Recensione: To Those Who Walk Behind Us

Di Daniele D'Adamo - 8 Novembre 2009 - 0:00
To Those Who Walk Behind Us
Band: Illdisposed
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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75

Inserire il CD nel lettore, selezionare “Just Come And Get Me”, alzare il volume al massimo: una vera mazzata piomberà come un falco sulle tenere fibre dell’addome!
Gli Illdisposed non scherzano: arrivati al decimo album di un’onorata e lunga carriera dimostrano che l’età della pensione è ancora al di là dal venire.

Dato atto della personalità dello stile ormai adulto, non mancano infatti vivacità adolescenziale e muscolatura da culturista.
Bene o male, si tratta della più che abusata mistura brutalità/melodia; tuttavia “To Those Who Walk Behind Us” è costellato di parecchie idee che vengono sviluppate in maniera autonoma e piacevole, alcune delle quali pregevoli per originalità.
La già menzionata “Just Come And Get Me” ha per esempio un’introduzione dal taglio cyber death dal rapido ritmo ipnotico e visionario, con alcuni intarsi di chitarra che rimandano, almeno il sottoscritto, ad episodi lontani coincidenti con alcuni passaggi del leggendario Icon dei Paradise Lost.
Certamente non è che un labile eco; però dimostra se non altro che di metal i Nostri ne masticano tanto e da parecchio.

In linea generale il filone è più o meno quello dei coetanei Fear Factory, cioè tipico di un assemblaggio delle parti ritmiche fatto ad arte per simulare l’incedere asettico e non-umano di una macchina. Detto ciò, allora, verrebbe da chiedersi dove stia, la paventata originalità di alcuni momenti del disco. Sta nel fatto che non s’inventa nulla, ma quel che si prende qua e là viene combinato con sequenze che obiettivamente si possono riportare univocamente al cervello che le ha sviluppate.

Già Bo Summer ci mette del suo, nell’aggredire le linee di canto con un growling che vertiginosamente precipita in un orrido abisso – non a caso definisce subwoofer il suo apparato vocale – mutando a volte in un delirante scream.
Il lavoro delle chitarre, poi, non si concentra solamente nella generazione di riff cibernetici: non di rado si sbilanciano in parti soliste azzeccate ed addirittura raffinate per il contesto in cui si sviluppano.

L’opener “Blood On Your Parade” vede immediatamente Summer impegnato a scendere la scala delle frequenze verso i 20 hertz per poi risalirla e Jonas Kloge a scuotere le corde del basso sì da rombare come il tubo di scappamento di una moto (“Sale At The Misery Factory”).
L’impatto è da record, ed in tutto ciò si trova lo spazio per infilare più di un giro melodico.
Un po’ di techno in “For The Record”, sepolta rapidamente sotto la montagna innalzata dai claustrofobici accordi della coppia Batten-Hellboss.
Un menzione per l’umanissima drum-machine Thomas Jensen, che ostenta d’aver imparato da Dave Lombardo il tipico uso dei piatti (“Seeking Truth – Telling Lies”).

Chitarre zeppe d’effetti old style in “Sale At The Misery Factory”, rifinita nel medesimo groove anche nei settori più cadenzati e terminata dal solito lembo di una canzone popolare. Altra mazzata in arrivo: la quasi title-track “To Those Who Walk Behind Me” bombarda chi ascolta con delle vigorose onde d’urto spesse ed elastiche, lacerate sulla cresta dalle sforbiciate delle soliste.

La simulazione di un plotone che marcia in sottofondo a “To Those Who Walk Behind Me” rivela che in generale non sono troppo invasivi gli apporti elettronici e gli inserti cyber-ambient.
Con “If All The World” si arriva all’hit (sic!) di “To Those Who Walk Behind Us”: dopo una semplice e disimpegnata strofa, il bridge e il chorus spiccano decisamente per le accattivanti melodie. Cambio e quindi taglio decisamente automatizzato per la tetra “My Number Is Expired” .
“Johnny” dei Fine Young Cannibals viene gustosamente trasformata in un irriconoscibile – rispetto all’originale – drone.
Successivamente alla riproposizione di un brandello della fiacca song natia, bisogna scavalcare un altro muraglione di note (“This Unscheduled Moment”) per proseguire e finire con “Nu Gik Det Lige Så Godt”, dallo screaming particolarmente accalorato.

Certo che se gli Illdisposed fossero stati fra i primi ad inserire così tanti elementi eterogenei ed estranei al death classico, sarebbero ora considerati come metro di paragone per molti altri act e non il viceversa.
Li salva, alla fine, la non trascurabile abilità di aver saputo inserire nel proprio sound dati provenienti dai più disparati input, riuscendo per finire nella non facile impresa di segnare la loro opera con il trademark di un lavoro fresco e piacevolmente godibile.

Daniele “dani66” D’Adamo.

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Tracklist:

1. Blood On Your Parade 4:18
2. For The Record 3:14
3. Just Come And Get Me 4:10
4. Seeking Truth – Telling Lies 3:44
5. Sale At The Misery Factory 4:31
6. To Those Who Walk Behind Me 4:05
7. If All The World 4:22
8. My Number Is Expired 3:45
9. Johnny (Fine Young Cannibals cover) 4:15
10. This Unscheduled Moment 3:43
11. Nu Gik Det Lige Så Godt 3:58

Line-up:

Bo Summer – vocals
Jakob Batten – guitar
Franz Hellboss – guitar
Jonas Kloge – bass
Thomas Jensen – drums
 

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