Recensione: Until The End

Di Stefano Ricetti - 3 Luglio 2023 - 0:30

Una copertina splendida a opera di Manuel Scapinello e un altrettanto azzeccato moniker realizzato da Beatrice Demori accompagnano il secondo full length del Sacro Ordine Dei Cavalieri Di Parsifal, intitolato Until The End e licenziato sul mercato dalla storica etichetta di Novi Ligure (AL), Underground Symphony. Un album che si sviluppa all’interno di un digipak cartonato a tre ante, con quella di sinistra ad appannaggio di una foto della band e la destra dedicata alle note tecniche. Il booklet che ne accompagna la confezione consta di dodici pagine, dalla colorazione bianca, e riporta tutti i testi, uno scatto della formazione in bianco e nero e gli special thanks di prammatica sul finale.

Il Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal è una formazione che nasce nel 2000 in quel di Gradisca D’Isonzo, in provincia di Gorizia, Friuli Venezia Giulia. Al momento vanta due full lenght ufficiali, un demo e un album live, risalente al 2005. La line-up è composta da Carlo Venuti (chitarra), Claudio “The Reaper” Livera (basso e voce), Luca Komavli (batteria) e Davide Olivieri (chitarra e voce).

Il fatto che nella foto della band scattata da Norby Violano contenuta all’interno del booklet i Sacred si facciano immortalare agghindati di cartuccere, chiodo e magliette di Manilla Road e Cirith Ungol promette decisamente bene. Ed infatti la loro proposta risulta essere a cavallo fra l’heavy metal classico e l’epic metal, poco più di quarantacinque minuti di musica declinati lungo dieci canzoni. La durata ideale per un disco di HM, come spesso asserisco.

Black Lion” è un attacco metallico in piena regola pregno di cori eroici con Claudio “The Reaper” alla voce, cambio dietro al microfono (Davide Olivieri) sulla successiva più cadenzata “Starblazer” a palesare una band compatta e rocciosa alla quale farebbe tremendamente comodo un cantante di ruolo con due colleoni così come richiede il genere. Non che sia cosa facile, assolutamente, ma dal momento in cui ci si cimenta attraverso determinati territori stilistici i paragoni nascono poi naturali, lungo l’ascolto, tenendo conto della notevole levatura di molti altri frontman là fuori militanti in altre compagini.

Inside Me”, come “Doomraiser” e “Seals Of Fire”, concretizza quanto gli svedesi Heavy Load abbiano influenzato la scena, Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal compresi. “Still Dreaming” paga dazio al concetto espresso sopra mentre l’accoppiata di pezzi più rallentati (non in sequenza), ossia “Stone River” e “Fallen Hero” si rivela un valente affresco di melodia applicata all’heavy metal più ortodosso e intransigente. “Eagle Of The Night” è viceversa uno spaccato di HM arioso e si chiude sulle note di “Until The End”, straclassico legato alla scuola britannica.

Le giuste basi per fare meglio in futuro ci sono, così come la convinzione e la fede da parte dei quattro metaller friulani, ingredienti fondamentali per chiunque si cimenti in ambito heavy metal. Se il Sacro Ordine saprà sviluppare al meglio le idee per poi confezionarle con la massima cura dei particolari ed una produzione migliore la prossima volta saremo a parlare di un disco che lascerà per davvero il segno.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti     

 

 

 

 

 

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