Progressive

Intervista Gabriels

Di Simone Volponi - 24 Febbraio 2018 - 9:32
Intervista Gabriels

Gabriele Crisafulli, in arte Gabriels, è un musicista raffinato, uno studioso del proprio strumento e un attento appassionato che si immerge in progetti dalla non semplice realizzazione, ma che portano i frutti di album ispirati e interessanti. Come nel caso dell’ultimo “Over the Olympus”, un Concerto per synth e orchestra senza precedenti, che ha richiesto diversi anni di lavorazione. Ne abbiamo parlato con mister Crisafulli.

 

 

INTERVISTA A CURA DI SIMONE VOLPONI

 

Quando nasce l’idea di realizzare un concerto per synth e orchestra, che viene presentato come il primo esperimento al mondo in tal senso, e come sei arrivato alla sua realizzazione?

Gabriels: In conservatorio durante le lezioni di Storia degli Strumenti Elettronici, si parlava del famoso Minimoog e di come aveva reso possibile avere grande portabilità nei live. Al contrario il Moog Modulare era molto difficile da trasportare essendo veramente enorme. Poi non nego che pensai molto al Concerto Suite per chitarra elettrica e Orchestra di Malmsteen, e allora l’idea si concretizzò.

 

Come hai sviluppato i vari passaggi del concept, le varie emozioni e sensazioni da trasmettere, senza avvalerti delle linee vocali?

Gabriels: La Musica è un linguaggio a se stante, non ha bisogno di altre arti che la aiutino per far comprendere il suo significato… se ci pensate bene anzi già il titolo basta e avanza per descrivere di cosa e di quali emozioni andremo a parlare. Senza contare che anticamente non esistevano neanche i titoli, bensì ‘Concerto numero tot’ o ‘Sinfonia numero tot’… si diceva “questo è l’Adagio del terzo concerto per pianoforte e orchestra in tonalità tot” e via via cosi.

 

Puoi approfondire la storia cui “Over The Olympus” fa da colonna sonora, e se esiste una lettura contemporanea in questo tuo viaggio tra le divinità?

Gabriels: È semplicemente un viaggio e le varie tracce non sono altro che le varie tappe di quest’ultimo. La Temple Valley infatti non è altro che la valle che circonda e precede l’Olimpo, valle popolata dai giganti sempre in conflitto coi titani in numerose guerre fino ad arrivare al punto più alto della montagna dove si trova il magico castello dove vivono gli Dei immortali.

 

L’ensemble orchestrale che ti accompagna proviene dal Giappone. Come lo hai coinvolto e come si sono svolte le registrazioni?

Gabriels: E’ stato molto complicato e il mio lavoro era già iniziato mentre pubblicavo altri miei dischi. Dapprima registrai tutto suonato da me, anche le parti orchestrali, per sentire come tutto funzionava e suonava (parliamo del 2009 circa)… ma avendo a che fare con una orchestra dovevo necessariamente scrivere tutte le parti. Durante la scrittura della partitura cambiai molte cose, alcune le eliminai e altre le aggiunsi… alcune tracce sono state addirittura cancellate di sana pianta e di altre presi solo alcuni pezzi per poi aggiungerne altri. Poi è stata la volta di cercare tutti gli elementi dell’orchestra e non nascondo che a volte mi sono scoraggiato, nel frattempo gli anni passavano e iniziai a pubblicare altri dischi come “Prophecy” e l’idea del Concerto non sapevo se abbandonarla o meno. Dopo tanto attendere e in questo momento di pausa dal lavoro su Hokuto decisi di mettere un punto a questa storia, contattai il mio collega e amico Mistheria che si dimostrò subito entusiasta dell’opera e in seguito anche il mio amico Styx Synthmonster… entrambi ospiti speciali nel disco. Inviai le partiture ad un direttore d’orchestra nipponico che riuscì a mettere insieme una, anche se modesta, orchestra di giovani allievi molto volenterosi e in poco tempo mi inviarono le registrazioni.

 

Qual’è stata la parte più difficile da gestire dell’intera opera?

Gabriels: Sicuramente la stesura della partitura, ci ho messo un tempo infinito per scriverla.

 

Tra le tue influenze in ambito metal il primo che viene in mente è Vitalij Kuprij, oltre a Mistheria che è appunto presente come ospite. Invece tra i compositori classici a chi ti ispiri maggiormente?

Gabriels: Eh sì e stavo anche per invitare Kuprij… i nomi che più mi hanno accompagnato e a cui mi ispiro maggiormente sono Bach, Beethoven, Czerny, Liszt, Chopin e Rachmaminov. Nel concerto gli ascoltatori più attenti troveranno anche molti aspetti in comune con questi compositori.

 

Il tuo percorso da solista è caratterizzato dalla pubblicazione di alcune interessanti rock opera, di cui l’ ultima è “Fist Of The Seven Stars”, dedicata al mitico Ken Shiro. Mi pare che questa dovrebbe essere una saga, quindi dopo un disco strumentale proseguirai con un album cantato?

Gabriels: Ma certo, è una parentesi tra il primo e il secondo atto di quest’opera… continuerò la saga su Hokuto no ken, nel 2018 uscirà il secondo atto ma non vi nascondo che già sono al lavoro al terzo e sulla stesura del quarto. All’inizio avevo pensato di farne una trilogia ma in corso d’opera mi accorsi che non era possibile, credo che almeno arriverò ad una Pentalogia. A breve darò l’annuncio anche della nuova etichetta, state sintonizzati sul mio canale.

 

Stai pensando a un set live dove proporre “Over The Olympus”?

Gabriels: Eh… domanda molto complicata e credo che al momento attuale la risposta sia no. È stata già un’impresa molto ardua la registrazione e una situazione del genere dal vivo lo sarebbe ancora di più, senza contare che organizzarlo mi porterebbe via parecchio tempo che invece per adesso sto dedicando alla composizione e registrazione della collana su Hokuto no ken!!!