Recensione: Upon Tall Thrones
È sempre un piacere ed un onore poter scrivere di bands del nostro beneamato stivale.
I Warcoe sono di Pesaro, città in cui si sono formati nel 2021 sotto la sinistra egida del doom.
Dopo un paio di singoli e l’omonimo EP, hanno esordito sulla lunga distanza nel 2022 con “The Giant’s Dream”.
Un altro paio di singoli ed arieccoli con il loro secondo album “A Place For Demons” nel 2023. La loro ultima opera al nero è questo “Upon Tall Thrones” in cui – diciamolo subito – dimostrano una vena compositiva di tutto rispetto per il genere.
Il songwriting è platealmente sabbathiano, con tanto di cantato pulito che apporta riminiscenze legate ad altra band seminale quali sono stati e sono gli Angel Witch.
Il trio marchigiano ci sa fare davvero con atmosfere plumbee e solforose, portando avanti egregiamente la tradizione italica del settore, iniziata con L’Impero delle Ombre e dai loro conterranei (ed altrettanto seminali) Death SS.
Ascoltando questo loro full-length ho avuto la netta sensazione che qualcuno avesse iniziato – fin dalle prime note – a scavarmi la fossa lentamente ma inesorabilmente, finendo la sua funerea mansione esattamente all’ultima nota, allorquando mi sono risvegliato (dopo essere stato rapito dai pezzi alquanto ipnotici) giusto in tempo per realizzare che mancava davvero poco che fosse troppo tardi.
Non a caso, il brano che più mi ha preso è stato “Deepest Grave”.
Quello che mi ha entusiasmato meno è stato “I’ve Sat Upon Tall Thrones (But I’ll Never Learn)”, un po’ spompatello rispetto a tutto il contesto e stranamente scelto per la realizzazione di un video.
La opening track “Octagon” apre la macabra danza in maniera egregia, dando la stura ad una sequenza mortifera di pezzi che – a parte la succitata (quasi) title-track – mi ha favorevolmente impressionato (ottimo l’arpeggio di “Gather In The Wood” che prelude ad una ispiratissima e strumentale “Flame In Your Hand“), convincendomi che i nostri tre allegroni pesaresi possono dire la loro in campo doom.
E bravi, Warcoe!