Recensione: Vs Life
Che senso ha continuare ad usare etichette? Death Melodico, Metalcore, Modern Metal, per non
nominare poi tutti i sottogeneri da questi scaturiti, cos’hanno di diverso? E soprattutto: esistono ancora gruppi che fanno da
bandiera ad essi? La verità è che da cinque o sei band seminali sono venute fuori orde di followers che, grazie al downloading
estremo, sono state in grado di informarsi su tutto quanto usciva, dai grandi artisti ai più insignificanti “one hit wonder”, ed
hanno cominciato a mischiare elementi presi un po’ da una parte un po’ da un’altra chiamando quest’opera di taglia e cuci
originalità.
I the Very End sono uno degli innumerevoli frutti di un’epoca dove oramai suonare uno strumento non serve più nemmeno a fare
il figo con la propria vicina di casa, in quanto quella di sicuro conosce almeno altre cinque o sei persone che si
autodefiniscono musicisti: come potremmo descrivere la proposta di questi tedeschi? Pesante di sicuro, che molto deve al thrash,
ma nonostante tutto si mantiene in ambito death, con ritornelli melodici, ma anche oscuri… tutto fiato sprecato. Tranne una
grossa reminescenza Nevermore (soprattutto nelle parti cantate in pulito, l’opener Flatline lo dimostra) non c’è nulla di
chiaramente identificabile come appartenente a qualcuno nella proposta dei nostri, tuttavia non si può nemmeno dire che vi sia
qualcosa di completamente originale. Come si giustifica ciò? E’ semplice: i The Very End semplicemente prendono idee da tutto il
filone core-modern-melodic, mischiano e ci restituiscono un prodotto diverso eppure simile a quanto tutti i loro concorrenti
suonano: un cocktail fatto dagli stessi, identici ingredienti che incontriamo in ogni uscita di un certo tipo, ma in proporzioni
uniche, cosa che la loro casa discografica tenta di definire “un capolavoro del migliore death metal melodico”. Ci dispiace
essere in disaccordo.
Il bello è che, nonostante tutto, questo Vs. Life è anche ottimamente suonato, prodotto in maniera ineccepibile e dotato di
canzoni nonostante tutto godibili, che pongono i The Very End al di sopra della media delle uscite attuali in campo core-modern-
melodic eccetera eccetera… questa costatazione però non deve essere presa come un complimento fatto al lavoro oggetto di questa
recensione, ma piuttosto come un sintomo di quanto la scena si stia impoverendo. In questo caso siamo di fronte ad un disco più
che discreto, dotato di tre canzoni d’apertura godibili (Flatline, Death Ticket e Bleed Tomorrow) e qualche altro episodio da
nonscartare (Silencing, The Loss Theory), che tuttavia in altri tempi sarebbe stato considerato come qualcosa di perfettamente
trascurabile, troppo ridondante e troppo poco vario per entrare nel cuore degli appassionati. Ai cinque tedeschi rimane il merito
di non scadere in breakdowns fin troppo scontati, ritornelli troppo pacchiani e riff a nota singola sentiti e risentiti, la qual
cosa ci permette di dichiarare che sono gente che suona per davvero, compone secondo un gusto abbastanza proprio e non
semplicemente tentando i inserire i soliti elementi di sicuro successo che tuttavia appiattiscono tutto inesorabilmente.
Se non siete ancora stanchi di sentire la solita roba e volete un gruppo che vi ricordi Jeff Loomis e soci in salsa più
moderna date una possibilità a questo Vs. Life dunque, altrimenti passate oltre, non vi sarete persi niente.
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Tracklist:
1- Flatline
2- Death Ticket
3- Bleed Tomorrow
4- Exit Plan
5- Sewn Eye Sleep
6- Stabwounds
7- The Loss Theory
8- Silencing
9- The Negative
10- Minus Everything
11- Bone Patrol