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Amon Amarth (Johan Hegg)

Di Daniele Balestrieri - 2 Dicembre 2009 - 1:03
Amon Amarth (Johan Hegg)

Poco prima dell’esibizione della band scandinava al New Age di Roncade, il nostro Daniele Peluso ha raggiunto Johan Hegg nel backstage del locale per scambiare quattro chiacchiere su musica, mitologia e progetti futuri della band di Tumba.

Buona lettura!

Partiamo dall’inizio: dal 1996, data del vostro primo disco, ad oggi. Come è cambiato il mondo della musica e di riflesso come sono cambiati gli Amon Amarth?

Molte cose sono cambiate (ride) nel mondo della musica, nuove influenze e nuove idee sono nate in questi ultimi tredici anni. Gli  Amon Amarth sono rimasti a grandi linee sempre gli stessi: scriviamo sempre allo stesso modo e componiamo sempre alla stessa maniera. Cerchiamo sempre di costruire le nostre canzoni in modo da mantenere sempre un certo “stile” ben riconoscibile e assimilabile da parte dei fan. Cerchiamo di mantenere le strutture delle canzoni sempre invariate, credo sia questo il segreto della nostra musica.

Potevate immaginare un successo planetario così eclatante?

Credo che immaginare questo successo non sia possibile, penso che la parola giusta sia sperare di aver successo. Mi spego: avere dei sogni, delle aspirazioni e degli obiettivi è una cosa naturale per tutti i gruppi che si accingono a fare musica, indipendentemente dal genere suonato. Lo scopo di ogni musicista è quello di poter vivere del proprio talento e delle proprie capacità, di girare il modo, di conoscere un sacco di gente. Beh, gli Amon Amarth degli esordi non erano da meno. Ed è per questo che consiglio a tutte le band, dalle più piccole che magari hanno appena iniziato a suonare, a quelle un po’ più navigate e che ancora non hanno avuto successo, di credere sempre in quello che si fa e di continuare a lavorare con passione per raggiungere i propri obiettivi. Con creatività e passione credo che nulla sia davvero impossibile.

Prima di toccare argomenti più specifici, avrei ancora una domanda di stampo generale: come riportato da Wikipedia, ritieni James Hetfield, Tom Araya, Ozzy Osbourne e Lemmy le tue fonti di ispirazione. Quanto incidono queste ispirazioni sulla fase compositiva della band e, tutt’ora, quali sono i gruppi che ascoltate giornalmente nella vostra vita quotidiana?

(ride) Questi che hai citato continuano ad essere i miei punti di riferimento che continuo a seguire, ed è normale che sia così; tutti, chi più chi meno, abbiamo delle persone o dei singoli gruppi che ci danno ispirazione o che semplicemente sono dei modelli. Restano in assoluto le mie band preferite, ma credo che non abbiano tanto influito sul mio modo di cantare, quanto piuttosto sull’ispirazione nella fase compositiva. Per il resto continuo ad ascoltare giornalmente la loro musica, non ho altri gruppi preferiti da segnalarti direi.

A tal proposito una piccola domanda gossippara: hai sentito l’ultimo album degli Slayer? Cosa ne pensi?

A essere sincero ho sentito il disco una sola volta, ma da quello che ho sentito il disco mi è sembrato davvero un gran lavoro, assolutamente grande!

 



Bene, a questo punto addentriamoci più nello specifico: AA è sinonimo di viking metal e di mitologia norrena in versi tipicamente death: da dove nasce la passione per queste tematiche?

Nasce dalla mia gioventù e dalla mia passione per la storia e la mitologia della mia terra. È sempre stata una parte importante della mia vita la tradizione dei popoli vichinghi del passato e a dire il vero, sono stato sempre uno studioso della storia scandinava quindi è normale l’aver portato questi argomenti nella musica della band.

Non vi spaventa, o vi carica di ulteriori responsabilità il fatto di essere portatori di tematiche profondamente anticristiane?

Intendi se ci spaventa il fatto di essere portatori di messaggi anticristiani? In tal caso la risposta è assolutamente no! (qui la risata si fa davvero coinvolgente N.d.S.).

La vostra musica porta alla consapevolezza dell’esistenza di credenze precristiane stuprate e distrutte dalla dottrina cattolica, credete che le vostra musica possa essere un buon veicolo per riportare la gente a prendere coscienza delle radici pagane dell’Europa?

Non saprei dirtelo, forse si, ma non è questo lo scopo della nostra musica. Magari le persone possono prendere coscienza in maniera autonoma delle tradizioni dell’Europa precristiana, ma resta un interesse del tutto personale. Credo che la cosa più importante sia la coscienza delle proprie radici e sapere da dove si proviene.

Ma è un dato di fatto che in tutto il mondo si stanno moltiplicando i culti e l’interesse per le credenza scandinave…

Si è vero! Questo perché, a mio modo di vedere, quella scandinava è tutt’ora la mitologia più antica ancora in circolazione. In più l’attrattiva deriva dal fatto che è una mitologia molto misteriosa: molto più della mitologia greca o di quella romana per esempio. Il mistero è uno dei tratti fondamentali della mitologia scandinava e credo che questo attragga le persone di tutto il mondo. Ripeto, può essere positivo il fatto che la gente si interessi a queste tematiche.

Dal mio punto di vista, si può parlare della musica degli Amon Amarth come dell’arte skaldica. Cosa pensate del fiorire delle nuove comunità neopagane e di associazioni (tra Asatrù Wotanesimo etc.) in giro per il mondo? Quanto consci siete del fatto che molti ragazzi in giro per il pianeta si sono riappropriati delle proprie radici “pagane” (e magri non specificamente norrene) grazie alle vostre canzoni?

Ti ringrazio. Come ti dicevo prima, credo sia molto importante questa consapevolezza da parte della gente. Posso parlarti del mio punto di vista: io sono un ateo e non credo particolarmente in nessun tipo di Dio. Credo che sia tutto un discorso puramente filosofico; da ateo posso dirti che la mitologia è una gran fonte di ispirazione ma il tutto si ferma li. Credo che gli dei rappresentino solamente quello che ogni uomo ha dentro e quindi credo in me stesso.

Beh, questo non credi si avvicini più al Satanismo che non all’Asatrù per esempio? Se non erro il primo dettame del Satanismo dice: “credi in te stesso crederai in Dio, credi in Dio crederai in te stesso”?

Questo è molto vicino all’Ateismo anche, quindi è vero nel mio modo di vedere la spiritualità!

Ragnarok: da che parte saranno gli Amon Amarth?

Magari la fine del mondo prima o poi arriverà davvero per il genere umano. E dal mio punto di vista la fine si avvicina molto velocemente, ma non posso dirti con certezza dove saremo.

 


Ritorniamo alla musica. Dopo le recenti collaborazioni con Roope Latvala e la spettacolare Guardian of Asgard con Petrov, credete che nel prossimo futuro le collaborazioni “eccellenti” torneranno a farsi sentire?

Questa è sicuramente un’ottima idea e credo di poter affermare che il lavoro con i musicisti che hai citato sia stato eccellente. Poi non precludo niente per il futuro artistico della band, se ci saranno altre collaborazioni non saranno di certo cercate in maniera spasmodica, se ci sarà l’occasione lo faremo di nuovo. Ma al momento non ho in mente particolari collaborazioni con determinati artisti, e non è quello che cerchiamo al momento per il nuovo album, anche perché non abbiamo in cantiere assolutamente niente di nuovo.

Avete un ricordo particolare legato a qualche fan, magari all’inizio della vostra carriera, che ora non potrebbe mai risuccedere?

Di gente folle nel corso degli anni ne abbiamo incontrata davvero tanta (ride), te lo assicuro, ma non ho un ricordo particolare su qualche avvenimento specifico.

Quale è il posto migliore dove ritieni di aver suonato?

A dire il vero credo di aver suonato in tanti posti fantastici. Se devo pensare al miglior concerto del gruppo, e migliore intendo per tutti gli aspetti dalla location, all’atmosfera, al pubblico e così via, credo sia al Metal Meeting Graspop in Belgio di due anni fa. Quello è stato un concerto davvero memorabile. Senza nulla togliere alle altre location che ci hanno visto protagonisti nel corso degli anni in giro per il mondo.

Saltiamo di palo in frasca! Nei libretti di ogni ristampa avete scritto delle lunghe introduzioni in cui raccontate tutti gli eventi che hanno portato alla stesura dei primi quattro dischi… alcune delle quali particolarmente critiche. Sentivate il bisogno di togliervi qualche sassolino dalla scarpa? Avete ricevuto delle reazioni in seguito alla pubblicazione delle storie più torbide, come quella in “once sent from the golden hall” quando parlavate di come siete stati “fregati” con l’equipaggiamento del primo studio di registrazione?

Diciamo che quelli riportati siano semplicemente fatti. Fatti che ci sono accaduti nella nostra storia e di cui credo sia giusto mettere a conoscenza i nostri fans: anche dei particolari più spiacevoli della nostra carriera possono risultare interessanti, specialmente per tutti quei ragazzi agli esordi di cui parlavamo all’inizio del nostro incontro. Ai tempi di “Once sent” eravamo inesperti e alla prima esperienza con una Major, quindi riportare il fatto è stato una cosa normale, anche come consiglio per tutti i giovani, aprite gli occhi!

Ringraziandoti per la disponibilità e la gentilezza, ti lascio l’ultima parola!

Grazie a te per la bella intervista, che dire! Grazie a tutti i lettori di Truemetal.it e a tutti i nostri fans in giro per l’Italia. Ci sarà ancora modo di incontrarci nel vostro splendido paese nel prossimo futuro. Per il momento keep it metal Italy!
 

Daniele Peluso