Recensione: Universal

Di Vito Ruta - 30 Maggio 2022 - 21:49
Universal
Band: MSG
Etichetta: Atomic fire
Genere: Hard Rock 
Anno: 2022
Nazione:
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75

Torna all’uscita discografica con ”Universal”, per Atomic Fire Records, Michael, il piccolino dei fratelli Schenker. Quale? Quello che a quindici anni entra nella band del germano Rudolf e accompagna gli Scorpions all’esordio discografico. Quello che presta la sua chitarra agli UFO, per siglare pezzi memorabili. Quello al quale i Rolling Stones offrono un’audizione per rimpiazzare Brian Jones, morto tragicamente. Lo stesso che Ozzy vuole per sostituire Randy Rhoads, deceduto in un rocambolesco incidente aereo. Quello che fonda il gruppo aperto M.S.G. (Michael Schenker Group), nel quale passano fior fior di musicisti, che, oggi è alla dodicesima uscita, tra cadute e redenzioni, progetti paralleli (Temple Of Rock, Michael Schenker Fest) e solisti del suo leader…Michael Schenker.

No, non quello coi baffi…l’altro!!! Quello biondo.

Scherzi a parte, ascoltando “Universal” possiamo confermare che il talento e lo stile personale che hanno condotto Michael Schenker alla notorietà mondiale, con l’impareggiabile mistura di abilità tecnica, richiami alla musica classica e appassionata, istintiva melodia, rimangono inalterati, sebbene le atmosfere offerte dall’ultimo lavoro risultino decisamente più cupe rispetto al passato.

Il chitarrista tedesco, come nella migliore tradizione M.S.G., si è attorniato di musicisti di prim’ordine: i cantanti Michael Kiske (Helloween), Ralf Scheepers (Primal Fear) e Ronnie Romero (Rainbow, Vandenberg),  i batteristi Simon Phillips (Toto, The Who), Brian Tichy (Whitesnake, Foreigner), Bobby Rondinelli (Rainbow) e Bodo Schopf (Eloy), i bassisti Bob Daisley (Black Sabbath), Barry Sparks (Malmsteen, Dokken) Barend Courbois (Blind Guardian, Zakk Wylde).

Il livello compositivo dei brani, tutti di facile assimilazione, è discreto, con un paio di episodi che superano ampiamente la media.
Nulla si può obiettare sulle esecuzioni e i solo non mancano mai di catalizzare l’attenzione, ma il lavoro, forse a causa dello sforzo di adattare i pezzi agli interpreti, risulta non pienamente immediato e spontaneo. La copertina di “Universal”, ambientata nello spazio, vede Michael imbracciare la chitarra nella cabina di una navicella che pare impegnata a seminare, sfrecciando tra asteroidi, un oggetto volante non identificato che la insegue.
Con il comandante Schenker alla guida del velivolo (che altro non è se non la sua ormai inseparabile Flying V, priva del manico ed adattata alle esigenze dei viaggi interstellari) gli M.S.G. aprono con “Emergency”, il cui riff ben comunica il senso di allarme del titolo, in cui Michael non si fa pregare e spara il primo dei tanti stratosferici assoli presenti nell’album. “Under Attack” non è brano capace di riportare la calma, nonostante l’impostazione melodica. Il brevissimo intro strumentale “Calling Baal”, in cui musica dei nativi americani e quella elettronica convivono miracolosamente, apre a “A King has gone”, una epica cavalcata, non priva di malinconia, dedicata a Ronnie James Dio, interpretata dal frontman degli Helloween e con Tony Carey alle tastiere.
The Universe”, ben esprime, mediante una impostazione dal respiro ampio, lo stupore che suscita la bellezza e l’immensità del creato. ”Long Long road” è un pezzo tanto movimentato, grazie al riff portante, quanto melodico, dall’assolo sfavillante.
La cattivissima “Wrecking Ball” apre la seconda parte dell’album che presenta riff ancora più aggressivi, a volte in puro stile heavy, in cui spiccano decisamente la seguente “Yesterday is dead”, che personalmente adoro, riff implacabile e ritornello inaspettatamente sleazy, e “Sad Is The Song”, dalle evocative atmosfere orientaleggianti. Tra le due high score si inframezza la riuscita “London Calling”, omaggio allo spirito della capitale musicale britannica. “Au Revoir” paga il pegno di aver un riff troppo simile a quello di ”Long Long road”.
Chiudono due bonus track: “Turn Off The World” che ha decisamente il suo perché e ”Fighter”, dal ritornello deboluccio, che, comunque, non intacca il giudizio positivo sull’album.

All systems go!!
Il conto alla rovescia è già agli sgoccioli…siete pronti ad esplorare il cosmo in compagnia dei M.S.G.?                      Cinque, quattro, tre, due, uno…

 

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