TM Blast Beats #0: Introduzione alla batteria

Di - 6 Gennaio 2010 - 13:20
TM Blast Beats #0: Introduzione alla batteria

TrueMetal.it inizia il nuovo anno con una nuova rubrica bisettimanale tenuta da Stefano Testa, batterista membro degli Ananke, insegnante presso il centro Km33 di Trezzo Sull’Adda (Mi) e presso la Zona Played di Mezzago (Mi). Questo numero ‘Zero’ è solo l’antipasto per introdurre i lettori nel mondo dei batteristi, dedicato di fatto a chi della batteria ne sa poco. Dal prossimo numero, invece, saranno i batteristi del Metal a essere “vivisezionati” da Stefano… Al momento non sveliamo alcun nome, ma lasciamo subito la parola all’autore che ci guiderà nel mondo di rullanti, pedali, splash, crash e chi più ne ha, più ne metta! Buona lettura!
www.myspace.com/stefanotestadrummerwww.myspace.com/anankeit
www.ananke.it

 

PREFAZIONE

Cari amici lettori e, soprattutto, cari colleghi batteristi,
Siete stanchi di riguardare per l’ennesima volta i Dvd di Mike Portnoy cercando ulteriori incastri e fills a cui ispirarsi? Siete debilitati dalla continua ricerca di video da cui estrarre novità compositive? Impallidite di fronte alla mitragliatrice che Mike Terrana evidentemente possiede al posto del pedale? Allora questa rubrica fa per voi!
Questo spazio nasce dal desiderio di dare visibilità a tutti quei batteristi che, nonostante la non ancora spropositata fama, sono meritevoli di un ascolto più approfondito e, perché no, degni di essere presi a modello a cui ispirarsi. In special modo tratteremo di personaggi ancora abbastanza giovani che basano il proprio stile sui tanti mostri sacri più in su con l’età presenti nel panorama mondiale. Lasceremo dunque da parte i vari Lombardo e Ulrich e gli innumerevoli Blomberg e Bostaph che già sono stati ampiamente sviscerati in altre sedi, ma visioneremo personaggi e stili di stampo più moderno.
La nostra analisi partirà da una breve biografia del nostro ospite per poi analizzare il suo drumming tramite le sue produzioni. Affronteremo anche le sue scelte personali riguardanti il drumset e concluderemo con alcuni video.
Il tutto verrà fatto per darvi l’opportunità di ispirarvi a qualcosa di diverso e di incuriosirvi su qualcosa che non è esattamente nelle vostre corde….o meglio, nelle vostre pelli!
Per non escludere i tanti profani della batteria, che ovviamente non possono conoscere le varie terminologie che useremo, proponiamo di seguito un numero 0 con una descrizione essenziale dei componenti di un set e delle espressioni principalmente usate. Potrà risultare noiosa per i più esperti ma sicuramente utile per chi non distingue, non per sua colpa, un tom da un clamp!
Che altro dire? Buona visione!

NUMERO 0

A chi pensa che uno splash sia il suono fatto da un bimbo che salta in una pozzanghera è vivamente consigliata la lettura di questa parte. Non pretendiamo che leggendo queste breve e grossolana guida si possa diventare il più grande esperto dai tempi di Buddy Rich, ma speriamo che sia di aiuto a tradurre i seguenti numeri della rubrica quando questi entreranno troppo nel dettaglio. Partiremo con l’analisi di una batteria per poi concludere con delle considerazioni finali sulla terminologia musicale.   

