Hard Rock

Intervista SOS (Fernando Regaldo)

Di Stefano Ricetti - 29 Ottobre 2016 - 12:30
Intervista SOS (Fernando Regaldo)

Intervista a Fernando Regaldo, chitarrista fondatore dei SOS, combo romano attivo sin dal 1984 e dedito da sempre a un hard rock con il cantato in italiano. In occasione dell’uscita del primo ellepì della loro storia, semplicemente in titolato “SOS” e disponibile da qualche mese tramite la Ace Records di Andrea Ciccomartino, si è fatto insieme un excursus su tutta la lunga carriera della band.

Buona lettura.

Steven Rich

 

SOS 6

Fernando Regaldo

 

Ciao Fernando. Dove nasce il nome SOS?

Innanzitutto ciao Stefano e grazie, soprattutto. Il nome SOS venne concordato da me e l’allora primo cantante del gruppo Gino Costa, all’inizio doveva essere un nome momentaneo, perché non ce ne venivano altri. Non volevamo un nome troppo Heavy Metal , però volevamo un nome corto e che fosse di facile memoria, era ancora un po’ tutto in via di definizione, poi ci affezionammo e per banale o comune che sia lasciammo “SOS” 

Ti va di tratteggiare brevemente la storia della band?

Cercherò di sintetizzarla non perché ripudio quel passato, ma crediamo sia io che il gruppo che sia giunto il momento di pensare al nuovo percorso SOS; gli anni 80 sono finiti da un pezzo, e se anche la nostra musica ne è comunque influenzata in qualche modo stiamo guardando avanti.

Nel 1984 quando nacque la prima formazione degli SOS eravamo tre: io alla  chitarra , Venanzio Loreti e subito dopo Alberto Marchetti al Basso. Al posto di Riccardo “DURACELL” Lipparini, quando andò a suonare nei Fingernails, venne Marco Medici alla Batteria, poi si aggiunse Gino Costa alla voce e Paolo Imparato, che a sua volta lasciò al più melodico Sabino Liuni la chitarra solista. Quella prematura formazione andò ben presto a far parte della storia della band. Poi con il tempo e vari cambi arrivammo a Bruno Baudo alla voce, Maurizio Taccioli Chitarra, Fernando Regaldo chitarra, Daniele Nico Batteria e poi Dario Calì e Fabio Amodeo al Basso.

Nel 1988 vincemmo la “Grande Occasione” e nel 1990  “il Festival degli sconosciuti di Ariccia” con Rita Pavone e Teddy Reno. Riprese RAI due in Eurovisione prima serata, fu una inaspettata sorpresa dopo una dura settimana di selezioni. Nel 1991 suonammo a Milano al teatro “Smeraldo”, con il meglio di Ariccia, poi al Festival “Rock Day” di Biasca, davanti ad un pubblico pagante stimato intorno alle 1.800 persone. In Svizzera c’era un altro fermento Rock rispetto a Roma, non avevamo mai visto tanta gente e neanche un rimborso così ricco, allora suonammo insieme a due band locali, conosciutissime vista l’affluenza, c’è da dire che alcuni ragazzi vennero addirittura da Milano per vederci. Avemmo anche diffusione sul Telegiornale nazionale Svizzero e addirittura l’onore di avere come tecnico del suono Marc Lynn, il  bassista dei Gotthard. L’amicizia con Marc e Leo Leoni ci dette la possibilità di aprire a Roma alla Stazione Birra diversi anni dopo. Altro grande Concerto da ricordare fu da spalla ai Dokken e agli stessi Gotthard sempre alla Stazione Birra, esperienza che non dimenticheremo mai.

 

SOS 7   Copia

SOS line-up 2016

 

Nel 1991 Maurizio Taccioli ci lascia per una sua decisione di vita proiettata a percorrere altri progetti, e alla chitarra solista arriva per un annetto “Marco Zappo Palazzi” arruolato dai “4WD” di Gabriele Pizzuti e Massimo Farina, dopo la defezione di “Zappo”, entra in formazione Riccardo Foti, esce il demo “Corsari” ed il sound diventa più spiccatamente americano ed orecchiabile. Questa è la formazione più longeva fino allo scioglimento degli SOS che avviene intorno al 1995. Dove Bruno Baudo e Riccardo Foti danno vita agli “Onda D’urto”, un ‘ottima band con chiari riferimenti agli SOS: anche loro cantavano in Italiano, ma restano tracce solo di un demo, credo introvabile, poi Riccardo defluirà in altre formazione tutte in style SOS.  Personalmente cercai invece di lavorare al primo CD di esordio e che avrebbe riportato in auge gli SOS, avvalendomi di ottimi musicisti e collaboratori come:  Marco Battelli – voce, Fabio Pollastri – batteria, Sergio Grammatico – Basso, Phill Salera, già chitarra di “Donatella Rettore” e Amedeo Miconi alla chitarra solista e Marco Quagliozzi alle Tastiere. Nasce così “Relazioni Pericolose”, che ottenne un’ottima risposta di pubblico e vendite.

Poi nel 2005 , ci fu la reunion ufficiale, con Bruno Baudo, Riccardo Foti, Luca Mariani (batteria) e Sergio Grammatico. Nacque il secondo Cd sotto “Blond Record”, etichetta di Enrico Capuano, dal titolo “Punto di Ritorno”: una raccolta di brani vecchi e nuovi ricantati e risuonati. 

Nel 2011 con la seguente formazione: Bruno Baudo, voce – Fernando Regaldo, chitarra, Ivano Salvatori al Basso – Simone Montali alla Batteria , Marco Quagliozzi tastiere e Stefano Mastrangeli alla Chitarra Solista realizzammo l’altro album “In Volo”. Nella nostra storia furono in quegli anni importanti anche eventi come due serate “sold-out” al centrale del Tennis, oppure quella con Marco Conidi, dove eseguimmo il brano “Mani Chiuse” a sorpresa e a fine esibizione Marco venne a cantare sul Palco insieme a Bruno Baudo… fu un gran momento.

Nel 2015 ci riuniamo in formazione Bruno Baudo, io, Riccardo Foti , Dario Calì e Michele Raspanti (Graal e Secret Rule) al  Basso. Ed è il nostro momento più importante con l’Uscita di questo Vinile 33 giri + CD dal semplice titolo “SOS”, dove risuoniamo otto brani del passato più due nuovi inediti : “Ho bisogno del tuo Amore” e “Scorpioni e Veleni”, che tracciano anche la strada che intendiamo portare avanti sul prossimo album in uscita nel 2017.  

Coraggiosa la scelta di partire, sin dal lontano 1984, con il cantato italiano in ambito hard rock…

In effetti allora fu una scelta presa da pochi : Strana Officina, Alter Ego, SOS… a quei tempi c’era sempre un po’ di distanza, tra noi e i gruppi che cantavano in inglese. Eravamo spesso snobbati, devo ammettere però che oggi il pubblico è più maturo e ricettivo.               

 

SOS coverLP   Copia

La copertina dell’Lp dei SOS (Ace Records)

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            

Da dove nasce l’idea di far uscire un ellepì marchiato SOS dopo tanti anni di militanza metallica?

E’ prima di tutto un omaggio a tutti coloro che hanno negli anni suonato insieme a noi, dentro infatti avrai notato tantissime foto riguardanti momenti fotografici con i vari musicisti che si sono alternati nel tempo. Poi perché questo disco ci da la possibilità di marcare un giro di “boa”, artisticamente parlando; non siamo più ragazzini e vediamo la nostra musica con sensibilità e maturità diverse da allora, in pratica è iniziata una nuova fase, un nuovo percorso sia musicale che concettuale a livello di testi.

Ascoltando il vostro 33 giri m’è partita in “automatico” l’associazione agli Sharks, band hard rock milanese abbastanza famosa negli anni Ottanta. Ti ritrovi in questa mia affermazione?

Si, anche se la storia non ci rende giustizia, perché noi esistevamo suonavamo e cantavamo in italiano prima di loro, prima di Nikki e il suo “Rock Normale” – tra l’altro scritto da Jovanotti – e dei Dhamm che prima di chiamarsi così ed aver avuto quella fantastica scia promozionale, con dietro Paolo Carta, Luca Barbarossa e molti altri cantavano in inglese… Noi siamo da sempre stati i primi e gli originali, probabilmente non eravamo troppo fighetti per quello che chiedevano le case discografiche in quel periodo!  Però ci siamo ancora, nel nostro onirico e periferico mondo underground capitolino e laziale, ma non abbiamo assolutamente nulla di meno di queste band citate, delle quali ho comunque tutti i dischi. Mai avuto risentimenti ed invidie, tra l’altro, con loro. Un solo rammarico, però: ci avrebbe fatto piacere poter condividere un palco insieme in un Festival Metal cantato tutto in Italiano, sarebbe stata una cosa fantastica.

Come definiresti i testi dei SOS? Quanta l’ironia e l’autoironia contenuta all’interno di essi?

Più che ironici fermano l’attenzione su situazioni di vita, alcune vissute alcune di fantasia, oppure estratte dalla cronaca di vita quotidiana. Forse ai tempi dei demo eravamo più ironici, ma anche molto più giovani e spensierati.

Il brano “Mi sono innamorato di una pornostar” ha dei riferimenti reali? Se si puoi rivelare qual è la “fortunata”? 

Ahahahahah! Penso che questo brano fosse il pezzo che avrebbero voluto scrivere un po’ tutti! La differenza è che noi abbiamo avuto il coraggio di scriverlo e realizzarlo. Il nome non lo posso dire, poi in realtà Pornostar lo è diventata dopo, ma anche a quel tempo, in cui ci si frequentava era parecchio spregiudicata sia di testa che come azioni. Io già lo sapevo che sarebbe finita così… C’è da dire che a quel tempo ne ero innamorato e mi facevo trascinare molto volentieri nelle sue perversioni, peccato che quando ha iniziato a frequentare un certo tipo di locali me so’ perso er mejo! Ora fa gang bang e altre cose alle quali sarei molto curioso di assistere: ahò, ognuno ha le sue fisse! Ahahahahah! Credo che sarà impossibile, al momento, ma nella vita non si sa mai… ahahahahah! 

Com’è nato il contatto con la label Ace Records? 

E’ stata una proposta di Andrea Ciccomartino (Contatto: ventidueit@yahoo.it), siamo amici da tempo, e la sua idea l’abbiamo ritenuta interessante, d’altronde Andrea aveva già realizzato due libri in cui avevamo partecipato anche musicalmente nelle compilation interne.  Ci abbiamo lavorato più di un anno per decidere le foto, registrare, decidere quando farlo uscire… con il prossimo faremo prima: abbiamo già pronti una quindicina di brani, nuovissimi!

Da dove è derivata la scelta di suonare ex novo tutti i brani presenti nell’ellepì dal momento in cui li avevate bell’e pronti sul Cd “Punto di Ritorno” del 2004 e che probabilmente con piccole modifiche potevano essere utilizzati?

Punto primo: è stata una scelta per dare dignità ai musicisti attuali in formazione. Poi perché abbiamo tolto completamente le tastiere, terzo perché volevamo che questo disco mantenesse il più possibile la nostra dimensione live, più genuina e meno artefatta da sonorità non proprio nostre. Nudi e crudi, insomma, e dannatamente Rock!

 

SOS retrocoverLP   Copia

Il retrocopertina dell’Lp “SOS”

 

Fernando, una tua definizione dei vostri lavori.

Relazioni Pericolose (2004) – Un gran bel disco, gli esecutori tutti ottimi musicisti,  peccato non averlo potuto fare insieme a Bruno, Riccardo, Dario e Michele. Sarebbe stato bello che la formazione avesse potuto essere sempre la stessa, ma anche negli altri due CD, ovviamente! Tra i brani non saprei cosa scegliere, perché è l’album che ho realizzato completamente da solo senza altre influenze compositive. Su quel disco c’erano: Marco Battelli alla voce,  Fabio Pollastri alla batteria, Sergio Grammatico al basso e alle chitarre io e Phill Salera, chitarrista di Donatella Rettore. Poi molti altri artisti e Amedeo Miconi. Il disco uscì – e ne fui onoratissimo – sotto la supervisione di Claudio Rego, che ci fece molti complimenti …

Punto di Ritorno (2005) – Un Disco importante perché comprendeva brani di “Un Paradiso per altri”, che doveva uscire addirittura per la Durium, poi se ne interessò la Warner Italia, ma con l’Alta Tensione Record che ci produceva allora non arrivarono ad un accordo. Dopo anni lo facemmo uscire con la Blond Records di Capuano, fu soprattutto per dare voce alla batteria di “Riccardo Duracell Lipparini”, nostro primo batterista e poi con i “Fingernails”. Purtroppo scomparso in un tragico incidente qualche tempo dopo la registrazione. La formazione vedeva: Bruno Baudo alla voce, io e Riccardo Foti alle Chitarre, al basso Sergio Grammatico e alla batteria Luca Mariani.

In Volo (2008) – E’ un Cd importante dove il Brano “Io Volo” iniziava a mostrare già un cambiamento di visione della mia musica e quella di tutta la band, poi le Finali a Piombino, bellissimi momenti veramente! Anche brani come “La soglia del Dolore” e “Beati i sordi” sigillano una nuova maturità compositiva. Nella formazione vi furono dei cambiamenti: Bruno Baudo Voce, io e Stefano Mastrangeli alle chitarre, Simone Montali alla Batteria e Giordano Latini al basso.

