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Agent Steel (1987)

Di - 24 Maggio 2010 - 0:10
Agent Steel (1987)

Intervista agli Agent Steel nella persona del cantante John Cryiis tratta dalla rivista H/M numero 18 del 1987 ed effettuata da Alessandro Massara, autentica colonna, a quel tempo, di quel prestigioso magazine.

Gli Agent Steel, sempre con John Cryiis alla voce, si esibiranno come headliner della terza giornata del Play It Loud Festival IV che si svolgerà in quel di Schio (VI) dal 29 al 31 ottobre 2010.
 
Buona lettura.
 
Steven Rich

Originari di Los Angeles, si formano nell’agosto dell’84 intorno al nucleo centrale costituito da John Cyriis (voce), Chuck Profus (batteria, ex Sanctuary). Cyriis, indiscutibilmente il leader degli Agent Steel, proviene da un’altra formazione losangelena di grido, Abattoir, nella quale milita per quasi un anno apparendo sulla compilation della Metal Blade “Metal Massacre vol. IV” col brano “Screams from the grave”. Quella canzone diventa un underground-hit e la performance vocale di John Cyriis viene acclamata dai magazines inglesi Kerrang! e Metal Forces. Il riccioluto cantante, insoddisfatto dei suoi compagni e desideroso di maggiore libertà, si mette in proprio costituendo una prima line-up degli Agent Steel con, oltre al già citato Profus, George Robb (basso), Juan Garcia (chitarra-anche lui un ex-Abattoir) e Kurt Colefelt (chitarra — ora con gli Holy Terror). È questa la formazione che registra nel 1985 l’album “Skeptic apocalypse” che, sebbene accolto favorevolmente, fa guadagnare alla band l’odiosa etichetta di “Iron Maiden dello speed-metal”, soprattutto per la voce di John Cyriis.

Dopo poco Robb e Colfelt vengono allontanati e il loro posto viene preso rispettivamente da Michael Zaputil e Bernie Versaye, con i quali si esibiscono di fronte alle platee europee insieme ad Anthrax ed Overkill. La Music for Nations li prende sotto conratto per l’Europa e viene pubblicato il  classico EP “Mad locust rising” (definito su queste pagine come uno dei migliori 5 EPs di tutti i tempi) con la cover di “The ripper” dei Judas Priest. Viene annunciata anche l’uscita del secondo album “Unstoppable Force”, la cui pubblicazione viene però rimandata fino al 27 febbraio. Il nuovo LP degli Agent Steel li vede allontanarsi dai modelli (Iron Maiden, Judas Priest) che caratterizzavano il suo predecessore per avvicinarsi, invece, agli schemi più “moderni” di Metallica, Megadeth ed Anthrax, anche se naturalmente le matrici più “classiche” non vengono dimenticate grazie al grosso spessore tecnico di tutti i componenti. Ma le sorprese non sembrano finite. Il gruppo si è infatti da poco trasferito da L.A. a Tampa in Florida; i due chitarristi (Juan Garcia e Bernie Versaye) e il bassista Michael Zaputil hanno lasciato la band per essere sostituiti da tre sconosciuti, di cui il leader John Cyriis ci ha parlato durante una recente intervista nel corso di una disturbata comunicazione telefonica intercontinentale.
 
 
BERMUDA TRIANGLE
 
 
H.M.: Perchè l’uscita di “Unstoppable force” è stata rimandata per così tanto tempo?
 
John Cyriis: Volevamo che la copertina ed il packaging fossero fatti esattamente nella maniera che noi avevamo indicato. Ai nostri fans cerchiamo sempre di dare il meglio, e lavori effettuati in fretta senza molta cura non rientrano nello stile degli Agent Steel.
 
H.M.: C’è un concept, un tema conduttore sul vostro nuovo album?
 
J.C.: Ogni canzone tratta un argomento differente, ma l’intero album è stato spirato dagli eventi che accadono nel triangolo delle Bermude e dalla scomparsa della città di Atlantide. L’heavy metal che noi suoniamo, è qualcosa di nuovo, mai ascoltato prima e lo abbiamo etichettato Atlantis-metal in maniera tale da non essere confuso da ciò che propongono tutta questa miriade di speed-bands.
 
 
 
H.M.: Ci sono stati dei cambiamenti di line-up dalle registrazioni dell’album. Juan Garcia, Bernie Versaye e Michael Zaputil hanno lasciato la band. Perchè?
 
