Recensione: The Trident

Di Giorgio Vicentini - 9 Giugno 2006 - 0:00
The Trident
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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76

Due album editi sedendo alla corte del guru doom Lee Dorrian, e gli Unearthly Trance approdano su Relapse Records per dare alle stampe il terzo full lenght della loro carriera. Il mix americano è potente, ingrassato da varie influenze stilistiche ben miscelate in un intruglio letale: The Trident è doom, perché ne ha l’energia velenosa e l’oscurità; è “rockettaro“, vista l’attitudine di alcuni brani; è core, la cui prepotenza esplode, ad esempio, negli strilli vocali più irosi.

Inizialmente, ho trovato interessante odorare l’aria vagamente “pattoniana” in alcune vocals meno estreme, sensazione che man mano è andata scemando per lasciare tutto lo spazio necessario alle onde sonore colme di groove di “Permanent Ice“, o a “Wake Up And Smell The Corpses” e “You get What You Want” ed al loro fare diretto.
The Trident ha la qualità non da poco di essere aperto ad una sfera di pubblico più ampia di quel che si possa immaginare, perché da una matrice stilistica chiara come la lentezza violenta di “The Air Exits, The Sea Accepts Me“, immersa nel tipico riverbero delle lunghe note pachidermiche, il terzetto descrive ambientazioni aliene tra suoni profondi ed urla che assumo le sembianze di disturbi per la mente. Rumori dagli abissi, che portano il nome di “Scarlet” – vocals indolenti, atmosfere molli ed un forte odore allucinogeno; “Firebrand” – tetra e fosca; “Where The Unbelievable Is Ordinary” – cinque minuti di noise insensato.

Gli album come questo possono colpirti in più punti, perché sono abbastanza camaleontici da mimetizzare dietro un mascherone di ritmiche rallentate e poderose una duttilità di fondo persuasiva, un bel sound corposo ed una prontezza di riflessi invidiabile nel dimostrarti di conoscere il verbo “pestare” quando necessario (leggasi: un drumming pesante come le legnate di una clava sul rullante).

Gli Unearthly Trance sono un trip mentale vigoroso, veloce, rabbioso; il loro The Trident è una di quelle mazzate sulle gengive per le quali vale la pena di immolare il proprio ultimo sorriso integro.

Tracklist:
01. Permanent Ice
02. Decrepitude
03. You get What You Want
04. The Air Exits, The Sea Accepts Me
05. Scarlet
06. Wake Up And Smell The Corpses
07. Firebrand
08. In Self, Infinite
09. Where The Unbelievable Is Ordinary

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