 

SOS: una band per pochi eletti, parrebbe di capire, visto che i vostri dischi non hanno mai goduto di una grande distribuzione e men che meno sono stati promossi a dovere sui canali specializzati. Quali i motivi di questa situazione? Scelta vostra o cosa? E’ difficile immaginare che in tutti questi anni nessuna label italiana di “peso” si sia dimostrata interessata alla vostra proposta…

No, no… interessamenti ce ne sono stati, ma un po’ mancati accordi, un po’ la conoscenza con molte volpi della scena musicale… siamo stati un po’ sfortunati, d’altronde mica possono sfondare tutti quanti! Certo, molti con la storia del cantato in italiano e con il  fatto che le sonorità espresse erano più vicine all’Hard Rock ci hanno escluso. D’altronde anche nella musica spesso suonano molto gli amici, degli amici etc… Per noi è stata sempre dura conquistarsi la vetta. C’è da dire che oltre ad essere dei  musicisti , POSSIAMO CONSIDERARCI SENZA ALCUNA MODESTIA DEGLI ARTISTI, e questo ci rende senza dubbio più difficilmente manipolabili, con le tante cazzate che girano nell’ambiente. Pensa che un noto speaker di una radio una volta mi disse: “Non mando i vostri brani, perché sono suonati e registrati troppo bene… ho formalmente dei dubbi che siate voi veramente a suonare!”. Ecco: con gente così ai cursori di comando cosa ti puoi aspettare? La musica in Italia è un po’ una tragedia ovunque: se non conosci qualcuno e hai un portafoglio molto, ma molto gonfio, non si va da nessuna parte. Hanno tentato di farci discutere fra di noi un po’ in tutti i modi, anche perché a loro interessavano Bruno come voce e io come chitarrista autore… insomma sono pagine del passato che non amo particolarmente ricordare.    

Se avessi la bacchetta magica cosa cambieresti riguardo le scelte operate dai SOS nella loro storia?

Se avessi la bacchetta magica vorrei la nostra esperienza e la nostra tecnica attuale riportata a quando avevamo vent’anni, sarei curioso di vedere che strada ci si poteva aprire davanti … senza troppi cambiamenti di formazione come purtroppo per circostanze non sempre volute da noi ci sono stati. Molti di questi potevano essere evitati. Poi di sicuro riallaccerei la storia con la “Porno Star”, ahahahahah!

Come dicevi prima avete suonato con i Dokken e i Gotthard…

Ho bellissime immagini di Don Dokken: la sua cortesia, il racconto con molta sensibilità della sua famiglia e l’orgoglio verso i suoi figli, la grande passione ed amore per la band. Poi nel cambio palco sentire i Dokken che cantavano il nostro brano di chiusura “Bang Bang Boogie”… beh, credetemi, per me è valso più di una vittoria a San Remo: avevo avuto la possibilità di dividere il palco con i miei idoli. Dei Gotthard la possibilità di fare un intervista insieme per delle TV locali, le risate fatte insieme a Marc e a Leo. 

 

SOS 1   Copia

 

 

Fernando, una tua definizione delle seguenti band SPQR.    

YOGURTH – Non li ho mai sentiti ? Immagino facciano musica ACID Rock! Battuta! Ahahahah! Non so, immagino siano bravi, ma non ci siamo mai incontrati. Quello che so che nell’81 suonando di spalla ai B 52’S ci fu una rissa strepitosa sotto al palco.  

STIFF –  Band storica di Tarquinia, amici di sempre, heavy massiccio e pesante, molto fedeli al sound degli inizi… Coerenti! 

THUNDER –  erano i pre Schwartz, credo di ricordare che fossero molto forti, genere Glam Power Rock… Oggi il chitarrista Daniele Macchi ha formato i Belladonna.  

RAFF –  Storica Metal band di Roma, mediano tra Rock Metal Classico e reminiscenze Punk, ma in qualsiasi formazione li ho visti sono stati stramaledettamente potenti. Esperienza di palco da vendere, hanno firmato brani storici dell’underground non solo capitolino ma Nazionale.

FINGERNAILS –  Sono un grande amico ed estimatore di Maurizio Bidoli, del suo percorso musicale ed artistico, il loro Metal è una rasoiata e godono di popolarità Internazionale. In Germania ad esempio vanno molto Forte, però personalmente ascolto poco questo genere… Fu il gruppo dove andò a suonare Duracell. 

MISS DAISY – Grandi , ricordo che quando andarono in tour in Europa prestai una delle mie chitarre a Rocco Fortunato. Era una grande band… peccato che anche loro accarezzarono il sogno… e poi il baratro.

MESSERSCHMITT – Sono tra le band di quei tempi che hanno riacquistato nuova linfa vitale, ne ha grande merito l’ottima voce e l’intelligenza versatile di Flavio Falsone, di sicuro una band migliorata di molto dagli inizi. Molto potenti! 

ASTAROTH – Il genere non mi faceva impazzire, ma l’idea di vestirsi da antichi romani era semplicemente geniale, di certo anche loro avrebbero potuto raccogliere di più… ma questo mondo non è facile e poi forse a quei tempi non furono troppo capiti. So che hanno fatto un disco recentemente, ma non l’ho sentito.                                

SCHWARTZ – Ecco, gli Schwartz erano una band che mi piaceva moltissimo!

T.I.R. – Epici! Hanno nell’attaccamento culturale verso Roma e la sua civiltà antica bellissimi brani. Fanno un’ ottima scena e tengono il palco da professionisti, un’ottima band!

WILDEE – grande band con Rudy Costa alla chitarra, l’erede naturale di Eddy Van Halen. Ricordo un concerto, al mitico Uonna Club negli anni 80 a Roma, in via Cassia. C’era il cantante Gianluca che stava facendo il militare e aveva i capelli rasati, gli venne naturale sottolineare che per causa del militare non aveva più i suoi lunghi capelli… ricordo una voce dal pubblico che disse: “Che te frega, mica se suona coi capelli!”.

RANSACKERS – Mai sentiti, non saprei.

ROSAE CRUCIS – Epici con riferimenti esoterici e massonici, molto bravi, ma anche questo è un genere un po’ lontano da ciò che ascolto, gli riconosco però, un grande lavoro compositivo, molto preparati.

MARTIRIA – Me li ricordo troppo vagamente per esprimere qualcosa, non mi colpirono molto quando li sentii ma parlo di tanti anni fa. Erano bravi, strizzavano l’occhio al Dark se non ricordo male.                                                                                                                                                                                                                          

NOVEMBRE – So che sono bravi, ma non li ho mai sentiti.

STORMLORD – Bravissimi! Mi piacciono molto e quando feci da speaker a Radio Rock e a Radio Meridiano 12 li trasmisi diverse volte!

 

SOS 4   Copia

 

 

Com’è la situazione attuale a Roma e dintorni per quanto afferente la possibilità di suonare dal vivo senza prostituirsi?

Uno schifo e ho detto tutto! Ci stanno quattro o cinque locali buoni con file interminabili di band per suonarci e non tutti ti danno un rimborso, qualcuno ti fa suonare ma a condizioni acustiche assurde… Vanno bene i replicanti, le tribute band… niente è a servizio della cultura e comunque il Rock in generale non viene considerato cultura.

E negli anni Ottanta?

Non è che a Roma fosse tanto meglio, ma almeno c’erano locali come : L’esperimento, il Melvin’s , Radio Londra Caffè…

Onestamente, secondo te esiste vera collaborazione fra le band della tua città oppure no?

C’è solo se si ricava un tornaconto! A parte alcuni gruppi che sono amici ognuno pensa solo al proprio orticello!

Secondo te in ambito hard rock e heavy metal è già stato detto e scritto tutto oppure esistono ancora margini di evoluzione?

Esistono anche se l’ambiente è parecchio inflazionato                                                                         

Fra le cosiddette “new sensation” quali sono le band che più ti hanno intrigato negli ultimi cinque anni?

Sono tutte band superiori ai cinque anni di esistenza e devo dire che c’è veramente molto poco che mi attragga, oggi. Francamente non mi viene in mente nessuno… magari ci sono, ma come lo siamo noi… siamo un po’ tutti dei fantasmi per i grossi circuiti Internazionali! 

Entrando in clima più tipicamente Hard Rock, quali sono/sono state le band più influenti all’interno del genere di tutta la storia, secondo te?

Deep Purple, Led Zeppelin, JethroTull, Black Sabbath, Kiss, Iron Maiden, Van Halen, Ozzy, Metallica, poi Twisted Sister, Ramones, Motorhead , Wasp, Dokken… I Pionieri sono loro! A me però piace molto anche il Rock Sudista: Allman Brothers , ZZ Top e compagnia. 

Mosse future in casa SOS?

In previsione abbiamo un video professionale e un nuovo disco

Spazio a disposizione per chiudere come meglio ritieni l’intervista, Fernando, grazie. 

Grazie a te da parte mia e degli SOS, nella speranza che la gente segua anche le band italiane e non solo ciò che viene dall’estero … 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti