Death

Intervista Subliminal Fear (Carmine Cristallo)

Di Daniele D'Adamo - 30 Maggio 2016 - 21:10
Intervista Subliminal Fear (Carmine Cristallo)

Cover

 

Da “One More Breath” (2012), ma anche sin da prima, e sino a “Escape from Leviathan” (2016) sembra che sia successo di tutto, nella vostra line-up. Cos’è accaduto?

Un saluto a tutti voi, è un piacere essere qui e presentare “Escape from Leviathan”. In effetti, è successo qualcosa che ha rivoluzionato il nostro progetto, sia nella line-up e soprattutto nella proposta musicale. Dopo aver passato un periodo lontano dalla band, Domenico e io siamo ritornati a lavorare nuovamente sulla composizione dei brani per la band, ma con la premessa di rinnovare totalmente il sound e introducendo nuovi elementi. Il nostro stile precedente rientrava nella definizione di death metal melodico, e per quando adesso ci possa ancora piacere, non ci rappresentava più. Avevamo un’irresistibile esigenza di evolverci e soprattutto portare avanti un discorso musicale personale e distinguibile. Le nostre canzoni, come in passato, uniscono melodia e aggressività e adesso, grazie a pattern di musica elettronica e synth vi è un’atmosfera che ben si sposa con i temi dei nostri testi creando più solidità e soprattutto pathos. A questo poi, va aggiunta la scelta di riff di chitarra più groove-oriented e supportati da una sezione ritmica più complessa e moderna. Per quanto riguarda la line-up, la vera novità è stata aver introdotto un secondo vocalist che curasse le parti aggressive e che ci permettesse di esprimerci senza cali di tensione anche in sede live. Siamo contenti di aver trovato in Matteo De Bellis dei Golem il pezzo mancante del nostro puzzle. Siamo partiti con l’obiettivo di rinnovarci, e adesso con “Escape from Leviathan” ultimato e sul mercato, siamo pienamente soddisfatti di aver assunto questa nuova pelle ma con sotto una creatura più evoluta e consapevole dei propri mezzi.

“Escape from Leviathan”, l’artwork. È stupendamente cyber. Cosa rappresenta? È legato a qualche concetto specifico?

Uno dei punti di forza del nostro nuovo lavoro è il rapporto tra musica, concept tematico e artwork. Sono d’accordo con te nel ritenere l’opera presente in copertina stupenda e il merito va dato tutto all’autore: Seth Siro Anton. La realizzazione della cover nasce dalla sua interpretazione dei testi dei brani e rappresenta, direi in maniera più che riuscita, la figura del Leviatano, una creatura primordiale riletta in chiave futuristica e che per noi è una metafora della società.

“Escape from Leviathan”, i testi. Quel è il loro tema? Da quali esperienze personali derivano, semmai ce ne siano di attinenti? L’amore per la fantascienza, per caso?

I testi dei brani dell’album, come hai giustamente notato, sono fantascientifici e molto è stato ispirato da film importanti come “Matrix” oppure “Blade Runner”, per citarne alcuni. La nostra è una visione futuristica e apocalittica della società, decaduta in uno stato degenerativo causato dalla fiducia mal riposta nelle tecnologie e dall’impossibilità di autogovernarsi. Sono concetti che possono essere considerati di attualità e quindi la loro interpretazione riguarda anche la vita reale. Ogni storia contenuta nei brani ha poi la capacità di poter essere interpretata in maniera differente, quindi dal proprio punto di vista, risultando mai banale.  

 

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“Escape from Leviathan”, la musica. Come si è sviluppato il processo compositivo? Chi ha dato e cosa?

Il lavoro svolto in fase compositiva nel nostro studio in questi due anni e mezzo, è stato lungo e impegnativo, ma ci ha permesso di migliorarci e di sperimentare nuove direzioni. I principali compositori siamo Domenico e io, ma grande importanza ha avuto il lavoro svolto da Botys Beezart, sull’arrangiamento di synth e parti elettroniche e nel ruolo di co-produttore. Abbiamo lavorato con lui in maniera simultanea e quindi i suoi arrangiamenti non sono stati aggiunti in una fase successiva come spesso avviene, bensì sono nati assieme alle strutture delle canzoni e agli altri strumenti, intrecciandosi e crescendo insieme. Botys, per come ha lavorato, è stato a tutti gli effetti, il sesto membro della band.

“Escape from Leviathan”, presente e futuro. Cosa vi aspettate, dopo il 13 maggio 2016 (uscita ufficiale dell’album, NdR)?

