Testament: Chuck Billy parla della sua vittoria contro il cancro

Di Stefano Burini - 20 Settembre 2012 - 18:00
Testament: Chuck Billy parla della sua vittoria contro il cancro

Chuck Billy, storico frontman dei Testament in una recente intervista al sito www.legendaryrockinterviews.com ha parlato di se stesso e della sua lotta contro il cancro vinta diec’anni or sono. Di seguito, la traduzione di alcuni estratti dell’intervista.

 

LRI: “Sei reduce da un grosso problema di salute, verificatosi circa una decina d’anni fa. Molti di noi, tuoi fan che odiamo le cliniche e le visite mediche, siamo rimasti molto scossi dall’aver ricevuto quelle notizie su di te; dal canto mio ho sempre voluto chiederti quali sintomi avevi e in che momento ti sei reso conto che qualcosa non funzionava?

CB: “Avevo iniziato a fumare a quell’epoca, fumavo da due o tre mesi e stavo semplicemente salendo le scale di casa mia respirando affannosamente. Mi sono detto “Ragazzo mio, queste sigarette ti stanno uccidendo. Devo assolutamente smettere di fumare, non riesco a respirare”. Questa è stata la prima cosa che ho notato. Penso di essere stato molto fortunato e di avere un qualche angelo lassù in cielo, perché probabilmente avrei tirato dritto con il fumo e non ero di certo il tipo di persona che va spesso dal medico. Probabilmente non andavo dal medico dai tempi in cui giocavo a football alle scuole superiori. Un giorno un agente immobiliare bussa alla mia porta e mi dice che aveva qualcuno che voleva comprare la mia casa. La casa non era ancora nemmeno stata messa in vendita […]. Le ho detto che non ero interessato ma volevo solo sapere per quanto l’avrebbe potuta vendere e quando lei me lo ha detto il mio atteggiamento era diventato più del tipo ‘Ok, se mi dici che la puoi vendere a queste cifre, allora potrei essere interessato!’. Così lei lo ha fatto, l’ha venduta e io ai tempi stavo suonando con questi ragazzi ad Antioch, che era a circa un’ora da casa mia e con nulla attorno. Così quando hanno venduto la nostra casa ho detto a mia moglie ‘Ehi, andiamocene da qui, là è tranquillo, sul fiume, trasferiamoci là.’ Così, con il batterista con cui stavo suonando c’era un ragazzo dei Sadus la cui moglie lavorava all’ospedale locale e mi raccomandò un medico; io e mia moglie decidemmo di cambiare medici e dentisti ed incontrarci con loro per fare una visita. I medici mi richiamarono e dissero che era tutto a posto con mia moglie, mentre per quanto riguardava me volevano rivedermi e farmi fare altri esami e radiografie. E’ in questo modo che lo trovarono. E ‘ stato un gran colpo di fortuna, se quella signora non avesse bussato alla mia porta per vendere la mia casa, probabilmente sarei morto perché avevo un tumore nel mio petto che aveva le dimensioni di una zucca. Stava crescendo attorno al mio cuore ed espandendosi premeva sui polmoni, per questo non riuscivo a respirare

 

LRI: […] “Non c’era dolore o altro?

CB: “No, nessun dolore, semplicemente facevo fatica a respirare. Mi fecero una biopsia e ciò che i medici mi dissero fu che il mio corpo aveva costruito una specie di guscio attorno alla massa tumorale. Quando mi fecero la prima biopsia l’esito fu negativo, proprio a causa di quel ‘guscio’: non erano andati abbastanza in profondità. Quando andarono più in profondità fu allora che lo ruppero e iniziò a fuoriuscire e, quando questo accadde, il medico mi disse che dal lunedì successivo avrei dovuto iniziare la chemioterapia.

LRI: […] “Tu parlasti anche di come tu abbia realmente trovato conforto in alcuni riti della tradizione dei nativi americani, giusto?

CB: “Si, avevo un’amica con cui sono cresciuto, […] una sera andammo in un bar e lei mi disse che aveva fatto un sogno. Circa un anno prima di allora mi aveva parlato di questo sciamano chiamato Charlie e del fatto che voleva che io lo incontrassi e di come io e lui ci assomigliassimo. Non se ne fece nulla fino ad allora, ma poi, quella sera mi disse che aveva fatto un sogno in cui io e lui stavamo seduti attorno ad un falò dipingendoci con i colori di guerra come per andare in battaglia insieme. voglio dire, stavamo bevendo al bar e la cosa mi entrò da un orecchio e mi uscì dall’altro. Un giorno, dopo essere tornato a casa dopo la chemioterapia, Charlie si presentò a casa mia senza preavviso e quando ci incontrammo fu come se ci conoscessimo già da parecchio ed era davvero confortevole stare in sua compagnia. Lui entrò in casa e mi disse che stava per iniziare una cerimonia di guarigione su di me e che dopo aver finito ci saremmo seduti insieme e mi avrebbe spiegato un paio di cose. Io giacevo sul pavimento e lui aveva uno scettro a forma di aquila, un flauto e stava cantando; ti posso dire che chiusi gli occhi e vidi me stesso fluttuare nel cielo e lui mi stava conducendo in quel viaggio. Stavo come viaggiando nel cielo e potevo udire il vento e il lupi e stavo pensando ‘come riesce a fare tutto questo?’ Perché fu un esperienza davvero extrasensoriale. Mi passò una penna d’aquila sul petto e fu come se qualcosa si mosse lì dentro, poi si sedette accanto a me e mi parlò di alcune cose. Mi disse che c’erano cose che stavano per accadere e che per me non avrebbero avuto alcun senso, ma quando avessero incominciato ad accadere avrei notato che sarebbero tornate al loro posto e avrebbero acquistato senso. Mi disse che il vento sarebbe diventato il mio spirito guida e sarebbe diventato davvero importante per farmi capire cosa stava succedendo. Poi se ne andò, il tutto successe in meno di un ora. Qualche settimana più tardi tenemmo un barbecue e invitammo alcuni amici; quella notte mi svegliai nel bel mezzo della notte a causa del vento e andai al bagno perché avevo quei problemi allo stomaco, all’epoca. […] camminai fino al piano di sotto e mi sedetti nel bagno degli ospiti . Fuori dalla finestra del bagno degli ospiti c’era una piccola nube a forma di imbuto e c’erano delle lattine di birra che tintinnavano e facevano uno strano rumore sostenute dal vento. Mi sedetti e capii che qualcosa se n’era andato dal mio corpo ed ebbi una strana sensazione, il vento si fermò e le lattine caddero colpendo il pavimento. […]. Salii le scale, svegliai mia moglie e le dissi che non avevo più il cancro, che ero guarito. Lei ovviamente mi prese per pazzo. Quella settimana mi recai in ospedale per i miei esami del sangue e i medici mi dissero: ‘Wow, il tuo tumore se n’è andato’, divenni un vero credente a quel punto.