LA BATTERIA

Questo meraviglioso strumento, che nel suo insieme si può chiamare drumset, drumkit o anche set, è composto da un innumerevole quanto indefinito numero di pezzi, penso che almeno ciò sia assodato. Classificare però tutti i suoi componenti per nome, tipo e caratteristiche è lavoro da esperti. Cominciamo con alcune informazioni utili.
Innanzitutto sappiate che ogni batterista è libero di scegliere qualsiasi pezzo che andrà a fare parte del proprio set, non ci sono regole stabilite da nessuno ma solo scelte personali. Possiamo affermare però che almeno il 99,9% dei set sia composto come minimo da cassa, rullante ed un piatto da accompagnamento, o un hi-hat, il famoso doppio piatto con il pedale per intenderci, o un ride. Sappiate anche che le due maggiori categorie di pezzi suonabili sono composte da tamburi e piatti, ma esistono categorie minori e sicuramente meno usate come le percussioni, ma analizzeremo il tutto in seguito. Ogni set possiede anche una schiera di meccaniche come aste, mezzaste, pedali, clamp o rack tutte volte al sostegno o all’uso dei pezzi suonabili. A qualsiasi batteria possono essere affiancati anche componenti elettrici dagli usi più disparati.
Le misure di ogni pezzo sono definite in pollici (un pollice equivale a 2,54 cm e si indica con “ ), facilitandoci il lavoro di scelta nell’enorme mondo delle case produttrici. Sembra una cosa stupida ma basti pensare ad altri ambiti e ci accorgeremo rapidamente di come ogni marchio ha misure personali volte a portare il cliente all’acquisto dei propri prodotti anche per futuri ampliamenti. Non è il nostro caso, soprattutto per quanto riguarda agganci e meccaniche, marchi diversi sono spesso compatibili (anche se capita negli ultimi tempi che le maggiori case sfoderino qualche aggancio di misure imbarazzanti, che si stiano allineando all’industria dell’elettrodomestico? noi speriamo di no).
Addentriamoci ora in una analisi più approfondita.

Mappa del set

I TAMBURI

I tamburi sono praticamente i cilindri di varie misure che vediamo in un set. Sprigionano il suono grazie alla combinazione tra la pelle battente, la pelle risonante e il fusto.
Hanno la caratteristica di avere due misure principali e cioè diametro e profondità, come il più classico dei cilindri geometrici. Se parliamo di una cassa da 18”x22” sappiamo che 22” indica il diametro e 18” la profondità. Capita a volte di assistere allo scambio delle posizioni numeriche, cerchiamo di ricordarci che in ogni caso la misura più importante è il diametro, che è pressochè sempre la più grande tra le due. La maggior parte di loro sono costruiti in legno, soprattutto acero e betulla, ma capita di vedere utilizzati anche legni tropicali come bubinga o mogano, arrivando anche a mischiarli negli strati del fusto. Non è raro vedere anche fusti in plexiglass.
Ogni tamburo ha anche parti meccaniche in metallo, più precisamente gli agganci che servono a sostenerli, i cerchi e i tiranti delle pelli.

Rullante
In inglese “Snare”, rappresenta l’anima della batteria. È il tamburo che vediamo in mezzo alle gambe del musicista, indispensabile e pressochè insostituibile. Ha misure con un range abbastanza contenuto, il diametro può comunemente variare dai 12” ai 14” mentre la profondità (che esclusivamente per il rullante conta anche misure con la virgola) varia dai 3” fino anche ai 9”. Esistono anche misure diverse da queste ma si tratta di casi contenuti e limite. Il rullante ha la caratteristica unica di avere una cordiera composta da fili di metallo arricciati che va ad appoggiarsi alla pelle inferiore che dona il tipico suono secco e frizzante.

Cassa
Colei che ci fa tenere il ritmo ai concerti, che ci entra in pancia e ci da quella soddisfazione sonora che solo lei sa dare. Ha le stesse caratteristiche di tutti i tamburi, un diametro che vive tra i 16” e i 24” e una profondità che si aggira tra 16” e i 22”. Come il rullante esistono casi di misure esterne a questi limiti,  che sono comunque i più comuni.
Come tutti sapranno si suona con un pedale, che può essere anche doppio, in modo da suonarla alternativamente con entrambi i piedi. Molti professionisti scelgono invece una doppia cassa, sicuramente più spettacolare.

