Recensione: Charred Walls Of The Damned

Di Angelo D'Acunto - 11 Febbraio 2010 - 0:00
Charred Walls Of The Damned
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Genere:
Anno: 2010
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73

Che cosa hanno in comune personaggi del calibro di Tim “Ripper” Owens, Steve DiGiorgio e Richard Christy? Sicuramente l’esser stati alla corte di Jon Schaffer nei suoi Iced Earth, più, per quanto riguarda gli ultimi due, l’aver anche militato nelle fila degli storici Death, seppur in annate differenti. Musicisti indubbiamente di un certo valore, che si trovano a far parte (questa volta tutti insieme) dei neonati Charred Walls Of The Damned, ennesimo progetto messo in piedi dall’attivissimo Christy, tornato alla musica suonata dopo una parentesi come scrittore di commedie.

Ed è così che, con il supporto del chitarrista/produttore Jason Suecof, vede la luce l’omonimo debutto, uscito tramite la prestigiosa Metal Blade Records. Il sound su cui puntano Richard e soci è sostanzialmente un heavy di stampo più moderno (presente quel che ha fatto Owens con i Priest?), più qualche dose di quel power/thrash americano tanto caro alla band di Schaffer. Nulla di così trascendentale, sia chiaro, ma non per questo privo di valore… anzi, i trentacinque minuti di durata globale del disco scorrono via con una certa facilità, grazie anche alla classe e l’esperienza dei musicisti coinvolti, capaci sì di fornire delle ottime prestazioni individuali, ma senza comunque mettersi troppo in primo piano singolarmente (compreso uno Steve DiGiorgio un po’ più in “ombra” del previsto).
L’opener Ghost Town parte subito con parti di batteria in blast-beat sulle quali si regge un riffing a tratti più death-oriented, per poi lasciare spazio ad un refrain melodico e immediato dove a mettersi in primo piano sono soprattutto gli acuti spaccatimpani di Owens. Decisamente più imponente invece la successiva From The Abyss, traccia dalle ritmiche più rallentate dove ancora una volta a regnare sovrana è una componente melodica capace anche di mettere in secondo piano le enormi doti tecniche dei musicisti coinvolti. Melodia che sarà comunque un elemento essenziale (e mai stra-abusato) in tutti i restanti brani, come nel caso delle aperture puramente thrash di Blood On Wood, con partiture che ripiegano poi improvvisamente su di un sound nettamente più power. Certo che, a vedere la scelta dei titoli, sembra quasi che la fantasia non sia fra le doti più spiccate, ma resta comunque un fattore di poco conto quando ci si trova di fronte a tracce ben strutturate e coinvolgenti al punto giusto come la granitica Fear In The Sky ed una Manifestations dove gli acuti di Owens non mancheranno di mettere alla prova i timpani di chi ascolta.

Niente male, dunque. I Charred Walls Of The Damned centrano in pieno il bersaglio con una serie di tracce mai banali e che puntano gran parte delle forze su immediatezza e melodia, nonostante in alcune parti il sound proposto suoni un po’ di già sentito. Un disco che, praticamente, non inventa nulla, ma che comunque (visto anche l’effettivo valore degli elementi coinvolti) gode di un songwriting piuttosto fresco atto a rendere ogni brano coinvolgente già dal primo ascolto, senza comunque annoiare anche con i successivi giri nel lettore.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Ghost Town
02 From The Abyss
03 Creating Our Machine
04 Blood On Wood
05 In A World So Cruel
06 Manifestations
07 Voices Within The Walls
08 The Darkest Eyes
09 Fear In The Sky

Line Up:

Tim “Ripper” Owens: vocals
Jason Suecof: guitars, producer
Steve DiGiorgio: bass
Richard Christy: drums

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