Recensione: Therizo

Di Manuele Marconi - 26 Dicembre 2023 - 16:54
Therizo
73

Non di rado capita nell’ambito black metal di trovare progetti musicali un po’ particolari, che mettono insieme culture non necessariamente vicine, accomunate però dall’amore e dalla passione per la musica e per le sensazioni ad essa legate. E’ questo il caso dei Taubrą, complesso ibrido svizzero/norvegese, che nel 2023 si affaccia sulla scena musicale con il proprio album di esordio, Therizo. Il disco è edito dall’etichetta
Debemur Morti Productions e si dipana lungo una durata di poco più di 41 minuti.

L’intro che apre l’album ci trasporta verso “Congregation of the Unholy”, che dà un po’ un assaggio delle principali caratteristiche del disco: solido e fruibile. Il pezzo successivo, “Sigd” è un po’ più pestato, ed evidenzia un ottimo lavoro al basso e (soprattutto) alla batteria, come anche nel caso di “Rembrandt of Death”. Particolare è la scelta di costruire brani di una durata sempre compresa fra i 5 e i 7 minuti; scelta che di per sé non ha nulla di speciale, ma che nell’ambito dell’ascolto crea un po’ di stanchezza: per come sono costruiti certi brani dopo un certo punto stancano, soprattutto se ascoltati in sequenza.

Forse è un po’ questo il difetto del disco: l’ascolto non è sgradevole, ma dopo poco tempo dall’inizio di ogni traccia si ha la sensazione di sapere già cosa si andrà ad ascoltare, e puntualmente la “previsione” non viene disattesa. Per carità, parliamo di black metal, nulla di contorto dal lato compositivo, però manca quella sensazione di curiosità per un suono che risulta sempre non male, ma neanche troppo bene. Parliamo di un esordio, perciò non si può essere insoddisfatti: già dal prossimo lavoro si potranno vedere qualità più interessanti.

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Band: Taubrą
Genere: Black 
Anno:
73