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Thyrien (Oskari Koivisto)

Di Daniele D'Adamo - 9 Aprile 2014 - 20:08
Thyrien (Oskari Koivisto)

 

Le biografie raccontano che siete nati nel 2005, ma il vostro debut-album (“Hymns Of The Mortals – Songs From The North”) è stato pubblicato nel 2014. Perché tutti questi anni?

Abbiamo avuto un sacco di battute d’arresto e un sacco di frustanti scartoffie legate all’album, oltre naturalmente ai nostri servizi militari, ai motivi di lavoro e di studio, ecc. Prima di “Hymns Of The Mortals – Songs From The North” abbiamo registrato l’EP “The Frozen Nord” nel 2007 e fatto un po’ di spettacoli in giro. L’album era pronto parecchio prima dell’effettiva pubblicazione, ma forse è come per il buon vino, cui serve tempo per maturare.

Non temete di aver perso troppo tempo e di essere arrivati ‘secondi’ dietro ad altre band scandinave come per esempio gli Amon Amarth e i Moonsörrow?

Da un certo punto di vista sì, ma è difficile pensare dove saremmo potuti essere se tutto avesse girato alla perfezione. Credo che dobbiamo essere felici di avere avuto comunque, seppure solo adesso, l’opportunità per esprimere la nostra musica.

A proposito, come definireste il vostro stile? Si può parlare di ‘folk metal’?

Penso che il nostro sia una sorta di miscuglio tra folk, viking, black e death metal. Abbiamo cercato di prendere tutti i migliori ingredienti da tutti questi generi e di comporre qualcosa che ci piacesse. I nostri testi, inoltre, trattano della natura nordica e del folklore locale.

Lo stupendo disegno di copertina di “Hymns Of The Mortals – Songs From The North” fa capire tante cose. Nel dettaglio, di cosa trattano i vostri testi? C’entrano, con la cover?
 

Ciascuna canzone ha la sua storia, ma alla fine si collegano tutte fra loro formando un unico insieme. Come ho detto in precedenza, i testi provengono dalla natura del nord e dal folklore delle nostre terre. Naturalmente c’è la song che racconta di ‘quella sbornia’ e penso che sia abbastanza carino trovare qualcosa di più leggero. Ci sono diverse immagini per ogni brano e quella di copertina dipinge il ciclo delle stagioni dell’anno, che aggiunge uno specifico senso di continuità all’album.


 

Sempre a proposito dell’album, in che modo si è sviluppata la sua composizione? Ci sono song di qualche anno fa, anche?

L’ipotesi che hai formulato è giusta. Ci sono canzoni che facevano parte del nostro debut-EP e ci sono canzoni che sono state composte poco prima delle sessioni di registrazione di “Hymns Of The Mortals – Songs From The North”. Ogni brano ha voluto un suo specifico tempo, per essere creato. Per alcuni è stato necessario impiegare alcuni anni per terminarli. Altri li abbiamo realizzati durante una singola sessione di composizione. Abbastanza spesso accade che io riceva i tre quarti del brano finito e che lo metta in ‘soffitta a maturare’. Poi mi metto a tavolino e, come un chirurgo sul tavolo operatorio, lo rifinisco; coinvolgendo tutta la band se necessario.

Come lavorate in studio? Come sviluppate le vostre idee?

Abbiamo fatto quasi tutto in studio, lasciando fuori solo dei piccoli dettagli da aggiustare successivamente. In studio, poi, abbiamo aggiunto molte più cose rispetto a quelle che avevamo programmato precedentemente.

Come mai avete deciso di scrivere la cover di “Tinasormus”, song del vostro connazionale Turku Janne Hurme, cantante che poco c’entra con il metal?

In realtà lui ha un passato da metallaro! Abbiamo pensato che “Tinasormus” fosse una buona canzone per chiudere l’album poiché ha molte buone ‘vibrazioni’. C’è quella certa potenza che ti fa ballare sul tavolo e sventolare la birra in aria.

Il vostro livello tecnico è molto buono. Si sente, cioè, che siete del mestiere. Qual è il vostro background culturale?

Abbiamo così tante influenze metterle tutte su una lista la renderebbe quasi infinita. Le band principali che hanno influenzato la nostra musica sono i Wintersun, gli Amon Amarth e gli Insomnium. La mia carriera musicale metal è cominciata dopo che ho ascoltato Iron Maiden e Children Of Bodom, che mi hanno ‘costretto’ a prendere una chitarra in mano.

 

Pensate che il vostro genere possa dare ancora qualcosa di buono, oggi e in futuro?

Gli ingredienti principali rimarranno naturalmente sempre gli stessi, ma il nostro nuovo materiale che abbiamo composto ultimamente si è fatto più scuro, più veloce, più sinfonico e più brutale. Vedremo che accadrà al nuovo album…

Dal vivo come vi sentite? Riuscite a creare il giusto feeling con il pubblico? Usate dei travestimenti?

Usiamo il warpaints e copriamo i nostri corpi con pezzi di pelliccia. Sin’ora abbiamo… vinto i concerti che abbiamo suonato e il pubblico ci ha accolto calorosamente. Forse un giorno potrete venire a testimoniare l’atmosfera dei nostri show di persona. Prendiamo ogni concerto sul serio e cerchiamo di dare al nostro pubblico un grande spettacolo.

Avete programmi per l’Italia? E, a proposito, cosa volete dire ai lettori di Truemetal.it?

Grazie per l’intervista, è stato un piacere! In questo momento stiamo programmando il nostro tour e lavorando sulla composizione del nuovo materiale. Dovremmo vedere cosa fare per l’Italia. Un ringraziamento va a tutti i nostri fan per il supporto che ci hanno dato in questi anni. E a quelli di voi che non hanno sentito parlare di noi, dico di comprare l’album a scatola chiusa!

Intervista a cura di Daniele “dani66” D’Adamo