del cd, è la presenza dell’elettronica. Non che i Motus Tenebrae abbiano cambiato completamente genere, lasciando alle spalle quell’heavy dalle tinte oscure e a tratti lente dei primi due dischi, semplicemente la prosecuzione degli esperimenti che qui e là già facevano capolino su alcuni brani di “Soul Expression”. Quel condire con qualche effetto e qualche suono campionato alcuni pezzi torna in questa loro nuova fatica, stavolta in maniera più omogenea e diffusa praticamente a tutte le tracce. L’intento di caratterizzare il proprio sound con qualche elemento di originalità senza andare a snaturarlo è palese e sicuramente apprezzato dai fan.
Oltre a questo, però, le canzoni di “The Synthetic Bliss” non offrono altre novità rispetto al passato. Chi conosce i Motus Tenebrae sa già che son un gruppo con diverse influenze, dall’heavy al doom, dal blues al gothic, fino al rock melodico italiano. Generi che i musicisti son riusciti ad amalgamare benissimo in un sound personale ed efficace, oltretutto sostenuto da chiare doti d’arrangiamento. Le song dei Motus Tenebrae son belle, su questo non si discute, ma giunti al terzo album potrebbero suonare ad alcuni come già sentite. La freschezza di “Wayside” si è un po’ persa per strada (forse anche in seguito agli svariati cambi di formazione, per questo cd son cambiati nuovamente chitarra e batteria) e, come già “Soul Expression”, questo “The Synthetic Bliss” è sicuramente un buon disco sopra la media, ma non riesce a far gridare al miracolo.
Nulla da dire, invece, per quanto riguarda la produzione, sempre adatta al genere dei Motus Tenebrae: pulita o leggermente sporca a seconda della necessità, sempre capace di trasmettere quella sensazione di tragedia incombente che spesso la voce di Luis McFadden evoca.

“The Synthetic Bliss” segna il terzo album in studio per i Motus Tenebrae e li conferma come una band di grandi capacità compositive, in grado di sfornare belle canzoni con quelle che appare come una relativa semplicità. L’inserimento di qualche ulteriore elemento elettronico (rispetto al precedente “Soul Expression”) non rinnova, però, una proposta musicale che è sostanzialmente rimasta invariata dall’esordio con “Wayside”. Impossibile dare un’insufficienza a un disco scritto e suonato così bene che si mantiene comunque sopra la media, ma permane la sensazione di un progressivo calo di ispirazione e freschezza delle composizioni.

Tracklist:
01 Intro
02 Electric Heaven
03 Raising the Ashes
04 Nameless
05 Angels On Acid Skies
06 Lost in Time
07 Saints Are Coming
08 Different Land
09 2012
10 The Synthetic Bliss
11 In Yellow Waters
12 Inhuman Genesis
13 The New World
14 Outro

Alex “Engash-Krul” Calvi

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