Live Report: Halestorm a Milano (Magazzini Generali 07/10/2012)

Di Fabio Vellata - 20 Ottobre 2012 - 20:44
Live Report: Halestorm a Milano (Magazzini Generali 07/10/2012)

In scena la sera del 7 ottobre la prima data italiana degli Halestorm, band della Pennsylvania capitanata dalla carismatica ed avvenente Elizabeth (Lizzy) Hale.
Anche se  emergente e non ancora del tutto affermato, il gruppo ha riscosso molto successo sin dal primo omonimo album, che li ha visti impegnati in lunghissimi tour di supporto a band importanti quali Stone Sour, Disturbed e Megadeth. Con un hard rock/metal lineare ed una voce pulita ed aggressiva, hanno richiamato un vasto pubblico soprattutto giovanile, pur senza tramutarsi in una banale band commerciale.
In questo tour gli Halestorm ha promosso il secondo full-length “The Strange Case Of…”, apprezzatissimo dai fan:  i più devoti, infatti, si sono piazzati davanti al locale fin dal mattino presto.
Nonostante sia domenica la gente è arrivata molto gradualmente: durante l’attesa le band di supporto sono tranquillamente sfilate tra la gente senza essere notate da nessuno . Non appena però, uno dei componenti degli Halestorm ha varcato la soglia del tour bus, i supporter sono scattati come molle.
Ovviamente tutti aspettavano la favolosa Lizzy Hale, purtroppo rimanendo a bocca asciutta in quanto impegnata con interviste ed altre faccende promozionali.

Live report e foto a cura di Giacomo Cerutti

L’apertura dei cancelli ha dato il via ad una maratona per fiondarsi in prima fila.
I primi ad esibirsi sono stati gli Zico Chain, trio londinese nato nel 2002 con all’attivo tre album e un paio di EP: accolto calorosamente, il gruppo ha dato un assaggio del proprio hard rock mostrandosi molto interattivo, incitando applausi e cori scanditi dalla grancassa, mentre bassista e chitarrista si alternavano nel cantare.
Dopo solo qualche pezzo però, il sound è risultato già un po’ monotono e prevedibile: per risollevare gli animi di un’audience statica, la band ha così pensato di lanciare dal palco una t-shirt e un paio di CD, oltre ad eseguire l’ultimo pezzo suonando in mezzo al pubblico.
Tutto sommato, più per la simpatia che per le canzoni, gli Zico Chain hanno riscosso qualche consenso tra i convenuti, ancora scarsi nei numeri tanto da occupare solo le prime file della sala.
 

 

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Secondo gruppo in scaletta, gli Heaven’s Basement, sono un quartetto del Regno Unito formato nel 2008 che con la sola incisione di un paio di EP, l’omonimo nel ’08 e “Unbreakable” nel ’11, (il  debutto sulla lunga distanza è previsto per i primi mesi del 2013), ha poi girato il mondo aprendo gli show di Tesla, Hardcore Superstar, Black Stone Cherry, DAD, nonché del grande Bon Jovi.
Il four piece ha colpito i presenti con una fresca ventata di energico Hard rock: carichi di adrenalina, i musicisti si sono dimenati per tutto lo stage nell’eseguire pezzi molto orecchiabili, supportati da ritmiche ed assolo incalzanti e dalla voce potente ed un po’ sporcata, stile “Airbourne”, del singer Aaron Buchanan.
L’atmosfera è così diventata finalmente calda: un solo cenno del frontman è stato sufficiente ad accendere il pubblico e farlo saltare divertito. Le alte temperature e la conseguente esibizione a torso nudo della band, ha peraltro ottenuto molti apprezzamenti dalla parte femminile dell’audience.
Considerato l’ampio spazio sottopalco, anche gli Heaven’s Basement hanno poi concluso suonando l’ultimo brano davanti alla prima fila, facendo tenere ad alcuni fan gli strumenti durante i saluti.
Davvero un’ottima performance per un gruppo che farà molta strada, solidamente coeso e capace di grande interazione con un pubblico visibilmente aumentato nei numeri.
Peccato per i problemi di audio: basso e batteria troppo alti, hanno spesso sovrastato voce e chitarre.  
 

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Passati gli Heaven’s Basement, è giunta finalmente l’ora del piatto forte: una folla già trepidante d’attesa, ha intonato il classico rituale chiamando a gran voce gli headliner della serata. “Halestorm, Halestorm…” ed all’improvviso da dietro la batteria ecco sbucare lo stravagante batterista Arejay Hale, che urlando “ciao Milanoooooo” e colpendo per tre volte i piatti, ha dato inizio allo spettacolo con “Love bites (so do it)”.
Joe Hottinger alla chitarra e Josh Smith al basso, hanno preceduto l’ingresso dell’attesissima frontwoman della band, Lizzy Hale alla voce/chitarra. Stivali col tacco, gonna e giacca di pelle, Lizzy in tutta la sua trasgressiva bellezza ha scatenato ovazioni sin dalle prime note del singolo, oltre – come ovvio – agli ormoni del pubblico maschile.

Potenti ed affiatati, i quattro hanno esaltato la platea, tra le altre, con “Mr. Hide” e “Freak like me”.
Sufficiente per Lizzy Hale sporgersi oltre al microfono per ottenere il coro su ogni ritornello: la forte presenza scenica ha, infatti, tenuto in pugno la folla come un magnete, pur senza puntare sull’indiscutibile bellezza. Zero pose plastiche o atteggiamenti sensuali; piuttosto molta professionalità e compostezza nello sfruttare al meglio le proprie doti canore.
Il timbro vocale sia graffiante, sia dolce, ben si è adattato all’esecuzione di “Familiar taste of poison”, semi ballata declamata in ginocchio a centro palco con un pubblico in delirio, intento a battere le mani a tempo su incitamento dal batterista Arejay.

Magico poi il momento di “Break in”, canzone nella quale mrs. Hale è rimasta da sola sul palco: il pubblico in silenzio, incantato dalla voce soave, ha illuminato il locale con i telefonini (non più accendini: tempi che cambiano!), per poi cantare all’unisono il ritornello finale ed esplodere in un fragoroso applauso, ricambiato da un sorriso smagliante ed un romantico “I love you Italy”.

Ripartenza vigorosa con “The Rock Show”, pezzo che ha preceduto l’assolo formidabile quanto originale di Arejay Hale, eseguito oltre che con le bacchette anche con le mani ed un paio di bacchette giganti.
Omaggio ai Guns’n’Roses sul finale con “Out A Get Me” e chiusura prima dei tradizionali encore con il singolo “I Get Off”, pausa durante la quale gli insaziabili fan non hanno smesso di rumoreggiare ed acclamare la band statunitense.
Al rientro, i bis sono stati a carico delle potenti “I Miss The Misery” e –  brindando con una bottiglia di grappa – “Here To Us”, momento nel quale i musicisti sono scesi dal palco per salutare di persona i fan e regalare plettri e bacchette.

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Gli Halestorm hanno dunque lasciato un segno indelebile nel cuore di tutti: energico e coinvolgente, tanto quanto simpatico e disponibile (e purtroppo penalizzato dalla cattiva acustica), si spera che il dinamico quartetto possa tornare ad esibirsi dalle nostre parti quanto prima.
Magari in una location migliore.

Giacomo Cerutti


Setlist:

Love Bites (So Do I)
Mz. Hyde
It’s Not You
Freak Like Me
Familiar Taste of Poison
Break In
Rock Show
Drum Solo
You Call Me a Bitch Like It’s a Bad Thing
Dirty Work
Out Ta Get Me (Guns N’ Roses cover)
I Get Off

Encore:

I Miss the Misery
Here’s to Us