Tom e timpani
Sono i tamburi che si vedono sopra alla cassa o ai lati del batterista. L’unica cosa che li differenzia sta nel fatto che si definiscono tom i tamburi sospesi alla cassa o ad aste mentre timpani i tamburi che sono dotati di gambe proprie. Ogni set ne ha un numero scelto esclusivamente dal batterista cha andrà ad usarli. Nella maggior parte dei casi sono disposti da sinistra verso destra in ordine di grandezza, scendendo a lato del batterista per le misure più grosse. Intuirete che questa disposizione è ovviamente idonea ad eseguire scale dalla nota più alta a quella più bassa.
Sia tom che timpani hanno misure abbastanza precise per quanto riguarda il diametro: per i tom in ordine troviamo 8”, 10”, 12”, 13”, 14”, 16” mentre per i timpani 14”, 16”, 18”, 20”.
Noterete che alcune misure compaiono in entrambi i tipi. Questo è dovuto al fatto che molti amano usare tom sospesi anche fino al 16” tralasciando i timpani, incluso il sottoscritto, altri amano invece avere alla propria destra possenti timpani, altri ancora accoppiare tom e timpani dello stesso diametro.
Se vi state chiedendo il motivo troverete la spiegazione qui di seguito.
Per quanto riguarda la profondità hanno entrambi regole abbastanza nette e adottate negli ultimi anni dalla maggior parte delle case produttrici. I tom presentano una profondità inferiore di 2” o 3” al diametro mentre i timpani hanno quasi sempre una profondità e un diametro uguali. Questo fa si che un tom da 16” e un timpano da 16” suonino in maniera molto diversa, tanto da poterli affiancare nello stesso set nei più svariati modi.
Ovviamente non è necessario avere nel proprio set tutte le misure sopracitate, le combinazioni sono centinaia e ogni batterista sceglie la sua.

I PIATTI

I piatti sono quanto di più vario si possa trovare all’interno di un set. Ne esistono migliaia di modelli con un numero spropositato di caratteristiche. Le loro misure definiscono esclusivamente il diametro, mentre nel loro nome si trovano, a volte, le loro caratteristiche intrinseche. Due cose comuni a tutti i piatti sono il foro, con il quale si infilano nelle aste, e la campana, la parte centrale sopralevata del piatto dove si trova appunto il foro. Elencarli tutti sarebbe pressochè impossibile quindi anche per loro stileremo una lista delle categorie principali.

Hi-hat
Il tanto acclamato doppio piatto con pedale! Unico nel suo genere rappresenta il piatto per eccellenza. È formato da due piatti, quasi sempre identici, di cui uno capovolto. La possibilità di aprire o chiudere i due piatti tramite il pedale fa si che abbia centinaia di possibilità di impiego in tutti i generi conosciuti. L’hi-hat tipico ha una misura che può andare dai 12” ai 14” ma esistono anche per lui rari casi di misure diverse da queste. Molti batteristi amano accoppiare all’hi-hat principale, normalmente locato alla sinistra del rullante, uno o più hi-hat secondari, dislocati sulla destra ma non solo, che possono essere anch’essi comandati a pedale oppure fissi. E’ usato principalmente per l’accompagnamento dei pezzi.

Ride
Il ride è insieme all’hi-hat l’altro piatto da accompagnamento principale. Lo troviamo normalmente sulla destra e ha una forma ampia e piana. Viene suonato principalmente di punta per far si che sprigioni il suo suono acuto e pulito, il classico ‘din’ di un campanello se volete provare a cercarlo all’interno di un brano. Ha misure che vanno dai 18” ai 24” e alcuni batteristi, per la maggior parte in ambito rock, amano utilizzarlo anche crashabile.

Crash
Se non avate ben chiaro il concetto di crashabile ve lo spiego in un attimo. I crash sono i tanti piatti che vedete nelle posizioni più alte di un set. Si colpiscono quasi esclusivamente di taglio in modo da far esplodere la loro potenza. Il ride crashabile è per l’appunto un ride che si presta ad un simile uso. Vengono usati soprattutto negli stacchi, alla fine di una battuta o anch’essi per accompagnare parti pesanti ma trovano anche altri margini di utilizzo. Presentano misure che partono dai 14” fino ai 20” e, anche senza che io ve lo dica, immaginerete che più è grande il diametro più in genere sono potenti.

Splash
Se avete letto fin qui sarete lieti di sapere che il momento di svelarvi cosa siano questi misteriosi splash è finalmente giunto! Uno splash non è altro che un crash con una misura inferiore, nella stragrande maggioranaza dei casi, ai 14”. Per le sue caratteristiche viene usato come effetto in svariati momenti di una battuta, riempe bene spazi vuoti. Lo si può trovare in ogni posizione del set ma soprattutto davanti al batterista, più precisamente sopra ai tom o all’hi-hat. Questo per via del fatto che gli splash sono per lo più di misure cosi piccole da rendere facile il loro incastro tra gli altri componenti.

China
Se pensate ad un piatto cinese siete molto lontani dalla verità. Un china, per chiarirci, è un crash girato al contrario che presenta una leggera curva nella parte più esterna. Questa strana forma gli dona un suono che è, mi sento di dire, a metà tra un crash e un gong. Anche lui viene usato come effetto, negli stacchi o accoppiato ai crash stessi.

Effetti
Esistono poi centinaia di altri piatti, fabbricati da ogni azienda, di ogni misura e forma e dai nomi più improbabili che possono donare al set sonorità particolari. Ovviamente non perderemo tempo ad elencarli tutti. Nonostante la loro enorme presenza sul mercato restano ad oggi ancora abbastanza limitati nelle scelte dei batteristi professionisti e non. Qualora nei prossimi numeri ci dovessimo imbattere in piatti appartenenti a questa famiglia li analizzaremo al momento, ma credo che capiterà al massimo un paio di volte poiché anche chi se li potrebbe permettere grazie ad uno sponsor ne fa volentieri a meno.

Una ‘comune’ piccola batteria

PERCUSSIONI

Nella categoria delle percussioni troviamo una grandissima varietà di strumenti tutti volti ad incrementare le possibilità sonore del set a cui appartengono. Ne esistono di ogni forma, materiale e grandezza e possono avere caratteristiche tanto simili quanto diverse sia dai piatti sia dai tamburi. Ne elencheremo alcune categorie tra le più utilizzate in un drumkit vero e proprio, lasceremo da parte invece quelle usate unicamente in kit da percussionisti.

A tamburo
A questa specie appartengono tutte le percussioni che utilizzano lo stesso principio dei più normali tamburi di batteria. Sono dotati principalmente della sola pelle battente (la superiore) e di un fusto. Timbales, octobans e bongos ne sono i principali appartenenti.

A corpo unico
Potremmo racchiudere in questa categoria tutte le percussioni che sprigionano il proprio suono tramite il loro unico corpo centrale. Blocks e cowbells ne sono i principali esponenti. Come abbiamo già detto, sono formate da un unico corpo interamente di legno, plastica o metallo il più delle volte caratterizzato da una forma che garantisca una minima cassa di risonanza nella parte interna.

A metallo
L’ultimo gruppo che prenderemo in considerazione è formato dalle percussioni che utilizzano parti in metallo come fautrici del suono vero e proprio, che prende vita grazie al contatto tra loro stesse o con le bacchette. Ne fanno parte bar chimes, tambourines e triangoli.

MECCANICHE

Addentriamoci ora nel mondo della ferraglia. Le principali aziende di batterie hanno linee di meccaniche che comprendono bene o male tutto ciò di cui un batterista ha bisogno. Esistono anche aziende che si occupano della sola produzione di meccaniche. In ogni caso i corrispettivi cataloghi presentano a grandi linee, sebbene con diverso design, gli stessi prodotti di cui riportiamo di seguito i principali.

Aste e mezzaste
Rappresentano il tipico elemento di sostegno di qualsivoglia componente di un set. Le aste hanno gambe proprie mentre le mezzaste devono essere agganciate ad altre meccaniche di sostegno.

Clamp e agganci
Servono per poter agganciare tra di loro decine di elementi e per questo hanno varie forme e misure spesso modificabili.

Pedale
Il pedale può essere singolo o doppio, è formato principalmente da una pedana agganciata ad un battente e deve il suo movimento ad un meccanismo a molla.

Asta hi-hat
È l’unica asta dotata di un pedale che permette di modificare a piacimento la distanza dei due piatti sovrastanti. Anch’essa è dotata di un meccanismo a molla.

Reggitom
Sono praticamente le aste che sorreggono i tom. Possono essere agganciate direttamente alla cassa oppure essere dotate di gambe proprie.

Seggiolino
Se vi dovesse capitare di vedere usate al loro posto sedie, sgabelli o trepiedi di dubbia provenienza, non lasciatevi ingannare. I seggiolini fanno parte degli stessi cataloghi di meccaniche prodotti dalle aziende del settore, spesso inclusi nei set di meccaniche preconfezionate. Possono essere di varie forme, colori e materiali ma la loro struttura è identica per quasi ogni modello, con gambe richiudibili come nelle aste.

Reggirullante
E’ la meccanica che regge il rullante, agganciandolo e sostenendolo con tre asticelle apribili.

Rack
Un rack non è altro che un enorme tubo orizzontale che circonda il set, al quale vengono agganciate soprattutto mezzaste e reggitom. Da modo di sbarazzarsi di tutte le gambe delle aste e di rimontare il set in modo da avere i singoli pezzi già posizionati perfettamente. Purtroppo è difficilmente trasportabile se paragonato ad aste normali.

COMPONENTI ELETTRICI

Ogni set può possedere anche parti elettriche. Come per gli altri componenti di cui abbiamo parlato, ne tratteremo i principali.

Microfoni
La batteria ne ha necessariamente bisogno per poter essere amplificata. Di norma se ne dovrebbe usare come minimo uno per ogni tamburo, uno per l’hi-hat e due per i restanti piatti, ma ognuno è libero di configurarli come meglio crede.

Metronomo
Ovviamente è lo strumento che tiene il click ai batteristi. Non è altro che un computerino collegato a delle cuffie.

Cuffie
Possono essere usate per il click o come spia, cioè per sentire se stessi o gli altri strumenti mentre si suona in un contesto amplificato.

Trigger e centralina
I trigger sono dei sensori posizionati sulle pelli dei tamburi. Ad essi sono collegati dei cavi che raggiungono la centralina. Ad ogni colpo sui tamburi inviano un segnale alla centralina che lo trasforma in tempo reale in un segnale sonoro, ascoltabile tramite cuffie o casse. Sono ampiamente utilizzati in contesti di metal estremo soprattutto nella cassa, in modo da avere un suono più gestibile.

EFFETTI PERSONALI

Quest’ultima sezione la voglio dedicare tutti quei componenti personali di ogni batterista e a ciò che occorre al drumset stesso in ambiti diversi dalle sessioni musicali. Bacchette, scarpe, guanti, asciugamani, portabicchieri, portabacchette, portapiatti, case, portameccaniche chi più ne ha più ne metta. Parleremo solo delle due principali categorie che vengono a contatto con il drumset.

Bacchette
Ovviamente coloro che necessariamente servono per suonare su di una batteria! Sono nella stragrande maggioranza dei casi in legno, possono essere di varie forme, pesi e misure. Ne esistono centinaia di modelli: spazzole, mallets, slapstick ecc. Non credo ci sia bisogno di dire che le più utilizzate nel metal sono le classiche.

Scarpe
Spesso ignorate come un vero e proprio strumento, penso invece che siano importanti almeno quanto le bacchette. Molti batteristi suonano con ai piedi ciò che capita, altri invece ne scelgono un modello adatto con molta attenzione per non separarsene più. C’è chi usa scarpette leggere, chi stivali e chi addirittura ama suonare scalzo.
 
Per la somma gioia della mia tastiera, posso affermare che con questo abbiamo completato l’analisi di tutto ciò che compone o può comporre un drumset.

 

Come non montare un set…

TERMINOLOGIA MUSICALE

In questa rubrica non parleremo esclusivamente di aste, piatti e tamburi ma, come vi ho già anticipato, analizzeremo  lo stile del batterista in questione. Trattando però del drumming dei nostri ospiti dovremo necessariamente usare termini ed espressioni completamente ignorate dai non musicisti e a volte di difficile comprensione per i batteristi stessi. Risultandomi già difficile il cercare di riportare in parole ciò che nasce e vive intrinsecamente nella musica, mi appare letteralmente utopistico stilare un elenco ed una spiegazione di tutte le caratteristiche, sfumature e concetti riguardanti un musicista nel pieno della sua attività come invece abbiamo fatto per la strumentazione.
Francamente non posso fare altro che invitarvi a contattarmi qualvolta vogliate delle delucidazioni, sono presente sul Forum Musicisti con il nick Stefano Testa (che fantasia eh?!) e sarò felice sia di rispondere a quesiti riguardanti la rubrica sia di discutere di eventuali imprecisioni o dissensi.
Se invece siete dotati di un discreto automatismo potete facilmente trovare gran parte dei termini musicali conosciuti in centinaia di pagine del web.