J.C.: Non hanno lasciato la band. Li abbiamo cacciati Chuck (Profus) ed io perché non ci stava più bene la loro attitudine. Non avevano voglia di lavorare sodo, non si dedicavano completamente agli Agent Steel. Erano tutti presi dal modo di vivere losangeleno e dalle loro girl-friends. Non puoi nemmeno immaginare quanto le ragazze possano rovinare l’unità di un gruppo. Comunque dopo il loro allontanamento ci siamo trasferiti in Florida dove abbiamo trovato dei nuovi componenti: alle chitarre J. Weslord e James Murphy, e al basso Richard Bateman. Sono tutti degli eccellenti musicisti anche se non hanno militato in nessun altro gruppo conosciuto. Un paio di loro hanno vissuto per molti anni all’estero, in Francia e Germania, e ci saranno di grande aiuto nel nostro prossimo tour europeo. Inoltre sono tutti e tre molto più in linea con la nostra attuale direzione musicale.

H.M.: Come mai vi siete trasferiti da Los Angeles a Tampa in Florida?
 
J.C.: Eravamo stanchi dello smog e della stagnante scena heavy metal di L.A.; avevamo voglia di cambiare. Abbiamo inoltre deciso di trasferirci in Florida perché è più vicina alle zone dove sono accaduti ed accadono i fenomeni che hanno ispirato l’album “Unstoppable force”.
 
H.M.: Com’è la scena metal a Los Angeles?
 
J.C.: Ci sono troppe bands, tutte glam e senza talento. Gli unici gruppi glam che fanno bene il loro mestiere sono Guns N’ Roses, Poison e Motley Crue. Tutti gli altri pensano solo ad imitarli anche se non ne possiedono il talento. Delle bands losangelene mi piacciono solo i Malice. Non c’è spazio per i buoni gruppi metal, perché sono soffocati da quelli cattivi. L.A. sucks! Qui in Florida la scena è molto più vera, senza troppi inutili fronzoli, anche se il numero dei gruppi è sicuramente inferiore.
 
 
 
Nella foto: la copertina della rivista H/M numero 18, con Kerry King degli Slayer in gran spolvero, qui volutamente inclusa in quanto da me ritenuta una fra quelle più riuscite e ficcanti di quegli anni.  
 
 
H.M.: Perché sull’EP “Mad locust rising” avete incluso “The ripper” dei Judas Priest?
 
J.C.: Quell’EP è stata un’uscita intitolata “total mayhem”, una specie di lato oscuro della nostra attitudine musicale. Abbiamo cercato di pubblicare un prodotto molto speed, perché quello era ciò che sentivamo in quel momento. E’una cosa che probabilmente non faremo mai più, ma anche questo non è sicuro perché gli stati d’animo cambiano e noi non scriviamo lo stesso tipo di materiale per ogni disco. La ragione per la quale abbiamo rifatto “The ripper” è che si adattava perfettamente con quel tipo di musica che abbiamo creato su “Mad locust rising”. Volevamo una cover-song aggressiva ed arrabbiata che avesse un dark concept, ma che allo stesso tempo fosse di classe. “The ripper” aveva tutte queste caratteristiche ed, essendo i Priest una band che amiamo molto, abbiamo deciso di registrarla.
 
H.M.: Siete stufi di essere chiamati gli Iron Maiden dello speed-metal?
 
J.C.: Penso sia un complimento essere paragonati agli Iron Maiden. Preferiamo essere comparati a bands di grosso successo come i Maiden piuttosto che a formazioni che non riscuotono successo.
 
H.M.: Quali pensi che siano le differenze principali fra il vostro primo album e “Unstoppable force”?
 
J.C.: La band si è evoluta, è maturata. Inoltre il nostro primo disco era solo un demo, non pensavamo nemmeno che potesse essere stampato su vinile, ma alla nostra etichetta è piaciuto così com’era e l’hanno pubblicato. Per registrare “Unstoppable force” invece, abbiamo impiegato molto più tempo, anche perché abbiamo avuto a disposizione un budget superiore.
 
H.M.: Pensi che il successo che sta riscuotendo il thrash-metal aiuterà anche gli Agent Steel?
 
J.C.: Si, penso proprio che ci aiuterà. Il successo di gruppi come Megadeth ci aprirà sicuramente le porte: se i Megadeth incidono per una major-label, gli Agent Steel diventeranno presto i nuovi Rolling Stones!!!
 
H.M.: Cosa faranno gli Agent Steel nei prossimi mesi?
 
J.C.: Suoneranno in supporto dell’uscita del nuovo album prima qui in America in un tour organizzato dalla Combat (la nostra etichetta americana), e poi verso la fine di aprile, agli inizi di maggio verremo in Europa. Speriamo di fare da supporto a qualche band famosa, altrimenti verremo come headliners. Il nostro live-set includerà tutte le canzoni di “Unstoppable force”, qualche vecchia songs, ed anche alcuni inediti che rappresentano ancora un passo avanti nella musica degli Agent Steel.
 
Alessandro Massara
 
 
Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti