Recensione Libro: ”Lucifer Over London” di Antonello Cresti

Di - 23 Novembre 2010 - 0:10
Recensione Libro: ”Lucifer Over London” di Antonello Cresti


Lucifer Over London
Autore: Antonello Cresti
Pagine 272
ISBN: 9788896212158
€ 20,00
info: www.aereostella.it

 

Opera anomala, questo Lucifer Over London di Antonello Cresti, libro che non di solo Sacro Metallo si alimenta, ma spazia con perizia e gusto all’interno di sensazioni, ricordi, immagini, spaccati biografici della controcultura musicale inglese oscura, abbracciando generi diversi ma sempre e fottutamente anticommerciali, addentrandosi nelle nere viscere di Londra, ma non solo.

L’autore.

Timothy Biles, saggista e reverendo della Church Of London, l’ha definito “La voce mediterranea della vecchia Inghilterra”. Antonello Cresti si interessa da anni della cultura britannica, soprattutto nelle Sue espressioni tradizionali e underground. Ha all’attivo cinque libri e moltissimi articoli comparsi su riviste musicali, filosofiche, politiche. Con Nihil Project ha dato alle stampe tre apprezzati Cd. Dal 2009 condivide la direzione artistica del festival della cultura britannica Britmania. Questo quanto scritto nella penultima pagina di Lucifer Over London per inquadrare la persona.

Il libro.

Lucifer Over London è incentrato sul concetto che esista una sorta di collegamento oscuro fra celebri e meno famose entità del passato britannico con gruppi avulsi dall’HM che rispondono ai nomi di Throbbing Gristle, Psychic Tv, Coil, Death In June, Current 93 e Sol Invictus. Questo lungo viaggio riscopre fatti, profumi, atmosfere, aneddoti della vecchia Inghilterra costruendo pian piano un caleidoscopio culturale con la doppia “C” maiuscola dalla connotazione trasversale, sapientemente disegnato dalla penna colta e arguta di Cresti.

Non mancano però i passaggi tipicamente associabili al sapere – o, per meglio dire, immaginario – di certo heavy metal, partendo da Aleister Crowley – al quale vengono dedicate cinque pagine all’interno del capitolo La Tradizione Eccentrica Inglese – passando per Anton Szandor La Vey, per poi arrivare direttamente alle band: quindi gli obbligatori Black Widow, i sempiterni Dei del Metallo Nero Venom, il grande Jimmy Page e i più recenti Cradle Of Filth. Dentro la parte intitolata Dalla Leggenda Nera del Movimento Hippie alla “Guerra Con Satana” dei Venom si scopre quale gruppo musicale sia stato il primo a utilizzare un titolo come Black Mass per una canzone così come il simbolo dello ZoSo utilizzato dai Led Zeppelin derivi da uno degli esperimenti di scrittura automatica di Austin Osman Spare.

Riguardo l’HM, è necessario riportare queste poche righe colte direttamente dal libro, per poter far capire lo spirito sanguigno e nello stesso tempo sublime dell’opera:

Naturalmente anche il genere musicale più politicamente scorretto e odiato dall’establishment, e cioè quell’heavy metal che è trasposizione in chiave rock di Wagner e dei miti nordici, nasce in Inghilterra, con gruppi come i Judas Priest: in questo caso, però, il supposto satanismo fa parte di una strategia che prevede l’eccesso come stile di vita; qui, in breve, più che i contenuti ideologici, spesso di scadente livello culturale, è il concerto stesso a diventare un rito pagano, una mistica comunione tra leader e pubblico: “il luogo della disfida suprema, insomma, è classicamente il concerto dal vivo, la dimensione comunitaria, il vivente ‘teatro di miti’, dove gli istinti e i simboli repressi dal sistema finalmente si liberano. Qui funzionano i ritmi di un contro-rito di massa: il colloquio tra il ‘frontman’ e la folla, gli ‘anthem’ ripetuti in coro, la mimica guerresca e quella eroica, l’aggressività di gesti, suoni e apparati, l’effetto generale di insolente liturgia: tutto partecipa alla creazione di uno spazio della disubbidienza, oasi della violazione dei codici perbenisti imposti dalla società omologata”.

Ovvero: la rivolta heavy metal, più che nata sui testi delle culture sapienziali e dell’esoterismo, come talvolta si vorrebbe far credere, è più una via fisica alla ribellione, una sorta di grandioso carnevale collettivo da usare per liberarsi di tabù e inibizioni, anche attraverso un elevato livello di decibel… E del resto, a ben vedere, proprio questo era il messaggio di cui si era fatto portatore il rock’n’roll prima che i suoi testi venissero infarciti di problematiche più propriamente metafisiche.

Semplicemente affascinante, così come Lucifer Over London, un libro ben scritto per spiriti e menti libere, che sa abbracciare il sentimento artistico a 360°, in tutte le sue forme. In chiusura le interviste esclusive a personaggi di spicco del calibro di Steve Sylvester, Vittore Baroni e Luca Leonello Rimbotti.

La sfida è lanciata…

Stefano “Steven Rich” Ricetti