Siamo davvero curiosi delle reazioni degli addetti ai lavori e dei fan per capire cosa pensino del nostro lavoro e di questa evoluzione di sound. I primi giudizi sono stati molto positivi e in molti ci hanno scritto sulle nostre pagine con complimenti e commenti favorevoli, direi che il nostro presente ci soddisfa a pieno. Per noi è stato sicuramente un passo in avanti del nostro percorso come band. Nell’imminente futuro, vogliamo crescere con questi risultati, fare quelle esperienze che ci permettano di affermarci e quindi toglierci piccole soddisfazioni.

A proposito, qual è la vostra storia personale con una label importante come l’Inverse Records?

Dopo aver ultimato la produzione dell’album ai Golem Dungeon Studios con Giuseppe Dentamaro, abbiamo iniziato a pensare alla release di “Escape From Leviathan”, consapevoli che non potevamo attendere molto sulla data. Fortunatamente le label interessate sono state molte e quindi abbiamo scelto la Inverse Records perché rispecchiava la giusta dimensione che avevamo programmato per quest’album e perché volevamo una label in grado di poter lavorare al meglio anche all’estero.

 

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Il vostro cyber death metal è 2.0. Avanzato. Evoluto. Futuristico. Questo processo di progressione stilistica è naturale, istintivo, oppure è stato pensato e quindi deciso a tavolino?

Era proprio questo che volevamo ottenere, quindi direi che questo risultato è nato da un mix equilibrato di programmazione e improvvisazione. In questi anni abbiamo assorbito diverse influenze e sviluppato nuove capacità quindi direi che molte soluzioni sono state trovate con naturalezza. Volevamo fortemente introdurre la componente elettronica e la drammaticità dei synth, quindi accentuare l’aggressività ma in maniera più solida e moderna rispetto al passato e anche migliorare la qualità delle melodie, che dovevano essere catchy ma con un retrogusto drammatico. Quello che non sapevamo era come questi elementi avrebbero potuto convivere assieme. Dopo le prime canzoni abbiamo trovato la nostre chiave di volta e abbiamo avuto ben chiara la direzione che avremmo percorso su questo album e anche per i prossimi.

‘All Meanings They’ve Torn’ è una song straordinaria. Possiede quel qualcosa in più che tantissime altre canzoni di altre band di gran nome non hanno nel proprio carniere. Come vi è uscito fuori un capolavoro simile?

Ti ringrazio per il tuo giudizio riguardo questo brano, sono contento ti sia piaciuto. In verità abbiamo cercato di scrivere dei brani che alla fine avessero la stessa qualità e cercando anche di variare con soluzioni e strutture diverse. Non ci piace sempre seguire lo schema tradizionale di strofa-ritornello e a volte inseriamo qualche parte in più. ‘All Meanings They’ve Torn’ ha un’impostazione più classica rispetto le altre e non ci sono molte sorprese durante il suo incedere. Abbiamo lavorato sull’obiettivo di inserire poche melodie, ma che fossero irresistibili e canticchiabili. Direi che la sua bellezza risiede nella semplicità.

Il mood di “Escape from Leviathan” è spesso triste, velatamente malinconico, un po’ nostalgico. C’è un perché?

Sì è vero, lo status malinconico e drammatico è stato fortemente voluto per meglio collegare il tema dei brani e la musica. Tutte le melodie sono costruite per raccontare di decadenza, mancanza di libertà e paure subconscie quindi volevamo che il risultato fosse epico e drammatico, come una piccola colonna sonora di un film.

 

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Si sa che di metal non si vive, i Italia. Con “Escape from Leviathan” e il supporto dell’Inverse Records vi aspettate, invece, di intensificare il vostro impegno nei Subliminal Fear sino ad arrivare, almeno, allo status di semi-professionisti?

Tutti i membri della band hanno un lavoro e la nostra vita frenetica si svolge tra esso, la famiglia e le prove in studio, quindi per noi la musica è tuttora un serio divertimento. Da quest’album e con il supporto della label, ci auguriamo di fare un percorso di crescita, in modo da rendere il nome dei Subliminal Fear riconosciuto in ambito internazionale. Poi siamo pronti per qualsiasi altro cambiamento di status che il futuro ci riserverà.

C’è in previsione qualche data live, a supporto di “Escape from Leviathan”?

Sicuramente ci saranno dei live di supporto al nuovo album. In queste settimane, siamo nel nostro studio per poterci preparare al meglio e sono davvero curioso di testare la nuova line-up e di proporre il nuovo materiale in pubblico.

Per concludere, ecco il canonico spazio tutto vostro da dedicare ai lettori di Truemetal.it…

Ti ringrazio per questa chiacchierata, dove abbiamo introdotto tutte le novità che ci riguardano e ringrazio tutti i lettori di Truemetal.it che ascolteranno “Escape from Leviathan”, essendosi incuriositi. Vi aspettiamo ai nostri prossimi concerti e sulla nostra pagina www.facebook.com/subliminalfear.

Intervista a cura di Daniele D’Adamo