Recensione: War And Peace
Ho avuto modo di apprezzare Nils Patrik Johansson come cantante dei Wuthering Heights, gruppo danese che tra fine scorso millennio ed inizio del nuovo si fece apprezzare con alcuni dischi ben fatti e, tra gli altri, anche con gli Astral Doors, band svedese con cui ha registrato in poco più di 20 anni parecchia roba; Nils Patrik però, da circa 7 anni, ha anche una carriera solista con cui ha registrato 3 full-lengths, di cui questo “War And Peace” è l’ultimo. L’album è dotato di una copertina autocelebrativa non proprio eccellente che vede il cantante svedese sventolare bandiera bianca su un campo di battaglia del periodo rinascimentale; l’album è composto da 8 tracce (compresa l’immancabile inutilissima intro) per circa 40 minuti di durata totale, con un songwriting non particolarmente complesso, ma di facile presa, dato che tutte le canzoni sono abbastanza orecchiabili. A livello testuale non ci troviamo davanti ad un concept album, ma tutti i brani hanno testi che parlano di eventi storici o comunque riconducibili ad essa. Per quanto riguarda la musica ci muoviamo su coordinate fondamentalmente radicate nel power metal, anche se il buon vecchio heavy fa spesso capolino, con la chitarra dell’ottimo Lars Chriss (con Nils Patrik nei Lion’s Share) come strumento principale; se proprio volessimo trovare un paragone, andrei a scomodare la prima produzione degli At Vance, gruppo che mi è venuto in mente ascoltando questi brani. Dopo la predetta intro, si parte con la ritmatissima “Gustav Vasa”, canzone dedicata al Re di Svezia Gustavo I, primo monarca della dinastia dei Vasa, forse la migliore del disco.
Dopo arrivano due pezzi più moderati, l’orecchiabile “Prodigal Son”, aperta dalla tromba dell’ospite Tommy Denander, e quella “Stay Behind” che finisce con Lars Chriss che suona con la chitarra l’inno statunitense. “Barbarossa” è invece il pezzo più cadenzato e lento, forse il meno convincente a causa di un coro ripetuto un po’ troppe volte.
Con “Hungarian Dance” tornano ritmi più frizzanti, grazie all’ottimo lavoro alla doppia-cassa del figlio del leader, Fredrik Johansson. L’album si chiude con due canzoni interessanti come la solenne “The Great Wall Of China” e la cadenzata “Two Shots in Sarajevo”, dotata di un coretto easy che vi si ficcherà in testa praticamente subito.
Tirando le somme, non ci troviamo davanti ad un disco che passerà alla storia, ma questo “War And Peace” è composto da canzoni che si lasciano ascoltare piacevolmente e permettono di trascorrere un po’ del nostro tempo gradevolmente, facendoci comprendere che la passione ed il talento di un musicista come Nils Patrik Johansson fanno sempre la differenza in positivo.

