Blaze Bayley: ‘Non volevo più continuare con la mia vita’

Di Lucia Cal - 13 Luglio 2011 - 13:56
Blaze Bayley: ‘Non volevo più continuare con la mia vita’

E’ in questa frase cruda e scioccante che Blaze Bayley (ex- IRON MAIDEN, WOLFSBANE) spiega a CriticalMass.se il motivo della rottura con la propria band e i momenti difficili attraversati in un periodo molto buio della propria vita: “Quando abbiamo cominciato a lavorare per il disco, mio padre stava morendo di cancro in ospedale. Mi sono dovuto prendere dei giorni, assentandomi dalle registrazioni, e quando finalmente abbiamo iniziato, non avevamo i soldi necessari a concluderlo. Ci siamo seduti guardandoci negli occhi, ripetendo frasi del tipo “Anche se concludiamo la fase compositiva, non abbiamo i soldi per registrare la batteria, non abbiamo i soldi per registrare niente!”. All’epoca, stavamo anche cercando di pubblicare il libro (il batterista della band Lawrence “Larry” Paterson ha scritto il libro “At The End Of The Day”, che parla della carriera di Blaze Bayley).

Ero veramente in tensione, per fare uscire il disco abbiamo chiesto dei prestiti. Ho pregato i miei amici perché mi prestassero il denaro per poter pubblicare il libro e il disco. Vivevamo di niente durante la prima parte del “Promise And Terror” tour, ma alla fine tra giugno e settembre siamo riusciti a racimolare qualcosa dal tour. Siccome eravamo senza manager, non abbiamo prenotato sei mesi prima come eravamo soliti fare in passato, quindi abbiamo avuto due mesi scarsi per promuovere le date. Suonavamo per qualunque cosa riuscissimo a trovare. Tuttavia non potevamo suonare per una retribuzione equa, non potevo nemmeno permettermi l’affitto. Volevo metter su famiglia con la mia fidanzata, siccome aspettava un bambino, ma siamo arrivati al punto di non avere di che vivere, niente cibo o corrente. Ho dovuto vendere di tutto, il silver album ottenuto durante la carriera con gli Iron Maiden, il mio stereo… tutto. Sono tornato dal tour che ero pieno di debiti, e confesso di aver avuto il pensiero di togliermi la vita mentre ero in Brasile a gennaio; quando sono tornato, la mia ragazza mi ha convinto a fare delle visite mediche e consultare uno psicologo.

Mi sento come un truffatore, perché tutti i miei testi raccontano di combattere, di tenere duro, di raggiungere il top… invece ero a pezzi all’epoca e non volevo più continuare con tutto quello che la mia vita rappresentava. Ho fatto un discorso molto serio con la mia ragazza quando sono tornato dal tour, per quanto fosse spiacevole i numeri erano questi e avrei continuato a non guadagnarci nulla, così da non poter saldare i debiti. E ne ho ancora dalla Blaze band. Non sarei nemmeno stato in grado di occuparmi del bambino. (…) Quando sono tornato, ho cominciato seriamente a seguire le terapie, ho ricominciato a vedere all’orizzonte un futuro, forse avrei potuto incidere un nuovo disco, forse avrei avuto ancora qualcosa da dire. Fortunatamente i fan mi hanno supportato e ora, ho davvero un futuro.