Recensione: The World Hates Me

Di - 18 Dicembre 2007 - 0:00
The World Hates Me
Band: Boarders
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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76

Milano è da sempre una fucina di band HM, basti ricordare Bloody Skizz, Vanadium, Hocculta, Adramelch e qui mi fermo altrimenti se ne va mezza recensione. I Boarders sono una thrash band che proviene appunto dal capoluogo della Lombardia e The World Hates Me è il loro primo full length. Incredibilmente i Nostri giungono alla realizzazione di un prodotto ufficiale ben diciotto anni dopo la loro costituzione. Nascono infatti nel 1989 e poco dopo danno alla luce due demo: Bad Mistake del 1990 e Soft Fail System nel 1993. Seguono periodi di sbando per i soliti problemi di line-up e circa dieci anni fa si rimettono in sesto calcando i palchi di tutta Italia come tributo ai Megadeth di Dave Mustaine, fatto che ottiene la doverosa sublimazione nell’album Live at Metaltagno, dove i Boarders propongono sette brani del Loro repertorio dal vivo. Quest’anno si concretizza un accordo di distribuzione con la Weathertop e finalmente The World Hates Me può essere disponibile a tutti sotto l’egida dell’etichetta svizzera Quam Libet Records. La line-up prevede E.Casati (voce/chitarra), L.Civardi (chitarra), O.Sasso (basso) e R.Agnelli (Batteria). 

Si parte con True Rebellion, un brano che paga pegno agli Ac/Dc come ispirazione per poi sfociare nell’HM classico a livello di sonorità. Baptized With Fire è il giusto compromesso fra l’heavy metal tradizionale e gli assalti thrash d’altri tempi, dimostrando la coesione dei quattro Boarders, che vantano la propria punta di diamante nell’ugola di E.Casati. Schmertzgarten è un brano di thrash adulto, che parte melodico per poi esplodere nella furia sonora dettata delle due asce, impetuose e legate a continui cambi di tempo. Il fantasma di Mr. Mustaine aleggia per gli oltre quattro minuti di durata della traccia.

Never Alone è il primo episodio lento del disco: si tratta di una ballad agrodolce impreziosita dalla vocalità femminile di Mariangela Scafati. I Nostri non si fanno ingolosire dalle schitarrate ad effetto in stile Hammerfall ma modulano la loro violenza fino ad esplodere nel finale, dove la barbarie dei Boarders trova legittimo sfogo. Per chi scrive l’highlight di The World Hates Me. Non poteva assolutamente mancare la cover dei Megadeth e i lombardi, nella fattispecie, propendono per In My Darkest Hour, uno dei brani migliori scritti dall’ex Metallica. I Boarders la propongono in maniera molto fedele all’originale, indurendone il risultato finale e testimoniando il loro completo amore per la band californiana. Jump for Joy gode di un attacco stra-classico di chitarre all’inizio e richiama fortemente certi brani “spezzettati” del glorioso HM americano dei primi anni Ottanta, in stile Riot. Ancora una volta l’ugola di Casati sugli scudi.

For What It’s Worth è di nuovo Megadeth mentre in Deliver you Back to Hell è la tradizione del vecchio heavy metal a farla da padrona, per un brano che vede il singer molto vicino a David Wayne dei Metal Church come intonazione e metrica. W.P.D. passa senza graffiare con il suo thrash old style, ‘Till Life Do Us One è un ottimo esempio di brano melodico ben riuscito senza mai scadere nello stucchevole e la semi-strumentale The World Hates Me chiude il sipario.

I Boarders, con questo disco, finalmente possono dimostrare al mondo il proprio valore e far pesare l’esperienza accumulata in quasi vent’anni di militanza. The World Hates Me suona fresco e soprattutto riesce a trasmettere tonnellate di metallo concepito dalla passione e dalla coerenza, caratteristica che spesso non fa rima con originalità, ma si tratta di punti di vista…

Stefano “Steven Rich” Ricetti   

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