Heavy

Intervista Girlschool (Denise Dufort)

Di Stefano Ricetti - 28 Ottobre 2008 - 0:00
Intervista Girlschool (Denise Dufort)

Intervista alla storica Denise Dufort, da sempre dietro le pelli delle famigerate Girlschool, ovvero la risposta femminile ai duri e rozzi Motorhead, per citare una definizione di inizio anni Ottanta. In occasione delle celebrazioni del trentennale della Loro carriera, sublimate dall’album Legacy, abbiamo scambiato quattro chiacchiere in assoluto relax, toccando argomenti dolorosi come la scomparsa della chitarrista Kelly Johnson e altri decisamente più divertenti.

Buona lettura

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Allora, Denise, partiamo subito parlando del Vostro ultimo album intitolato Legacy. I pezzi che preferisco sono Everything’s the Same – che trovo davvero potente e considero l’highlight del disco – , Don’t Talk to Me (quella con Lemmy), Emergency e Legend. Quali sono, invece, i tuoi favoriti?   

Direi che concordo con te quasi in assoluto: quindi Legend, Everything’s the Same, aggiungo Zeitgeist, Don’t Talk To Me e… non ricordo i nomi degli altri brani al momento… ah,ah,ah! Mhhh… ecco, mancava I Spy, che mi piace molto.

Cosa significa la frase “Kelly Johnson on percussion – her ashes” associata nella back cover al pezzo d’apertura Everything’s the Same?

Kelly era una persona adorabile, una Nostra grandissima amica e devi sapere che le Girlschool sono una vera famiglia, dico sul serio. Quando è mancata ha lasciato a noi della band le sue ceneri, che idealmente abbiamo fatto rivivere nel pezzo di apertura, con la batteria, come se il suo cuore fosse tornato a battere per Noi e Lei fosse al Nostro fianco come in passato.

Denise, descrivimi la cara Kelly Johnson, se ti va. 

Con assoluto piacere. Kelly era una grande musicista nonché una songwriter eccellente, oltre che un’amica vera, che portava la Sua gioia di vivere in tutto quello che faceva. Era una donna divertente e ci manca tantissimo, credimi. In tour rappresentava la vera anima gioiosa delle Girlschool. Sono onorata di verla conosciuta e di essere stata da Lei considerata una delle persone alle quali voleva più bene nella sua breve vita.  

Nella foto: una splendida immagine di Kelly Johnson risalente a qualche anno fa. La chitarrista è purtroppo scomparsa il 15 luglio 2007, a 49 anni, dopo sei anni di lotta contro un cancro alla spina dorsale.

Come mai la cover di Metropolis e non di altri pezzi dei Motorhead?

Semplice, è il brano che più piace dei Motorhead a me e Kim McAulliffe. Quando facevamo i primi tour con Loro non passava sera che non fossimo in fianco al palco per gustarci quella canzone dal vivo. Pensa che anche se stavamo facendo altro correvamo fino allo stage pur di non perdercela. E’ stata un’idea di Kim quella di coverizzarla e tutte noi abbiamo acconsentito con entusiasmo. 

Praticamente la tua reale carriera è iniziata quando avete fatto da supporter ai Motorhead durante l’Overkill tour del 1979. Cosa rimembri di quel periodo?

Ho dei ricordi meravigliosi: era il primo, vero, grande tour dei Motorhead. Lo stesso Lemmy ci aveva cercate dopo aver sentito il nostro primo singolo Take it all Away. Pensa che il Loro  manager, Dough Smith, è venuto prima a vederci provare in cantina per assicurarsi che avessimo avuto le “palle” per imbarcarci in un’avventura del genere. Eravamo davvero molto nervose, era il primo tour serio anche per noi e a quel tempo vedevamo i Motorhead come degli idoli, temendoli anche parecchio… sai benissimo che l’immagine di Lemmy, Philty e Eddie non era delle più rassicuranti per delle donzelle come noi. Appena rotto il ghiaccio, però, le cose hanno iniziato a funzionare bene fin da subito, i Motorhead ci hanno sempre trattate veramente bene tanto che, alla fine di tutti i concerti, siamo passate sotto lo stesso management.

Denise, hai suonato le batteria all’interno del singolo degli Headgirl del 1981 – una band estemporanea formata dalla fusione dei Motorhead e delle Girlschool – data l’impossibilità di Philty Animal Taylor per infortunio, cos’hai da raccontare in merito?

Philty aveva problemi al collo, quindi fui reclutata io al suo posto per suonare quella manciata di brani e lui, in studio, continuava a prendermi benevolmente in giro, facendo il co***one a più non posso. Ricordo l’atmosfera di festa e il gran feeling fra Noi e i Motorhead durante quei momenti. Alla fine, comunque, Philty si è complimentato con me per il lavoro svolto dietro i tamburi e sono stata molto soddisfatta delle Sue parole.

Cosa pensi delle seguenti band/artiste?

ROCK GODDESS – Grandi! C’è stato un momento nel quale Tracey Lamb è passata da noi: è ancora una mia grande amica e ci sentiamo spesso, nonostante da tempo non faccia più parte della Girlschool. Tengo a sottolineare che le Rock Goddess negli Eighties avevano un grosso seguito, che meritavano ampiamente.

VIXEN – Abbiamo suonato insieme con Loro poco tempo fa ma ora c’entrano ben poco con le originali. All’inizio c’era Roxy Petrucci alla batteria e costituivano una band assolutamente di livello. Le attuali componenti sono delle brave performer ma ammetto di non amare il genere di musica che propongono.  

LITA FORD – Brava, davvero, ha scritto pezzi melodici memorabili.

DORO PESCH – Abbiamo condiviso spesso il palco con Doro, è una persona piacevole. Ha la fortuna di essere attorniata da musicisti altrettanto bravi e disponibili verso gli altri, proprio come Lei.

Nella foto: Denise Dufort versione primi anni Ottanta. La storica batterista può essere tranquillamente definita come il “Lemmy” delle Girlschool, sia per durata che per dedizione alla causa.

Siete la band tutta al femminile di più lungo corso della storia dell’HM, con trent’anni di militanza alle spalle. Qual è stato il momento peggiore e quale il migliore della carriera delle Girlschool? 

Momenti davvero neri e tragici non ne abbiamo mai avuti, escludendo la perdita di Kelly. Certo, errori ne abbiamo commessi parecchi, come quando siamo passate dalla line-up a quattro a una a cinque e abbiamo registrato quello schifo di album intitolato Running Wild, che non avremmo mai dovuto incidere. Gli highlight riguardano il primo tour con i Motorhead – eravamo eccitatissime – e quello con i Deep Purple. Da non dimenticare, poi, quello con i Ritchie Blackmore’s Rainbow – devi sapere che Ritchie era il nostro idolo – , oppure quando abbiamo fatto da headliner all’Hammersmith, con Robert Plant e John Bonham a fianco del palco a guardarci per tutto il concerto: è stata una serata meravigliosa.   

Avete suonato un’infinità di volte insieme con i Motorhead. Dammi una tua definizione di Lemmy.

È un tipo molto divertente e brillante, dotato di uno spiccato “sense of humor”. E’ anche un uomo  molto intelligente, ma la cosa che più colpisce di lui è la voglia di scherzare che ha sempre, realmente contagiosa. Lemmy è un grande: a very very nice person!  

E Biff Byford dei Saxon?

Abbiamo suonato parecchie volte anche insieme con i Saxon e Biff lo conosco bene: è più serio di Lemmy ma è altrettanto un altro grande dell’heavy metal. Another nice guy, really!

Quali sono state le migliori band della New Wave of British Heavy metal secondo te?

Saxon, Angel Witch, Samson, Tygers of Pan Tang e… Girlschool ah,ah,ah! In ogni caso c’erano tantissime band che andavano forte in quel periodo e adesso altri nomi non mi vengono in mente… Comunque, al di fuori della Nwobhm, senza dubbio Motorhead.  

Durante la Vostra infinita carriera avete mai litigato con qualche altro gruppo? 
 
No, per davvero. Ti sembrerà strano, ma è la pura verità. Ci hanno sempre trattate bene tutti, facendoci sentire a nostro agio.

In qualità di batterista, dammi il tuo parere sui seguenti colleghi, che conosci molto bene… 

PHILTY ANIMAL TAYLOR – Un grandissimo! Durante i tour me ne stavo a fianco del palco per cercare di non perdermi le sue performance. Ha dato molto al suono dei Motorhead.

PETE GILL – Un altro monumento, dallo stile molto diverso da quello di Philty. Lo ricordo come una persona simpatica. E’ riuscito a fare molto bene sia con i Saxon che con i Motorhead. 

MIKKEY DEE – E’ dotato di una potenza devastatrice ed è meraviglioso gustarselo dal vivo durante i suoi assoli. Risulta spettacolare nelle sue performance e penso che sia uno dei migliori batteristi HM che abbia visto all’opera in vita mia. 

Fino a quando dureranno ancora le Girlschool?

Mah… potremmo tirare ancora uno, due o tre anni, non so… Se il pubblico continua a dimostrarci l’affetto di sempre ci si potrebbe spingere fino a cinque e con i giusti riscontri fino a che sarà possibile e saremo in grado di essere ancora credibili, vedremo…

Verrete in Italia?    

Certo, appena sarà possibile, non a brevissimo, però, per via della promozione dell’album. Faremo sicuramente Roma e altre due città ancora da definire, quantomeno questi sono i progetti, poi la realtà sarà magari diversa ma sappi che la voglia di tornare da voi è sempre tanta, nonostante il forfait dell’ultima volta…

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti