Heavy

Intervista Marius Donati (Mario “The Black” Di Donato)

Di Stefano Ricetti - 24 Settembre 2016 - 12:30
Intervista Marius Donati (Mario “The Black” Di Donato)

Intervista a Marius Donati (Mario Di Donato), leader dei The Black, inventore dell’Ars et Metal Mentis, artista a 360° e pittore affermato. Molte le novità che bollono in pentola da parte del “Lupo d’Abruzzo”…

Buona lettura

Steven Rich  

 

THE BLACK LOGO

 

Marius, ci sono in programma ristampe per il prossimo futuro, dei tuoi lavori passati?

Si, l’etichetta Black Widow Records di Genova sta lavorando per dare alle stampe su Cd due miei lavori passati, usciti originariamente solo in vinile per Minotauro Records. Si tratta dell’Ep Reliquarium del 1989 e di Infernus Paradisus et Purgatorium del 1990. L’operazione consentirà ai fan di The Black di poter ascoltare due lavori ormai di difficile reperibilità.     

A proposito di Black Widow Records, dammi una tua definizione di un “dannato del rock’n’prog” come Massimo Gasperini.

Farlo in poche righe mi è impossibile! Secondo me la sua forte “devozione” per il rock progressivo e altre forme musicali che lo appassionano sono frutto di una credibilità interiore stupefacente che risale agli inizi giovanili della sua esistenza. Mi riferisco al tempo nel quale i concerti rock e l’ascolto attento del sound internazionale lo avevano “convertito” alle prime note di tastiera sacrali e alle vocalità ancestrali dal sapore alchemico, che ancora oggi fanno parte della sua vita e del suo lavoro professionale, rappresentato dalla Black Widow Records. 

L’anno scorso è mancato il tuo amicissimo Carlo di Genova. Spazio per formulare un suo ricordo da parte tua e spiega se vi sono delle iniziative discografiche in uscita per ricordarlo al meglio.

Io e Massimo Gasperini eravamo molto legati a Carlo, chi per un motivo, chi per l’altro. Avevamo pensato di dedicargli un vinile a firma The Black intitolato Requiem e di farlo uscire il 23 febbraio di quest’anno, il giorno del suo compleanno. Poi sono insorte problematiche di natura tecnica e la data è inevitabilmente slittata ma il lavoro si farà eccome! Oltre ai pezzi di The Black vi sarà la gradita presenza di Hesperus degli Hesperia con due brani di tastiera profondamente legati alla cultura ecclesiastica e al pensiero sacrale del “De Profundis”.

Cosa mi dici del pluri-rimandato nuovo album Metus Ostilis dei The Black?

Che uscirà con grande ritardo! E’ pronto dal 2014 ma per vari motivi legati all’impostazione generale e agli arrangiamenti non ha ancora visto la luce. Conto di pubblicarlo entro la fine dell’anno o al massimo nei primi mesi del 2017. Lo ritengo un lavoro musicalmente perfetto: è come io lo volevo! Si tratta di un album di concetto che sottolinea le paure dell’uomo: verso gli altri, nei confronti della morte, il buio, la nebbia, il vuoto… E’ stato concepito con i dettami dell’Ars Metal Mentis, il ramo peculiare dell’HM internazionale creato dal sottoscritto e cantato rigorosamente in latino. Vi sarà un ospite d’onore, ossia Tony Pagliuca, che aprirà l’album con un suggestivo brano di alta composizione e lo chiuderà con un altro pezzo straordinario e molto soggettivo, tipico del grande maestro. Considero Tony un gigante della musica: prima con Le Orme e oggi come Tony Pagliuca ha regalato al Paese perle intramontabili.         

Marius, hai accantonato definitivamente l’idea di far uscire qualche tuo prodotto a moniker “Marius Donati”?

Assolutamente no! Anzi, è probabile che il disco in uscita, quello dedicato all’amico Carlo di Genova, uscirà come Mario “The Black” Di Donato (Marius Donati). Ho scritto e ho in cantiere altri pezzi che potrebbero vedere la luce come Marius Donati in futuro. 

 

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Marius Donati (Mario “The Black” Di Donato)

 

A livello di mostre come sei messo, ultimamente?

