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Pride Of Lions (Jim Peterik)

Di Fabio Vellata - 15 Ottobre 2012 - 0:10
Pride Of Lions (Jim Peterik)

…sono una persona totalmente istintiva. Provo a fare del mio meglio, sia nel suonare, sia nel creare musica e canzoni. È davvero un procedimento quasi magico.
Si tratta di un qualcosa che va del tutto fuori dal mio controllo…lo faccio e basta!

(Jim Peterik)

 

 

Da poco tornato in pista in compagnia di Toby Hitchock e dei fenomenali Pride Of Lions, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare ancora una volta Jim Peterik, ovvero, una delle personalità più influenti, autorevoli e stimate dell’intero panorama rock mondiale.
Cordiale, affabile e cortese, al contempo profondo e spirituale, Jim ci ha confermato l’impressione già maturata in occasione della nostra prima chiacchierata, avvenuta cinque anni fa: quella di avere a che fare con un autentico signore, dalla creatività vulcanica e dalla gentilezza raffinata ed elegante, splendido esempio di artista che “vive” letteralmente la musica che compone.

Intervista a cura di Fabio Vellata
 

Anzitutto bentornato su Truemetal Jim! Non abbiamo avuto più notizie per circa quattro anni dei Pride of Lions. Ci racconti cos’è avvenuto durante questo periodo?

Ebbene, sono stato davvero molto impegnato. Ho scritto e prodotto “Crossroads Moments” per Jimi Jamison, disco del quale vado particolarmente fiero; stessa cosa per il nuovo album solista di Kelly Keagy. In aggiunta ho continuato ad esibirmi in giro per il mondo con gli Ides Of March ed i Lifeforce, tenendomi sempre ben attivo anche in sede live.
Nel frattempo, ho voluto dare un po’ di spazio anche a Toby per la realizzazione del suo progetto, inciso con un produttore differente…
Insomma, questi quattro anni sono serviti a curare un po’ i nostri altri interessi, offrendoci la possibilità di ricaricare le batterie per poter poi costruire quello che, speriamo, possa essere il nostro disco migliore!

In effetti il vostro nuovo album è, a detta di molti, l’ennesimo vostro capolavoro nella scena AOR. Per la stesura dei brani come avete agito? Poco alla volta o il processo di scrittura si è condensato in un breve periodo?

Abbiamo capito che stavamo andando forte dopo aver scritto la prima canzone “Coin Of The Realm”. Da lì in avanti è proceduto tutto come un fiume in piena: nell’arco di due mesi d’intenso songwriting, tutti i pezzi erano pronti!

Pezzi che immagino, saranno stati sipirati come sempre dalla vita quotidiana…

Esattamente. Cose comuni: amore, perdite dolorose, separazioni dalla famiglia…
Questa volta abbiamo scritto però, anche una canzone incentrata sull’eccessivo dosaggio di farmaci che viene somministrato ai bambini ed agli adulti cui – complice molta superficialità – viene diagnostica una grave carenza d’attenzione (cfr. Attention Deficit Disorder o ADD).
In USA è una pratica divenuta quasi epidemica: va a minare il potenziale di alcuni ragazzi dalle brillanti qualità, che semplicemente hanno troppa energia e –  a detta di genitori ed insegnanti – sono troppo vivaci. Distruggendo così il loro essere unici e speciali.
Il brano “Delusional” tratta proprio questo argomento: il video inoltre, riprende le storie di una bambina che sogna di diventare una rock star e di un ragazzo che immagina di poter, un giorno, essere un eroe del football. Amo molto questo video: spero che chiunque lo veda, possa camprenderne il messaggio.

In “Immortal” invece, ho voluto esprimere la mia opinione su quelle azioni che, pur rappresentando all’apparenza ben poco, sono in realtà determinanti nel fare la “differenza” in questo mondo. Anche un sassolino gettato in uno stagno, può creare un’increspatura che si propaga all’infinito.
La chiave di lettura è: per le migliaia di volte che tentiamo qualcosa, ce ne sarà comunque una davvero giusta e sarà proprio quella che ci consentirà di lasciare un segno. Il segno della nostra presenza, tanto da renderci immortali.
È grazie a questo contributo al bene comune che il nostro spirito vivrà oltre la vita terrena…
Talvolta ce ne dimentichiamo…ma è un particolare che, compreso appieno, può dare un senso a tutto quanto…
Si tratta insomma, del brano più profondo dell’intero disco: la gente pensa che per dare una svolta all’esistenza, sia necessario trovare la cura del cancro. Quando invece, basta talvolta un semplice atto di gentilezza ed umanità per mettere l’universo in azione.
La differenza la facciamo anche con le piccole cose, fatte però, per una buona causa…

Sono argomenti profondi ed in un certo senso universali. Pensi che la vostra musica sia ormai pronta per essere apprezzata anche da un’audience più ampia che non quella costituita dai semplici nostalgici dell’AOR?

Mi piace credere che la nostra musica possa davvero risultare gradita a chiunque. Sto ricevendo sempre più richieste da parte di giovani band che vogliono il mio aiuto, proprio perchè desiderano beneficiare del valore aggiunto fornito dal tipico suono degli anni ottanta: melodie solide, grandi hookline e tonnellate di tastiere!

Jim Peterik e Toby Hitchcock

E naturalmente, grandi suoni. A proposito, com’è stato il processo di registrazione e produzione stavolta?

È stata un’esperienza davvero rilassata. Il presidente di Frontiers, Serafino Perugino, questa volta ha avuto da ridire solo su due canzoni…di solito, è critico su almeno cinque o sei!
Ero molto attento al risultato ed avevo bene in mente quello che volevo ottenere. Ed ero sicuro ce l’avrei fatta…

Non posso, ovviamente, non chiederti un commento su “Vital Signs”, una canzone che parte dal lontano 1984 (doveva essere originariamente inserita nel celebre album dei Survivor NdA) per prendere definitivamente corpo solo adesso, nel 2012…

Sai com’è…capita nella vita di un artista, di iniziare a scrivere una canzone e di non avere però, nel momento specifico, gli strumenti adatti o le idee giuste per completarla.
“Vital Signs” era, infatti, un pezzo che doveva comparire come title track sul disco dei Survivor nel 1984. Ma non è successo proprio perché non mi ha mai soddisfatto e, a dirla tutta, non mi è mai piaciuta davvero.
Poi finalmente, dopo trent’anni, l’ho ritrovata per caso su di un vecchio nastro e d’improvviso ho capito alla perfezione cosa dovevo fare per renderla come desideravo. Et voilà: “Vital Signs” !

Come spesso accade, anche in “Immortal” siete stati raggiunti da un po’ di amici che vi hanno dato un aiuto. Cosa mi racconti del loro contributo?

Kelly Keagy, il potente drummer dei Night Ranger, è un carissimo amico. Ho pensato da subito che il suo stile sarebbe stato perfetto per alcune delle tracce più ruvide del disco come “If It Doesn’t Kill Me” e “Are You The Same Girl”. È venuto a darci una mano a tempo perso ed alla fine ha suonato mezzo album, alternandosi con il nostro batterista di ruolo, Ed Breckenfeld.
Kem Hayes ci ha fornito aiuto al basso, insieme al grande Bobby Lizik, artista che ha passato ben quindici anni in tour con i Beach Boys.
Chitarre e tastiere, come sempre, sono state invece a mio carico, mentre il nostro Mike Aquino si è occupato della gran parte degli assolo.
Con questo nuovo cd ho avuto anche l’occasione di scoprire un nuovo ottimo singer, Marc Scher, che ha partecipato a molte della parti corali. È davvero molto bravo: uno dei pezzi esclusi da questo nuovo cd, è stato cantato da Marc. Il brano si chiama “Change Everything” ed ho avuto il piacere di finirlo e produrlo per la nuova compilation promozionale di Melodicrock!

Manterrai la stessa line up per le future date dal vivo?

Stessa line up, certo! Tra l’altro, stiamo cercando di mettere insieme un po’ di date in Inghilterra per aprile…e l’Italia non è poi così lontana. Incrociamo le dita!
Abbiamo comunque già messo a segno qualche show. Qualche giorno fa siamo stati gruppo d’apertura per gli Styx a Chicago e per la prima volta non abbiamo suonato nessun brano di Survivor, Ides Of March, Sammy Hagar o 38 Special che ho scritto in passato. Solo materiale 100% Pride of Lions.
Nell’immediato, la mancanza di questa sorta di rete di sicurezza ci ha messo un po’ di ansia, ma la risposta dell’audience è stata molto confortante ed è stata per noi una grande ricompensa!

Che sensazioni ti pervadono nell’ascoltare, dopo averci lavorato a lungo, queste nuove tracce?

Ho realmente molti sussulti! In particolar modo quando sento “Sending My Love “ o “Delusional” ed osservo il video che Greg Bizarro ha girato appositamente. Greg è un eccellente regista, già attivo in un sacco di altri progetti…
Mi sento davvero orgoglioso insomma: ascoltare l’intero cd mi ricorda tutto il grande lavoro svolto e l’enorme talento che ognuno dei protagonisti ha profuso nella sua realizzazione.
Sono speranze che sono divenute realtà…

Jim Peterik

Parli di talento. Ed è una cosa che possiedi da sempre in enorme quantità: il tuo è un dono naturale, sia come cantante che come artista a tutto tondo.
Spendi ancora tante ore al giorno per cercare di mantenerlo al meglio o semplicemente, suoni e canti in modo istintivo senza più preoccupartene troppo?

Vedi, sono una persona totalmente istintiva. Provo a fare del mio meglio, sia nel suonare, sia nel creare musica e canzoni. È davvero un procedimento quasi magico che quando ho scritto il mio libro “Sonwriting For Dummies”, ho avuto modo di esaminare con attenzione. E credimi, alla fine mi è risultato davvero difficile quantificare quanto di quello che ho scritto e realizzato nella mia vita, fosse frutto di studio e preparazione.
Si tratta di un qualcosa che va del tutto fuori dal mio controllo…lo faccio e basta!

Senti Jim, devo farti una domanda un po’ sciocca, ma che non ho mai avuto modo di approfondire con te prima d’ora.
Da dove ti è venuta l’idea per il moniker “Pride Of Lions”?

Oh beh, è un nome che mi è ronzato in testa per tantissimi anni: ho sempre detto a me stesso che, se mai avessi avuto un altro gruppo di successo dopo i Survivor, quello sarebbe stato il loro nome.
È un moniker che rappresenta forza, indipendenza, tenacia…ed in qualche modo, è correlato all’immagine di quel grosso felino, la tigre, per il quale sono diventato famoso in tutto il mondo…è il nome perfetto per me e per la mia band attuale!

Per finire Jim, un’altra domanda un po’ leggera. Dopo oltre trent’anni trascorsi nei panni di rockstar, avrai avuto di certo grandi soddisfazioni ma avrai dovuto fronteggiare anche un sacco di cose noiose e pesanti.
Qual’è per te la peggiore? Andare in tour lontano da casa per mesi? Restare chiuso in studio a provare ore ed ore?
O magari, promuovere i dischi, rispondendo ad un sacco di interviste come queste?

Oh no, in realtà io amo tutte queste cose! Sono tutti aspetti che riguardano la musica ed il portarla in giro per il mondo: la musica che rimane “ferma su di uno scaffale” non può interessare a nessuno e non conduce a nulla di buono.
È oltretutto, anche una forma di rispetto per i fan: la loro opinione è l’unica cosa che mi interessa sul serio. Solo loro possono rendere grande un gruppo o affossarlo. Senza i fan, tutto il supporto che potresti ascoltare, non sarebbe altro che il suono di un solo paio di mani che ti applaudono…

Come sempre è stato un vero piacere. Intervistare personaggi del tuo calibro, musicale ma ancor di più, morale, è un autentico onore…

Grazie davvero! Al di la di ogni cosa Fabio, voglio ringraziarti per le belle domande che mi hai rivolto anche questa volta. Ma in particolare, per il supporto che ci hai dedicato ed offerto in questi anni. È una cosa che, davvero, apprezzo infinitamente!
Keep Rocking!

Fabio Vellata

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Discografia Pride Of Lions:

. Pride Of Lions (2003)
. Destiny Stone (2004)
. The Roaring Of Dreams (2007)
. Immortal (2012)

Sito ufficiale Pride Of Lions.