Thrash

Intervista E.vil N.ever D.ies (tutta la band)

Di Nicola Furlan - 12 Luglio 2017 - 14:38
Intervista E.vil N.ever D.ies (tutta la band)

Nel bel mezzo di un brano, vedemmo Domecost che veniva preso e alzato da un pubblico eccezionale e carico. Venne  portato in “processione”  e “santificato” mentre cantava…
(Felix, E.N.D.)

 

Gli E.vil N.ever D.ies, scoperti per caso qualche anno fa tra i tanti demo che arrivano in redazione, provengono da Napoli e sono, a tutti gli effetti, una delle più interessanti band del nostrano thrash metal underground. Il loro sound è incredibile: feroce, spontaneo e coinvincente. Siamo partiti subito dalle loro origini, per capire come e dove è nata la loro attitudine… partendo proprio dai primi giorni in sala prove, a come si sono conosciuti…
 

Felix: Gli E.N.D. nascono come  amici d’infanzia uniti dalla passione per  la musica Metal. Nel 1990 provavamo cover di gruppi che hanno influenzato la nostra musica per passare poi agli inediti. Durante gli anni vari cambiamenti ci hanno portato alla line-up attuale.

Ricordi qualcosa del vostro primissimo concerto? Da quando avete avuto l’ok a suonare fino all’organizzazione dell’entusiasmante giornata? Vi ricordate come l’avete vissuta?
Felix: Il  nostro primissimo live fu nel Centro Sociale Occupato Autogestito Tien’A’ Ment, molto attivo negli anni ’90 a Napoli. Lì proponemmo i nostri inediti ancor prima di registrarli nella demo. Ne andammo fieri anche perché ottenemmo un ottimo riscontro (pogo violento, hahaha). Eravamo la band di supporto, ma l’energia che mettemmo ci portò, in breve tempo, a suonare da Headliner per le serate successive.

Veniamo alla vostra discografia. Con “Today Is the Day” e “De Maleficiis” avete dato il via ad un percorso discografico molto interessante data l’esclusività del vostro sound. Ma è, a mio parere, con “Sulphur Paintings” che avete trovato una vera a propria organicità compositiva. Come è nato questo disco?
Fabio: “Sulphur  Paintings” è nato in modo spontaneo e ha risentito positivamente dell’armonia che c’era all’interno della Band. “Ekpyrosis” invece suona più scuro e aggressivo (la maggior parte dei pezzi sono miei ed ero incazzato nero, hahahaha).

E si sente che lo eri! Per dirti la mia impressione… quello che mi aspettavo di sentire era un album sulla falsa riga di quanto concepito nel 2014. Questo è il limite di noi thrasher…, ma ecco che pubblicate appunto il full-length “Ekpyrosis”, ancora un cambiamento rispetto il passato. La vedo come te: un disco aggressivo, ossessivo, endemico e ruvido, più feroce ancora. Cosa è cambiato?
Domecost: Non è cambiato in particolare qualcosa, semplicemente, siamo in costante evoluzione. “Ekpyrosis” è la conferma del nostro evolverci dove affrontiamo anche un avvicinamento all’elettronica (Ekpyrosis, la traccia).
Fabio: Comunque, ci tengo a precisare, che  il nostro spirito Thrash rimane incontaminato per la rimanenti sette tracce .

Vuoi spendere qualche parola sui testi dei brani? Quale messaggio volevate mandare con le tematiche trattate da questi sette brani?
Fabio: ‘Holy Mountain’ parla del Vesuvio e di come, nonostante lo si cerchi di narcotizzare con simpatiche immagini da cartolina, per noi napoletani rappresenti la vita e la consapevolezza della morte. ‘No Cure for War’ parla della stupidità della guerra come male incurabile. ‘Epitaphs’ è ispirata dal  libro “antologia di Spoon river” e parla di come le persone defunte, una volta tali, si esprimono con verità. ‘It’s alive’ parla di come il male torni sempre dietro e non muoia mai. ‘Country for old men’ parla dell’Italia che, ormai, diventerà un grande casa di riposo e di come non offra nessuna opportunità per le future generazioni. ‘Land with no future’ parla del rogo doloso di città della scienza nel quartiere napoletano di  Bagnoli. Un luogo frequentato dai bambini e distrutto per avidità. ‘Imagination’ è invece più onirico.

Che cosa rappresenta la copertina?
Felix: come curatore di tutti gli Artworks degli E.N.D., mi piace sottolineare che il Kraken è una figura legata spesso  alla nostra band. La copertina parla dell’Ekpyrosis, la rinascita dopo la distruzione tramite il fuoco.

Parliamo di voi ora. Al momento la formazione si è ridotta. In internet si legge che siete rimasti solo in tre. Cosa è successo?
Domecost: Alcuni componenti, per problemi personali, non hanno potuto garantire impegno e disponibilità. Adesso siamo al lavoro per trovare i sostituti.

Parlando della scena italiana. Come si muove il metal in generale in Campania? Hai qualche nome underground di qualità da suggerire ai lettori?
Fabio: Il Metal in Campania ha tutte le difficoltà che si riscontrano nel resto d’Italia. Le serate underground vengono organizzate durante la settimana perché i giorni migliori dei locali (venerdì, sabato e domenica) sono occupati dalle tribute che ormai hanno più seguito dei gruppi che fanno musica propria. Spesso i locali che organizzano non sono all’altezza e hanno poca disponibilità verso le band di inediti. Rispetto al passato, la gente è pigra, poco curiosa, poco “affamata” e preferisce l’intrattenimento e i soliti nomi all’evento musicale artistico. Comunque nonostante  le difficoltà Band campane che fanno musica di qualità ci sono, mi piace  ricordare gli In Aevum Agere, band Doom metal.

Se dovessi invece promuovere un gruppo della scena internazionale emergente, che nome faresti? E se dovessi inoltre dare il premio dell’immortalità artistica eterna a qualcuno, a chi la daresti, oggi come oggi?
Fabio: Un gruppo internazionale “emergente” anche se non so se definirli tali, che mi ha colpito, sono gli americani Job for a Cowboy; il loro ultimo lavoro, “Sun Eater”, mi ha impressionato per il songwriting e la capacità di esecuzione.
Il Premio immortalità lo darei ai Suicidal Tendencies con Dave Lombardo alla batteria; li abbiamo visti qualche giorno fa a Roma e hanno spaccato il mondo. Poi lo darei agli Overkill e ai Testament ,visti sempre a Roma lo scorso anno,  sono portabandiera dell’attitudine Thrash. Sono rimasto deluso dagli Slayer in sede live, se non fosse per il mitico Gary Holt che  tira avanti la band, direi che sono “stanchi”.

Raccontaci l’aneddoto più apocalittico che riguarda la vostra storia…
Felix:Tenemmo un concerto come Headliner ad Agrigento. Bellissima serata, pubblico siciliano caldissimo e affamato di Thrash Metal. Nel bel mezzo di un brano, vedemmo Domecost (il cantante) che veniva preso e alzato da un pubblico eccezionale e carico. Venne portato in “processione” e “santificato” mentre cantava. Bellissimo!!!

Non oso domandarti cosa si intende per “santificato”… eheh e quindi passo alla prossima curiosità… dicci qualcosa sirugardo il prossimo passo o progetto per il futuro degli E.vil N.ever D.ies…
Fabio: Abbiamo intenzione di girare un video per il brano Epitaphs nel frattempo che stabilizziamo la line-up. Per il bassista dovremmo aver trovato la persona giusta, poi, passeremo alla seconda chitarra.

Ti ringrazio e lascio a te l’onore di salutare tutti i lettori di truemetal.it
Fabio: Un Grazie a te, Nik, a TrueMetal.it e ai lettori per la loro passione. HORNS UP!