Rimanendo in ambito 2016 dal 3 al 13 gennaio ho esposto al Castello Orsini di Avezzano, poi a febbraio a Montesilvano in una collettiva alla Galleria Serafini. Ad aprile è stata la volta di Urbino – Collegio Raffaello – Ortona – Biblioteca Diocesana – poi Sulmona a Palazzo Mazara. Sempre a Sulmona, a maggio, ho presenziato a una mostra su Ovidio Masone e a una collettiva di arte contemporanea a Montesilvano. A giugno nel prestigioso complesso Ex Aurum di Pescara per un omaggio a Ovidio, con una collettiva di artisti a tema unico sul “mito” latinista sulmonese. A luglio ho partecipato a Tortoreto (TE) a una mostra tecnica sulla sicurezza sul lavoro e il 15 agosto a Pescosansonesco ho allestito un’interessante mostra sulle icone dei Paesi dell’Est. A settembre esporrò presso il museo V Colonna di Pescara. Nel 2015, oltre ad aver scritto un libro su Pescosansonesco “2001 – 2015 Quindici anni di colori e arte” ho esposto ad Assisi (Pinacoteca Comunale) e Castel di Sangro (AQ).      

 

Che soggetti stai trattando, come pittore?

Visto il periodo che stiamo vivendo, contraddistinto da orribili attentati, eccidi e stragi in tutti il mondo, ultimamente la mia pittura è orientata a rappresentare l’attualità, quindi “Mors at Bataclan” (Strage del Bataclan) che ho già esposto, poi “Charlie Hebdo Strage a Parigi” e ancora una ceramica intitolata “Requiem per i morti di Parigi”. A seguire tanti altri disegni e bozzetti con il medesimo messaggio, per noi uomini (forse) non più liberi: la preghiera di parlare, confrontarci, non isolarci e non avere paura della follia umana che in questo secolo vuole solo annientarci!      

 

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Puoi parlare del premio alla carriera che hai ritirato al FIM di Genova nel 2015?

Sul palco Verde del FIM (Fiera Internazionale della Musica), sabato 16 maggio il Fimfiera mi ha assegnato il premio FIM Award 2015 Italia alla carriera e mi è stato consegnato dal tuo illustre collega Gianni Della Cioppa. Un riconoscimento così prestigioso mi ha reso particolarmente felice, anche perché mi sono reso conto che onestamente la mia lunghissima carriera di musicista e compositore lo meritava. Lo stesso premio è stato dato a Joe Lynn Turner (Rainbow/Deep Purple) e a Ken Hensley (Uriah Heep), due grandi che hanno dato tutta la loro vita in favore del rock internazionale.     

So che anche la natia Pescosansonesco si è ricordata di te…

Il mio paese natale, lo scorso 15 agosto, ha voluto onorarmi con un riconoscimento veramente prestigioso e commovente. Il comitato assegnatario del “Memorial Annuale Antonio Ventura e Carla Buccella” ha deciso di conferirmi la medaglia d’oro per il continuo supporto culturale e artistico che da sempre il sottoscritto fornisce per Pescosansonesco. Qualche dato: donazione di quarantacinque opere al Santuario sulla vita del Beato Nunzio Sulprizio nel 2003, operatore artistico del premio B.N.S. dal 2001 nonché  forte sostenitore del premio stesso a livello nazionale. Presidente della giuria del premio di estemporanea e contemporanea, responsabile di tutto l’allestimento delle varie mostre programmate per l’evento ogni anno. Per quel che mi riguarda continuerò a per sempre a sostenere la mia gente e questo incantevole paese che ha dato i natali al Beato di cui sopra e a personaggi di risonanza come l’architetto  “Dell’Abbazia” Pier Luigi Calore, il poeta Alfredo Luciani, lo storico letterario Ermanno Circeo e per chiudere il Barone Pietro Troiani, colui che nel 1926 finanziò l’ambizioso progetto dell’ingegner Corradino D’Ascanio di Popoli (PE), inventore della mitica Vespa e del primo elicottero D’AT1.               

 

Quali collaborazioni hai portato avanti, ultimamente?

Faccio un salto all’indietro di due anni: nel 2014 abbiamo partecipato al tributo alla Strana Officina con il pezzo “Officina” all’interno della compilation “Officina dei Sogni II”, curata dalla Loud’N’Proud Records. Nel 2015 ho suonato su “The Gnomes” dei Misantropus, usciti su Minotauro Records, poi ho cantato su “Metallum Italicum” (Sleazy Rider Records) degli Hesperia. Questo tipo di collaborazioni lo considero un “omaggio” a musicisti che rispetto e stimo. Ultimamente ho avuto altre richieste: vedremo di “farcela” con alcuni di loro…     

 

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Un tuo parere sulle seguenti band.

Steven, premetto asserendo che le band elencate, TUTTE, sono fra le mie preferite!

Death SS – Steve Sylvester e Paul Chain hanno dato sin dagli inizi della loro carriera una risonanza incommensurabile al genere “Horror Music”. Steve rimane un personaggio unico all’interno del panorama internazionale, un artista dotato di estro e professionalità che sa continuare a stupire, con la sua storia, i  molteplici fan, sparsi per tutto il pianeta.   

Bulldozer – Quando si tirano in ballo i Bulldozer di AC Wild e Andy Panigada personalmente rimango incantato dalla forza espressiva e dal sound velenoso della loro creatura. Una bellissima realtà metallica italiana che fortunatamente è ancora viva e forte.   

Mortuary Drape – Altra band italiana essenziale, che ha costruito un suono proprio, originale e che sotto la guida di un eccellente musicista di caratura internazionale quale è Walter Maini a novembre festeggerà trent’anni d carriera.    

Opera IX – Ulteriore realtà tricolore dal sapore gotico con sonorità antiche ma nello stesso tempo moderne. Una sorta di evoluzione temporale dell’arte, ove le atmosfere, magistralmente orchestrate, portano in una zona senza luce e desolata… Grandi!    

Jacula/Antonius Rex – La rappresentazione sonora di quel mondo oscuro e misterioso che ognuno di noi in momenti particolari della propria esistenza è portato a immaginare. Antonius ha saputo creare, già dai primi anni Settanta, un tappeto sonoro tramite la sua evocativa tastiera fondamentale per molte musiche da film o semplicemente per racconti particolarmente ombrosi, degni di un vero e grande maestro qual è!  

Saint Vitus – La perfetta icona di tutto il movimento Dark’N’Doom Metal mondiale: ispiratori di molte band e fautori di un genere personale e manieristico.

Pentagram – Grandissimi, molto vicino al sound dei Black Sabbath ma distanti da tutto quello che può suonare scontato o poco originale. Forse gli inventori del “primo” Doom Metal… 

Candlemass –Si distinguono in mezzo a mille altri per il loro suono profondamente lineare ed evocativo, dei maestri dell’oscuro e dell’immaginario veramente essenziali per il Doom Dark internazionale. Guai se NON fossero mai nati!

 

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Marius Donati (Mario “The Black” Di Donato)

 

A livello di line-up dei The Black so che vi sono delle novità…

Da marzo 2016 Cristiano “Pagano” Lo Medico è il nuovo bassista dei The Black. Cristiano, da sempre fan dei The Black ha suonato in passato con Allcost e Zem-Trio, vanta una notevole esperienza live e in studio di registrazione. Logicamente non è stato per nulla facile trovare un sostituto di Enio Nicolini, ma Lo Medico possiede tutte le caratteristiche anche tecniche occorrenti a fornire a The Black il suono profondo, mistico e oscuro dal carattere “bianco” che caratterizza l’Ars Metal Mentis della quale sono creatore e caposcuola. La formazione si completa con l’altra certezza targata The Black: Gianluca Bracciale alla batteria e alle seconde voci.           

Marius, domanda inevitabile: come mai l’uscita dalla band dell’amico di una vita Enio Nicolini?

Enio può uscire dai The Black ma non dalla mia vita, come amico e compagno di tante imprese. Una persona  con la quale ho condiviso immense soddisfazioni a livello di musicista rock da sempre. A un certo punto del nostro cammino terreno possono emergere anche interessi diversi, per questo motivo io ed Enio abbiamo divisato di viaggiare, seppur rimanendo nel nostro (unico) mondo ognuno per la propria strada e con le proprie idee musicali. Di Nicolini mi rimane la stima e l’amicizia, costruita in tanti anni, che in nessun modo potranno mai morire.     

 

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Cristiano “Pagano” Lo Medico, bassista dei The Black

        

Come sta procedendo il tuo progetto di raccolta di opere d’arte realizzate da musicisti hard rock/heavy metal? 

Bene, fin troppo! Il progetto mi impegna molto, sono costretto, a volte, a rifiutare alcune opere altrimenti non riuscirei più a gestire il resto del materiale. Colgo l’occasione per scusarmi pubblicamente con gli interessati… Ritengo questa mia idea profondamente positiva per l’heavy metal, un’occasione in più per dimostrare al mondo dei “benpensanti” che i rocker non sono una massa di ignoranti dediti all’alcool! All’interno del panorama hard’N’heavy vi sono moltissime persone impegnate seriamente in vari settori, accomunate dal sentimento di repulsione nei confronti della società contemporanea, fatta di trappole e ladri affamati ai quali interessata solo il potere e il denaro. Se andate su The Black (Official) su Facebook vi è l’elenco degli artisti coinvolti nel progetto, anche se ne mancano alcuni che sono un po’ in ritardo con le consegne ma che stanno facendo di tutto per finire il loro lavoro, in nome del rispetto dell’arte e della mia stessa persona.        

 

A livello di heavy italiano sei considerato un personaggio, e lo sai bene… ma qual è il più grande difetto di Marius Donati?

Come tu dici, logicamente, Marius Donati ha i suoi bei difetti, essendo umano. Io sono preciso, nelle mie cose e pretendo che la gente sia di parola. Quelli che non lo sono e raccontano stronzate condite di bugie mi mandano in bestia. Risultato? La mia vita è stata un continuo mal di stomaco!

 

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Gianluca Bracciale, batterista dei The Black

 

E’ altrettanto risaputo che tu non abbia un gran rapporto con la tecnologia… non ti senti sempre più “fuori dal tempo” ogni giorno che passa?

No, piuttosto “sempre più dentro al tempo”! Non amo il computer, per fortuna ho chi scrive per me quando serve sul web. Io voglio godermi ogni ora del giorno e parte della notte senza sentirmi obbligato ad aprire “porte virtuali” per una visibilità certamente veritiera ed efficace ma che nel mio caso toglierebbe il tempo necessario per rafforzare un vero percorso artistico/musicale iniziato all’età di quattordici anni e mai finito. L’arte è il simbolo massimo di libertà e io vivo per questo.    

Che tipo di rapporto hai con le band Black Metal e Death Metal?

I ragazzi dediti al Black Metal e al Death Metal sono musicisti come me, per questo motivo rispetto la loro proposta e la loro arte. Recentemente, in alcuni live, ho notato il rispetto che hanno nei miei confronti. Per me chi suona heavy metal deve trasmettere emozioni e sensazioni e io credo profondamente in questo assioma. Non mi interessano i testi, che potrebbero non piacermi per via della evidente diversità di pensiero fra me e loro. E’ fondamentale invece la teatralità e la convinzione in quello che si fa, caratteristiche che ritrovo convintamente in quelle band, quindi pollice all’insù, senza dubbio!     

 

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Spazio a disposizione per chiudere l’intervista come meglio ti aggrada…   

Ti ringrazio per avermi dato la possibilità per esporre le mie idee e di poter colloquiare idealmente con i molteplici fan che ogni giorno crescono sempre di più. Ragazzi e non che da anni seguono l’evoluzione dell’Ars Metal Mentis e attendono ansiosi qualsiasi uscita a nome The Black, sia essa una ristampa piuttosto che un nuovo lavoro in studio. Purtroppo da tempo immemore i vinili a nome The Black e Requiem sono esauriti e capisco quindi la loro impazienza, tenendo anche conto che trovarli di seconda mano equivale a sborsare parecchi quattrini! Devono sapere che l’affetto e il rispetto che mi hanno tributato in questi anni rappresentano la benzina per continuare il mio percorso artistico e musicale. Chiuso con questa dichiarazione: “Se voi instancabili amici ferrosi saprete aspettare vi regalerò uno dei più belli e profondi album che abbia scritto in carriera!”.

Nunc et Semper “Atratus”

In Hoc Signo Vinces

Marius  Donati, The Black

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti